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Interviste ed Editoriali - 03/04/2017

Unindustria, Tortoriello: "Mancano certezze politiche per la ripresa. Il Campidoglio sordo alle nostre proposte"

Intervista di Marino Bisso per La Repubblica

Per il presidente degli imprenditori del Lazio i segnali di crescita economica ci sono ma non bastano: "Serve più innovazione. Con il Comune il dialogo deve procedere come stiamo facendo sul turismo. La tax holiday proposta da Colomban è una provocazione irrealizzabile ma mostra la volontà di tgrovare qualcosa di straordinario per rimettere in moto la capitale".

di MARINO BISSO

da Repubblica.it

“I segnali di ripresa sono importanti ma non bastano
e c’è ancora tanto da fare per un rilancio reale dell’economia del Lazio”. Ne è convinto Filippo Tortoriello, alla guida di Unindustria dallo scorso settembre, che guarda alla sfida dell’innovazione
digitale e al superamento delle incertezze politiche.

 

L’andamento dell’export mostra una timida ripresa dell’economia del Lazio con segni contradditori.
“Nell’insieme è un momento comunque positivo. C’è una crescita che supera il 3% ed è  un elemento da valutare in modo favorevole. Due sono i grandi protagonisti: la Fiat Chrysler di Cassino che ha una dato grande spinta anche a tutto l’indotto . E poi l’aerospazio che ha riportato un grande successo con oltre il 153% di crescita. Ma c’è anche il distretto di Civita Castellana che è anche un altro fiore all’occhiello”.


Il quadro è ancora instabile.  

E chiaro che ci troviamo ancora in uno scenario caratterizzato da una serie di settori in difficolta come quello dell’edilizia e che deve essere aiutato a ripartire. Ma lo scenario di ripresa deve essere lo stesso ben evidenziato".


Sul fronte lavoro si registra una leggera flessione del ricorso alla cassaintegrazione, crescono gli addetti under 40. Ma i livelli occupazionali del 2007 pre-crisi sono lontani.

"Dopo il 2007 abbiamo avuto un periodo estremamente difficile.  E sulla crisi hanno pesato  scelte della politica legate al rigore imposto dalla Germania. E’ mancata una politica di espansione come invece è stata ben avviata negli Stati uniti".


Quali interventi devono essere messi in campo?

"I tempi lunghi della giustizia civile, la troppa burocrazia e le incertezze di un quadro politico nazionale allontanano gli investitori e spaventano quelli stranieri. Poi ci vorrebbero terapie forti per ridurre la pressione fiscale sia a carico delle imprese che del lavoratore. E’ chiaro che l’economia regionale si muove dentro un contesto nazionale".


La demografia delle imprese mostra nel 2016 un + 0,45%, superiore al dato nazionale (0,27%) ma in flessione rispetto il 2015

"Abbiamo visto l’arrivo di nuovi investimenti. Basta pensare a soggetti come  Amazon che hanno scelto la nostra regione per aprire la propria attività. Ed è stata scelto Passocorese per la posizione strategica dovuta alle infrastrutture, un elemento fondamentale per la crescita".


Esiste ancora un deficit nella riconversione delle imprese in innovazione. L’industria 4.0 è lontana?

"Manca ancora la consapevolezza. Uno studio della Camera di commercio ha accertato, su un campione di 2mila aziende, che il 90% degli imprenditori delle piccole e medie imprese non conosce neppure il significato del termine economia 4.0 L’innovazione e la trasformazione digitale di tutto il processo produttivo invece  è  fondamentale per vincere la competizione e per saper raccogliere le esigenze nuove dei clienti".


Come siete intervenuti?

"Unindustria ha appena stipulato una convenzione con tre università per sviluppare la ricerca. Portiamo avanti Cicero  un grande centro dell’innovazione e dello sviluppo digitale in grado di collegare aziende, associazioni di categoria nel mondo produttivo e commerciale, Università ed istituzioni della ricerca nella cornice di un più vasto network europeo di eccellenze. Cicero è stato immaginato proprio per dare assistenza e stare vicini ai nostri associati e soprattutto alla piccola e media impresa per affrontate questa nuova rivoluzione industriale".


Nonostante il miglioramento in termini di ordini e fatturato, la percezione della crisi è ancora largamente diffusa. Perché?

"La Regione Lazio sta portando avanti un percorso positivo.  Soprattutto nella sanità ha attuato un risanamento importante. Il settore fino a pochi anni fa si trovava in una situazione drammatica. L’apporto che la Regione dà all’economia del Lazio è molto positivo. Ma esiste un problema nazionale di un governo che affronti i temi dello sviluppo, dell’ammodernamento della pubblica amministrazione e soprattutto dell’abbassamento del cuneo fiscale per le imprese e i dipendenti capace di garantire più soldi in busta paga e favorire così i consumi.


Mancano iniziative imprenditoriali di investimento di medio-lungo respiro. Perché?

"In realtà ci sono segnali importanti nel Lazio: dal nuovo terminal di Fiumicino allo sviluppo del porto di Civitavecchia fondamentale per l’export del settore dell’auto legato alla nuova produzione della FCA di Cassino. Anche ieri un altro passo avanti è arrivato con la bocciatura del ricorso che era stato presentato contro la realizzazione della tratta Roma-Latina. Un’opera che quando sarà realizzata costituirà un elemento principe per favorire sviluppo e attirare l’interesse delle grandi aziende e multinazionali. Il Lazio ha un ruolo importante nello scenario nazionale basta pensare che nella nostra regione viene prodotto l’11% del pil nazionale".


Quanto pesa sulla ripresa l’instabilità del quadro politico e il caso Roma?

"Su Roma il primo problema  è ripartire con una visione del futuro e dello sviluppo in grado di restituirle il rango di capitale europea. Abbiamo incontrato la sindaca rendendoci disponibili a mettere a disposizione le nostre competenze per affrontare le questioni della città: rifiuti, mobilità, turismo ma anche per contrastare degrado e incuria. Abbiamo presentato un lista di progetti. Ma dall’altra parte abbiamo trovato un muro di gomma. Comunque non demordiamo: più che la critica vogliamo dialogare. Come stiamo già facendo sul tema del turismo trovando un ottimo confronto con l’assessore. Qualche raggio di luce c’è".


Cosa ne pensa della proposta della tax holiday dell’assessore Colomban?

“Mi sembra una provocazione interessante ma ovviamente non ha futuro perché non si possono fare proposte che vanno a penalizzare gli altri territori della regione e del paese. Tra l’altro servirebbe una legge dello stato e l’ok dell’Europa. Però la proposta ha di buono che anche l’assessore è d’accordo con noi perché pensa che a Roma serva qualcosa di straordinario,
una grande progettualità che possa vedere immaginare una Roma futura del 2030-50. D'altronde qualsiasi città europea pesa sul Pil della propria nazione in maniera significativa ma Roma meno. Per cui serve una grande progettualità che dovrebbe partire dal governo perché la capitale è patrimonio di tutti. Noi siamo pronti a sostenerla”.

Unindustria favorisce lo sviluppo
delle imprese del territorio di Roma,
Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo

Codice Fiscale 80076770587 - Fax +39 06 8542577 - PEC info@pec.un-industria.it

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