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News - 23/11/2017

Riforma della produzione audiovisiva

Approvati dal Consiglio dei Ministri tre decreti legislativi in attuazione delle deleghe previste dalla nuova legge cinema

Il Consiglio dei ministri ha approvato tre decreti legislativi che, in attuazione delle deleghe previste dalla legge sulla “Disciplina del cinema e dell’audiovisivo”, (legge 14 novembre 2916, n.220) riformano in modo organico il settore della produzione audiovisiva, introducendo nuove norme che, in sintesi, prevedono: 


- TUTELA DEI MINORI

E' abolita la possibilità di vera e propria censura dell'opera e viene definito un nuovo sistema di classificazione articolato in 4 categorie: opere per tutti; opere non adatte ai minori di 6 anni; di 14 anni e ai minori di 18 anni. Si introduce il principio di responsabilizzazione degli operatori cinematografici, chiamati ad individuare la corretta classificazione dell'opera in base alla fascia d'età del pubblico e a sottoporla alla Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche. È previsto anche un apposito regolamento Agcom per classificare le opere audiovisive destinate al web e ai videogiochi.


- PROMOZIONE DELLE OPERE ITALIANE ED EUROPEE

Il testo prevede una gradualità, scandita in quattro anni, per l'entrata a regime delle nuove quote minime per la promozione di opere europee e italiane, rendendo più efficace il regime sanzionatorio.Sarà l'Agcom a verificare il rispetto degli obblighi e a commisurare le sanzioni, che si inaspriscono, con aumento fino a 5 milioni di euro. Vengono introdotti obblighi più rigorosi di programmazione anche per i fornitori di servizi audiovisivi a richiesta, i cosiddetti Over the Top (OTT). I nuovi obblighi  annuali prevedono una quota minima per  le opere europee, pari al 53% per tutti gli operatori per il 2019,  elevata al 56% per il 2020 e al 60% a partire dal 2021. Con riferimento alla fascia oraria 18-23 (il cosiddetto prime – time), il decreto prevede l'obbligo (pari al 12 % per la RAI e del 6% per le altre TV ) di riservare la programmazione a film, fiction, documentari e cartoni italiani e ad opere ad alto contenuto culturale o scientifico. Per quanto riguarda gli obblighi di investimento in opere europee, la quota per gli operatori privati è pari ad almeno il 10% degli introiti netti annui, elevata al 12,5% dal 2019 e al 15% dal 2020. Per la concessionaria del servizio pubblico, la quota è pari ad almeno il 15% dei ricavi complessivi annui e salirà al 18,5% dal gennaio 2019 e al 20% dal 2020.


- DISPOSIZIONI IN MATERIA DI LAVORO
 

Le nuove norme consentono: un maggior impiego a contratti a tempo indeterminato nel settore; riconoscono le specificità del settore cinema e audiovisivo ai fini dell'apprendistato professionalizzante; prevedono l'emanazione, entro 170 giorni dall'entrata in vigore, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le provincie autonome, di un regolamento che stabilisca criteri validi su tutto il territorio nazionale per definire una classificazione uniforme per le professioni artistiche e tecniche del settore cinematografico e audiovisivo.

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