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News - 08/01/2015

Credito e Finanza - Accordo per la ripresa

Confindustria, ABI e le altre rappresentanze d'impresa hanno sottoscritto l'Accordo che ha come obiettivo continuare a sostenere le imprese in questa delicata fase di avvio della ripresa economico-finanziaria

L’Accordo per la ripresa - che fa da ponte tra l’Accordo per il credito 2013 e le nuove misure che verranno definite entro la fine di marzo 2015 - prevede:


• la proroga, da richiedersi entro il termine finale del 31 marzo 2015, degli Accordi la cui scadenza era fissata al 31 dicembre 2014 e cioè:

- l'Accordo per il credito 2013 in cui è definita la possibilità: di sospendere il pagamento della quota capitale delle rate di mutuo e delle operazioni di leasing;  di allungare la durata dei mutui, anticipazioni bancarie e scadenze del credito agrario di conduzione; di concedere finanziamenti connessi agli aumenti di mezzi propri da parte delle PMI. Le operazioni di sospensione ed allungamento dei finanziamenti potranno essere richieste qualora non si sia già usufruito di misure analoghe ai sensi dell’Accordo per il credito 2013.

- il Plafond “Progetti Investimento Italia” e il Plafond “Crediti PA”, che hanno messo a disposizione del sistema delle imprese 20 miliardi complessivi per la concessione di finanziamenti a fronte di investimenti, nonché, per le operazioni di smobilizzo dei crediti verso la PA.


• l’impegno da parte delle Associazioni di imprese e banche a lavorare congiuntamente per:

- definire nuove misure per sostenere finanziariamente le PMI in temporanea difficoltà finanziaria ma con prospettive di continuità e sviluppo;

- promuovere l’evoluzione della struttura finanziaria delle imprese, anche attivando appositi strumenti volti al rafforzamento patrimoniale delle stesse;

- promuovere la definizione di interventi da parte del Governo in grado di favorire la realizzazione delle misure di cui al punto precedente;

- individuare e promuovere la valorizzazione di informazioni di natura qualitativa utili a migliorare l’analisi del rischio di credito;

- evitare che interventi regolamentari sovranazionali non tengano nella dovuta considerazione il contesto operativo italiano, determinando effetti negativi sul mercato del credito alle imprese.


La necessità di tale Accordo risiede nell’opportunità di continuare a sostenere le imprese in questa delicata fase di avvio della ripresa e, contestualmente, di approfondire l’analisi di impatto sugli operatori di mercato del mutato scenario regolamentare bancario (nuove regole EBA), degli esiti dei test di valutazione sugli istituti di credito e delle misure BCE volte a favorire l’afflusso di capitali nell’economia reale.

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