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Comunicato Stampa - 27/07/2023

Associazioni sanità privata: "Per le 'farmacie dei servizi' le regole siano pari alle nostre"

Confapi Sanità, Unindustria Sezione Sanità, Anisap Lazio e Aisi chiedono alle istituzioni di 'correggere il tiro' sulle prestazioni offerte nei presidi imponendo gli stessi requisiti previsti per laboratori e ambulatori autorizzati

 

Roma, 27 luglio 2023
Comunicato Stampa

Confapi Sanità, Unindustria Sezione Sanità, Anisap Lazio, Aisi

 

"Le istituzioni competenti ripensino e correggano rapidamente il tiro, imponendo che i locali delle farmacie rispettino requisiti igienico-sanitari, tecnologici e strutturali al pari di quelli previsti per le strutture private e autorizzate di diagnostica e specialistica ambulatoriale. L’unico interesse che va tutelato è sempre la salute e il benessere dei cittadini". E' la richiesta di 4 associazioni della sanità privata - Confapi Sanità, Unindustria sezione sanità, Anisap Lazio, Aisi - in merito alle possibilità di prestazioni nell'ambito della 'farmacia dei servizi' per le quali evidenziano problematiche riguardo "l’erogazione dei servizi sanitari".
 

Nel mirino le "iniziative, in corso dal 2009, tendenti ad ampliare i servizi offerti dalle farmacie, progressivamente avvicinandosi ad attività diagnostiche - scrivono le associazioni - senza attenzione ai requisiti di professionalità e sicurezza dei pazienti. La 'farmacia di servizi' e le farmacie convenzionate con il Ssn, 'presidi sanitari di prossimità', possono effettuare le vaccinazioni anti-Covid e antinfluenzali, somministrare test diagnostici a tutela della salute pubblica, eseguire prelievi di sangue capillare (per rilevare la presenza anticorpi IgG e IgM), effettuare test ad uso professionale che comportano l’emissione di una diagnosi, impiegare anche a domicilio, infermieri e fisioterapisti. Sono oggetto di sperimentazione i servizi di telemedicina (holter pressorio e cardiaco, ecg, autospirometria) e gli screening per il tumore al colon retto".
 

Il farmacista titolare o il direttore della farmacia, continuano le 4 associazione, "è responsabile del coordinamento organizzativo e gestionale di tali servizi e relativi operatori, nonché dell’accertamento dei requisiti professionali di questi ultimi. L’erogazione delle prestazioni non comporta la presa in carico dell’utente da parte delle farmacie e l’attribuzione di competenze che sono proprie, in via esclusiva, degli ambulatori medici, ma offre agli utenti la sola possibilità di rivolgersi alla farmacia per ottenere le prestazioni sanitarie, infermieristiche o gli interventi fisioterapici, previsti dalla prescrizione medica. La farmacia, quindi, si pone quale 'intermediario' tra paziente e professionista, secondo uno schema 'commerciale' che, di tutta evidenza, non tutela i pazienti".
 

In questo quadro, si domandano le associazioni, "qual è la competenza del farmacista per valutare i requisiti professionali degli operatori sanitari che dovrebbe coordinare? Il coordinamento 'organizzativo' è del tutto insufficiente nei servizi sanitari, che richiedono una supervisione sanitaria capace di intercettare rapidamente le criticità".


Le strutture private di diagnostica e specialistica ambulatoriale, "riunite nelle varie associazioni di categoria, sono più di 5.000 su tutto il territorio nazionale e, per le stesse prestazioni previste per le farmacie: sono soggette a rigorosi criteri di idoneità e sicurezza di infrastrutture ed impianti; scontano regole altrettanto severe per l’autorizzazione ad erogare i vari servizi; necessitano di un medico che eserciti la direzione sanitaria e di un medico specialista responsabile di branca, per ogni area operativa; sono sottoposti a controlli annuali da parte delle competenti Asl, delle Regioni, dei Nas dell’Arma dei Carabinieri; sono dotate delle certificazioni di qualità, rilasciate da organismi di certificazione indipendenti; per il mantenimento delle autorizzazioni all’esercizio, anche in virtù della 'legge sulla concorrenza 2021', necessitano di continui e rilevanti investimenti", concludono le associazioni ribadendo la richiesta di imporre alle farmacie gli stessi requisiti "igienico-sanitari, tecnologici e strutturali al pari di quelli previsti per le strutture private e autorizzate di diagnostica e specialistica ambulatoriale".

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