La nuova direttiva sul dovere di diligenza, nota come Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), è stata approvata dal Parlamento europeo. Il processo di approvazione della direttiva ha coinvolto trattative con gli Stati membri dell'Unione Europea.
Il testo approvato impone alle imprese e ai relativi fornitori e partner aziendali a prevenire, fermare o attenuare le ripercussioni negative delle loro attività su ambiente e diritti umani.
I prossimi passi riguardano l’approvazione formale da parte del Consiglio e la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea. La norma entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione e gli Stati membri avranno due anni per recepire le nuove norme nel diritto nazionale.
Le nuove norme sulla due diligence impongono a determinate imprese dell'UE e di paesi terzi specifiche responsabilità per ridurre il loro impatto negativo su ambiente e diritti umani. In particolare, le norme riguardano:
1. Società Madri e Imprese dell'UE con oltre 1.000 dipendenti e un fatturato mondiale superiore a 450 milioni di euro;
2. Franchising nell'UE con un fatturato di oltre 80 milioni di euro, di cui almeno 22,5 milioni generati da royalties;
3. Società Madri, Imprese e Franchising di Paesi Terzi che raggiungono le stesse soglie di fatturato nell'UE.
Tutte queste società saranno tenute a integrare il dovere di diligenza nelle loro politiche, realizzare investimenti ad hoc, ottenere garanzie contrattuali dai partner, migliorare il loro piano aziendale o fornire sostegno ai partner commerciali di piccole e medie dimensioni per assicurarsi che rispettino i nuovi obblighi.
Inoltre, le aziende devono adottare un piano di transizione per allineare il loro modello di business agli obiettivi di 1,5 °C di riscaldamento globale fissati dall'accordo di Parigi. Questo richiede una revisione delle strategie aziendali e dell'intera catena di approvvigionamento per garantire una progressiva decarbonizzazione e una maggiore sostenibilità