Nel biennio 2025-2026 la crescita del PIL mondiale è attesa sostanzialmente stabile (+2,7% annuo).
Gli scambi si stanno riorientando: calano quelli tra USA-Cina (-14% nel 2023-2024) e UE-Cina (-7%) ma crescono tra UE e USA.
Nell’Eurozona la crescita del PIL rimane debole (+0,8% nel 2025 e +1,0% nel 2026), frenata da inflazione e caro energia, nonostante l’allentamento monetario. L’alto prezzo del gas, molto superiore a quello USA, continua a penalizzare la competitività europea.
Nel 2024 il PIL italiano è cresciuto dello 0,7%, trainato da consumi, investimenti e export. Nel 2025 si prevede una crescita simile (+0,6%), ma con una revisione al ribasso dovuta alla debolezza economica nella seconda metà del 2024 e a un contesto incerto. La ripresa vera e propria è attesa nel 2026, con una crescita dell’1%, sostenuta anche dal proseguimento del taglio dei tassi da parte della BCE, che riporterà la politica monetaria su livelli neutrali.
Nel biennio 2025-2026 il reddito disponibile reale delle famiglie italiane salirà per effetto dell’aumento dell’occupazione, delle retribuzioni pro-capite e del rallentamento dell’inflazione. Con il calo della propensione al risparmio, i consumi cresceranno (+0,8% nel 2025, +1,0% nel 2026).
Sul fronte delle esportazioni, l’Italia ha già registrato un rallentamento nei beni intermedi, dovuto alla debolezza dell’industria europea, e nel 2024 si è mantenuta debole anche la crescita del manifatturiero, pur con dinamiche positive in comparti come farmaceutica e agroalimentare. Il 2025 vedrà un modesto consolidamento delle vendite estere (+1,3%) e una ripresa più marcata nel 2026 (+1,8%), ma sempre su ritmi inferiori al periodo pre-pandemia.
Dal lato dell’offerta, i servizi rimarranno il motore principale della crescita, mentre l’industria non tornerà a espandersi se non nel 2026, grazie a un recupero delle esportazioni e all’allentamento della politica monetaria nell’Eurozona.
Negli ultimi mesi, i prezzi al consumo in Italia hanno mostrato un'accelerazione, pur rimanendo al di sotto della soglia del 2% fissata dalla BCE. In particolare, l’inflazione annua è salita a +1,6% a febbraio 2025, in netto aumento rispetto al minimo di +0,7% registrato a settembre 2024.
Sul fronte della finanza pubblica, il deficit scenderà dal -3,2% del PIL nel 2025 al -2,8% nel 2026, consentendo di uscire dalla procedura per disavanzo eccessivo nel 2027.
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