L’economia italiana registra una crescita modesta nel primo trimestre 2025, frenata dalla debolezza del settore dei servizi e da un’industria che, pur rallentando la fase recessiva, mostra segnali ancora fragili. Il contesto globale, segnato da forte incertezza politica e commerciale, incide negativamente su scambi internazionali, investimenti e fiducia degli operatori. La politica monetaria resta espansiva: la BCE prosegue nel ciclo di riduzione dei tassi, sostenuta dal calo dell’inflazione core e dal netto ribasso dei prezzi energetici. Tuttavia, l’effetto positivo è limitato dall’instabilità dei mercati finanziari e dalla volatilità generata dai nuovi dazi introdotti dagli Stati Uniti, che impattano direttamente sul manifatturiero italiano, esposto in misura rilevante verso quel mercato. Il commercio mondiale è previsto stagnante, mentre i consumi interni rimangono deboli, penalizzati dal calo del reddito reale delle famiglie. In questo quadro, si conferma la tenuta del mercato del lavoro, ma peggiorano le condizioni per investire. Per l’Italia, l’impatto delle tensioni commerciali si traduce in una perdita attesa di crescita dello 0,3% del PIL nel biennio 2025-2026, rendendo prioritaria l’adozione di strategie di apertura commerciale e difesa della capacità produttiva.
Link al rapporto: Congiuntura Flash dal CSC