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Interviste ed Editoriali - 02/10/2020

Leggi l'intervista al nuovo Presidente di Unindustria sul Sole 24 Ore

Angelo Camilli "Al Lazio 9 miliardi di fondi Ue. Priorità infrastrutture e reti"

E’ un momento irrinunciabile per rilanciare il Lazio come terra di impresa>. Angelo Camilli ha sul tavolo alcuni dati: la Regione Lazio per la prossima programmazione europea potrà contare su oltre 6 miliardi di Euro grazie ad incrementi importanti su FESR. Se si dovessero aggiungere quelli del Mes, ne arriverebbero altri 3. . Ma ad una condizione: .

Camilli sa che è questa la sfida della sua presidenza: il 30 settembre l’assemblea privata di Unindustria l’ha eletto al vertice degli imprenditori di Roma e Lazio, con le province di Rieti, Latina, Viterbo e Frosinone. Ci sono le infrastrutture in cima alla lista delle priorità degli interventi necessari: materiali, e cioè strade, porti e ferrovie, e immateriali, dalla banda larga al 5G. , dice Camilli. Che lancia una serie di grandi progetti: l’Expo nella Città Eterna nel 2030 o nel 2035, < un altro evento straordinario dopo il Giubileo del 2025, un’edizione dedicata alle trasformazioni sostenibili delle grandi città, la candidatura comporterebbe un progetto imponente di rigenerazione e di sviluppo>. E anche organizzare a Roma il summit mondiale sulla sanità annunciato in Italia nel 2021. < Bene, la Capitale è per definizione strutturata per questi eventi. Nessuna altra città in Italia ha le caratteristiche di Roma. Voglio fare un plauso alla Sindaca che ha scritto al Presidente Conte per candidare Roma come sede dell’Agenzia europea sulla ricerca biomedica >. Voltare pagina si può, la crescita è un traguardo raggiungibile. .

Ambizione e coraggio. Su quali azioni?

L’ambizione è quella di pensare al futuro con grandi progetti che vanno costruiti già da ora. Il coraggio è nel superare le vischiosità che tengono il paese bloccato da anni. Penso alla burocrazia innanzitutto. I tempi sono un fattore determinante per la crescita. Da decenni aspettiamo le opere che ora il decreto semplificazioni dovrebbe sbloccare, dalla chiusura dell’anello ferroviario di Roma all’ammodernamento della Salaria alla realizzazione dell’autostrada Roma-Latina ed al completamento della Orte – Civitavecchia. Il tutto ad una condizione che la selezione del ceto dirigente nei prossimi anni sia più rigorosa ed attenta. Abbiamo bisogno di persone preparate e qualificate.

Il governo discute sulle linee guida del Recovery Found, come Unindustria state lavorando a proposte? Le presenterete alle istituzioni locali?

Stiamo lavorando a proposte concrete e ne parleremo con la Regione. Il governo appare in ritardo, in altri paesi come la Francia ci sono già progetti operativi, di poche pagine. Noi siamo ancora alle linee guida. Ci vogliono indirizzi chiari, a misura delle imprese. Chiediamo alla Regione che fino ad ora ha fatto bene, il coraggio di accelerare e di mettere ancora di più le imprese al centro dell’agenda dello sviluppo.

C’è da parte delle aziende la voglia di reagire?

Ho contatti costanti con il territorio, c’è la spinta a resistere e reagire, nonostante alcuni settori abbiano perso anche oltre la metà del fatturato. Non vogliamo giocare in difesa. Non abbiamo bisogno di uno Stato interventista o assistenzialista, ma di uno Stato facilitatore, che rimuova gli ostacoli e liberi il potenziale delle imprese.

Il Lazio quest’anno perderà di meno rispetto alle altre Regioni, ma nel 2021 il rimbalzo sarà meno forte. Perché?

E’ stato così anche nella crisi del 2008. Il Lazio ha una struttura più legata ai servizi che al manifatturiero, pesa molto il turismo, che è stato il settore più colpito dal Covid, insieme ai trasporti e all’audiovisivo. Secondo le previsioni avremo un calo del pil di -8,1%m a fronte del 9,9 della Lombardia e del 12,2 del Veneto. Ma nel 2021 segneremo +4,1 contro il 6,9 della Lombardia e il 7,8 del Veneto. Proprio per questo occorre valorizzare i punti di forza della Regione. L’economia del mare, per esempio, con i porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. Abbiamo settori che sono cresciuti, come il digitale, l’alimentare, l’aerospazio ed il farmaceutico, che vanta eccellenze mondiali tra Frosinone e Latina.

Roma città metropolitana rappresenta il 70% del pil regionale. Un traino per il resto del territorio?

Lo deve essere sempre di più ad una condizione che tutto avvenga in armonia con le altre provincie. Per questo servono infrastrutture materiali e immateriali. In molte aree industriali del Lazio manca la banda larga, un’esigenza ormai irrinunciabile per lo sviluppo.

Un’azione verso le istituzioni e grande attenzione agli associati: cosa stanno chiedendo le aziende in questa fase?

Le imprese chiedono ascolto e fiducia. Il mio impegno è stare sempre più vicino alle loro esigenze. Abbiamo otto sedi in tutta la Regione proprio perché vogliamo sostenere le aziende lì dove producono valore. Continueremo il nostro monitoraggio in questa fase ancora molto delicata per cogliere in tempo le criticità e valorizzare le opportunità. Per questo ho voluto accanto a me una squadra di Presidenza di altissimo profilo, composta da imprenditori e manager di grande competenza e prestigio.

 

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Elisabetta de Tommaso




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