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Interviste ed Editoriali - 09/07/2021

Le nostre interviste - Fausto Bianchi: Pmi pronte per la ripresa, PNRR grande opportunità

Intervista al Sole 24 Ore di Andrea Marini

«La presenza nel Lazio di grandi imprese leader in settori strategici quali Ict, farmaceutico, chimico, automotive, audiovisivo, alimentare ha stimolato la creazione di filiere composte in prevalenza di piccole e medie imprese con un altissimo livello di specializzazione e qualità. Delle vere e proprie eccellenze da cui ripartire dopo la crisi pandemica». Fausto Bianchi, 45 anni, presidente del Comitato Piccola Industria di Unindustria Lazio, analizza le strategie per la ripresa dopo l’impatto che ha avuto il Covid sulle Pmi della Regione (il 99,9% delle aziende, che dà lavoro all’84,9% degli occupati e pesa per il 73,4% sul valore aggiunto prodotto).

Imprenditore di seconda generazione di Latina, è titolare del Gruppo Bianchiassicurazioni – un portafoglio di oltre 15mila clienti e 3mila imprese, con uffici in tutta la regione – che opera da quasi 50 anni nei servizi assicurativi del Risk Management per le principali compagnie assicurative italiane ed estere.

Le piccole e medie imprese del Lazio stanno meglio o peggio del resto d’Italia?

Anche nel Lazio sono soprattutto le piccole imprese ad aver sofferto di più lo scorso anno: secondo una indagine del nostro Centro Studi, la quota di imprese che ha registrato perdite di fatturato superiori al 10%, va dal 65% delle micro al 47% delle grandi imprese.  La situazione risulta molto diversificata,  non solo tra settori, ma anche tra tipologie di imprese. Quelle che a seguito della pandemia non hanno messo in atto nessuna strategia di reazione sono il 64% del totale  in media nazionale e il 60% nel Lazio.

E le imprese più reattive?

Sono quelle che hanno investito nei  servizi online, nell’e-commerce, nella riorganizzazione degli spazi di lavoro, nelle riconversioni produttive, le trasformazioni in chiave 4.0, nell’internazionalizzazione. Queste imprese hanno un maggiore potenziale, ma per molte di esse l’outlook resta negativo, perché operano in settori che hanno sofferto anche la seconda ondata della pandemia: turismo, cultura, intrattenimento, sport, moda, cinema. Nel Lazio questi casi sono numerosi: il 16% delle imprese, più che nella media nazionale che è dell’11%. 

Ci saranno però settori in controtendenza...

Ha registrato buone performance nel 2020 l’Ict, grazie all’accresciuta domanda di prodotti e servizi informatici e di connettività. La chimica, plastica e carta hanno usufruito dell’incremento delle vendite di prodotti sanificanti e di prodotti per l’imballaggio, l’asporto, il packaging. Inoltre, già da alcuni mesi tutta l’industria, comprese le costruzioni, sta sperimentando una fase di rilancio, grazie all’accresciuta domanda. Anche se adesso si è aggiunto il problema dei rincari delle materie prime, e diventerà sempre  più fondamentale il tema del riuso, del riciclo e della sostenibilità ambientale.

Con il blocco delle attività e la necessità di pagare dei costi fissi (affitti, personale…) c'è stata una crisi di liquidità per le Pmi?

Sì, grazie al nostro Centro Studi sappiamo che oltre la metà delle imprese di piccole e medie dimensioni ha richiesto un prestito, dall’inizio dell’emergenza Covid ad oggi. La maggior parte per finanziare l’attività corrente (70%) e per coprire i costi fissi non comprimibili (23%), ma un terzo (32%) ha aumentato le scorte a scopo precauzionale. Non è da escludere che queste ultime siano risorse disponibili ora per investimenti: dal nostro osservatorio emerge che la metà delle imprese intende incrementare gli investimenti nel 2021 rispetto al 2019 e che un terzo si allineerà ai livelli pre-Covid.

La ripresa nel Lazio sarà più lenta o più veloce rispetto al resto d’Italia?

Nell’ultimo decennio, l’economia del Lazio e della Capitale ha risentito più di altre regioni dell’andamento decrescente degli investimenti pubblici. Il Pnrr rappresenta  una grande opportunità per invertire tale tendenza. Dalla riforma della pubblica amministrazione in chiave digitale alla valorizzazione del patrimonio archeologico, culturale e turistico di Roma in vista del Giubileo del 2025 e allo sviluppo dell’industria cinematografica. Ci sono poi le linee di intervento su mobilità, infrastrutture, transizione ecologica e servizi pubblici. Questi elementi ci portano ad essere ottimisti sulla crescita nei prossimi anni.  Già i dati dell’export nel primo trimestre 2021 (+12,4% contro il +4,6% a livello nazionale) ci fanno capire che ci sono settori che hanno agganciato al ripresa. 

Non c’è il rischio che le risorse del Recovery vadano a vantaggio solo delle grandi imprese?

Non c’è  una conflittualità grandi-piccole aziende. Anche perché sarebbe impensabile gestire il Recovery senza coinvolgere le Pmi.   Più che altro le risorse andranno spese bene. Serve una stagione di alta progettualità: le scelte che andiamo a fare oggi avranno impatti sul futuro “economico” dei nostri figli.

Che contributo possono dare le Pmi in vista del Giubileo 2025 e dell’eventuale Expo di Roma 2030?

I grandi eventi richiedono competenze elevatissime nel settore delle opere, dell’ospitalità e sempre più nel settore dell’Ict e della cyber-security. Comparti in cui le nostre aziende sono altamente specializzate: potranno e dovranno essere partner fondamentali. Serve però uno sforzo di semplificazione e certezza nei tempi e nelle procedure.

Che  misure che dovrebbe adottare la Regione Lazio per le Pmi?

Abbiamo chiesto di intervenire nell’ambito della nuova programmazione dei fondi europei con misure strutturali per la ricapitalizzazione delle Pmi. Poi abbiamo chiesto di lavorare sul tema delle fonti alternative di finanziamento, come i minibond. In aggiunta, occorre sostenere le Pmi nel rafforzamento della managerialità. Si soffre anche la carenza di personale specializzato. Per questo è fondamentale portare avanti il progetto del Politecnico di Roma e del Lazio.

In autunno si vota a Roma. Qual è il vostro identikit per il nuovo sindaco?

Non guardiamo il colore politico, ma avremo molta attenzione alle competenze.

Quali sono le priorità per le Pmi su cui dovrebbe concentrarsi il nuovo sindaco?

Infrastrutture materiali e immateriali, decoro pubblico, istruzione, innovazione e attrazione degli investimenti. L’area della Tiburtina ad esempio, uno dei poli a maggior concentrazione industriale: serve un vasto piano strategico con il prolungamento della linea metropolitana, l’adeguamento della grande strada consolare e lo svincolo del Grande raccordo anulare. Ma anche parcheggi e servizi funzionali.

Che consiglio darebbe alle piccole e medie aziende del Lazio per riprendersi dopo la crisi pandemica?

Non esiste una formula magica, ma sicuramente occorre investire su rafforzamento patrimoniale, digitalizzazione, internazionalizzazione e sostenibilità ambientale.

 

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