Roma, 23 luglio 2021
LAVORO: NELLA RIFORMA AMMORTIZZATORI SERVE POTENZIARE LA NASPI, PARAMETRARE I CONTRIBUTI DELLA CASSA INTEGRAZIONE E PUNTARE SU POLITICHE ATTIVE
La Naspi andrebbe potenziata, eliminando ingiustificabili disparità di contribuzione tra settori e introducendo una chiara condizionalità nel beneficio del sostegno economico legata alla formazione”. Così il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in una lettera inviata ai Presidenti delle associazioni confederate, in cui delinea le priorità delle azioni politiche in attesa della riforma degli ammortizzatori. “L’altro pilastro del sistema di ammortizzatori sociali è la cassa integrazione. La contribuzione andrebbe parametrata al rischio di utilizzo. La cassa integrazione ordinaria del settore industriale evidenzia un saldo positivo di circa 2 miliardi all’anno, che potrebbero essere in parte destinati ai fondi interprofessionali per finanziare le politiche attive. Bisogna ripensare anche l’integrazione salariale straordinaria: è illogico gestire situazioni diverse con un unico strumento”. Il Presidente ha poi evidenziato la distinzione tra crisi occupazionali, che necessitano “un mix equilibrato di politiche attive e sussidi economici” e crisi di natura industriale, per cui servono “piani operativi di rilancio delle attività produttive, coinvolgendo il Mise e valutando le scelte strategiche di politica industriale”. Infine, andrebbe riformato l’intero sistema delle politiche attive, conferendo “pari dignità ai centri per l’impiego pubblici e alle agenzie private, che vantano una conoscenza diretta della domanda di lavoro. Per questo - ha concluso Bonomi - il lavoratore deve avere la libertà di scegliere a chi rivolgersi per la ricollocazione".
MADE IN ITALY: RAPPORTO ESPORTARE LA DOLCE VITA, IL BELLO E BEN FATTO ITALIANO VALE 135 MILIARDI DI EXPORT CON UN POTENZIALE DI CRESCITA DI 82 MILIARDI
Il Bello e Ben Fatto italiano vale 135 miliardi di euro, rappresenta una parte consistente delle esportazioni complessive dell’Italia ed è trasversale a tutti i principali comparti dal Made in Italy, seppure in maniera più marcata nei settori afferenti alle 3 “F” di Fashion, Food and Furniture. Le eccellenze italiane si dirigono prevalentemente verso i mercati avanzati, che insieme assorbono circa 114 miliardi di euro. Ammonta invece a oltre 20 miliardi di euro il quantitativo di eccellenze esportato verso i paesi emergenti, che, per il loro dinamismo offrono margini di crescita maggiori, anche se presentano rischi più elevati. È quanto emerge dall’analisi condotta dal Rapporto Esportare la Dolce Vita, realizzato dal Centro Studi Confindustria, in collaborazione con UniCredit e con il contributo di SACE, Netcomm e Fondazione Manlio Masi - Osservatorio nazionale per l’Area Affari Internazionali e gli scambi. L’Italia presidia bene i mercati più dinamici ma c’è un margine potenziale di incremento delle esportazioni pari a 82 miliardi di euro. L’analisi contenuta nel Rapporto consente proprio di ottenere una misura del potenziale italiano di mercato nell’ambito del BBF, rispetto alla quale valutare il margine di miglioramento delle posizioni acquisite finora. Il potenziale si ripartisce per oltre tre quarti nei paesi avanzati (62 miliardi di euro) e per la restante parte negli emergenti (20 miliardi di euro).I paesi avanzati rappresentano mercati più grandi e domandano con maggiore intensità i beni del BBF. Gli Stati Uniti sono il mercato con il più alto potenziale in termini assoluti, 15,5 miliardi di euro di possibile export aggiuntivo. Potenziale elevato anche per Francia, Germania e Regno Unito, che complessivamente valgono 13,7 miliardi di euro di potenziale. Il primo paese per potenziale è la Cina con 3,9 miliardi di euro di export aggiuntivo possibile. Nel dettaglio, a fronte di un potenziale totale di 8,6 miliardi, l’export già realizzato è il 60% circa (4,7 miliardi), mentre è ancora sfruttabile il 40% del potenziale di crescita del BBF. Tra i paesi emergenti, la Cina è quello che offre maggiori margini di miglioramento anche nel medio-lungo termine. Le stime sullo stock attuale della classe media benestante e sull’aumento dei nuovi ricchi al 2025 e 2030, mostrano che i mercati asiatici sono gli assoluti protagonisti tra i mercati emergenti. La Cina si colloca al primo posto sia per dimensione attuale della classe benestante (265,6 milioni) che per la crescita nel prossimo quinquennio (70,2 milioni). La Cina si conferma un’osservata speciale per l’Italia, come paese emergente ad alto potenziale di export ma anche principale competitor. Insieme alla Germania, USA, Francia e Spagna è infatti tra i principali competitors nelle categorie merceologiche del BBF.
CLIMA: SU PACCHETTO UE DRAGHI CI CONVOCHI, SERVE VISIONE STRATEGICA E TRANSIZIONE GRADUALE E ORDINATA
Sulla transizione energetica, e in particolare sulle ripercussioni del pacchetto Clima UE rispetto ad alcuni comparti industriali "chiediamo al premier Draghi di essere convocati e confidiamo che presti grande attenzione al dossier, prendendone la leadership. Dovremo scalare una montagna, c'è in gioco il manifatturiero italiano". Così al Sole 24 Ore Aurelio Regina, delegato di Confindustria per l'Energia e la transizione energetica, ribadendo come "il pacchetto ambiente europeo deciso dalla Ue la scorsa settimana inciderà profondamente sull'assetto produttivo dell'Europa. E inciderà soprattutto sui paesi manifatturieri, come la Germania, la Francia e l'Italia. C'è bisogno di grande attenzione, di realismo, di trovare soluzioni tecnologiche per consentire una transizione energetica ordinata, con tempi e modalità adeguate". Per Regina "occorre una riflessione politica a livello di governo, vanno messe in campo misure di sostegno anche per l'industria trascurata nel Pnrr. Il nostro Governo deve essere più presente a Bruxelles e presidiare lo sviluppo della normativa del Green Deal valutando attentamente gli interessi del Paese, per evitare che si verifichino squilibri tra i paesi membri". Al ministro della Transizione ecologica Cingolani "abbiamo espresso la preoccupazione di Confindustria – ha affermato Regina. È una questione complessa, di cui va investito tutto il governo insieme alle istituzioni. Occorre delineare rapidamente una visione strategica di politica industriale per il Paese identificando da subito le linee di intervento e i tempi per la riconversione e lo sviluppo dell'industria nazionale lasciata sola di fronte a questa sfida senza precedenti".
DIGITALE: RINNOVATO ACCORDO SIEMENS-CONFINDUSTRIA FINO AL 2022. 100 GIORNATE DI FORMAZIONE PER LE IMPRESE ASSOCIATE
È un'alleanza che in tre anni ha avvicinato alle tecnologie digitali 300 aziende manifatturiere. Ora questa partnership si rafforza con il rinnovo da parte di Siemens e Confindustria di un accordo che punta a plasmare smart factory in modo concreto e diffuso sul territorio. Fino al 2022 Siemens offrirà alle imprese di Confindustria 100 giornate di formazione sulla trasformazione digitale: dopo un assessment sulla maturità digitale delle aziende - grazie al coinvolgimento di tutta la rete nazionale dei DIH-Digital Innovation Hub - le imprese verranno poi indirizzate e accreditate presso il DEX, il Digital Enterprise Experience Center Siemens di Piacenza." Visitare luoghi come questi e vedere come le tecnologie digitali possano essere integrate nei processi produttivi è il meccanismo più efficace per contaminare le imprese e indurre un 'effetto emulazione' nelle Pmi" - ha commentato il Vice Presidente per le filiere e le Medie Imprese Maurizio Marchesini, che ha siglato l'accordo insieme alla Dg Francesca Mariotti. "Con Siemens vogliamo passare dalla sensibilizzazione delle imprese alla realizzazione dei progetti 4.0" ha sottolineato Gianluigi Viscardi, Coordinatore nazionale della rete dei DIH di Confindustria".
Leggi l’articolo del Corriere della Sera sulla Lettera del Presidente Carlo Bonomi alle Associazioni Confederate sulla Riforma degli Ammortizzatori sociali
Leggi il rapporto integrale del Centro Studi Confindustria “Esportare la Dolce Vita”
https://bit.ly/3kTzvO1
Leggi l’intervista di Aurelio Regina al Sole24ore
Leggi il comunicato stampa sull’accordo Siemens- Confindustria