Interscambio commerciale con l'estero

Aggiornamento al II trimestre 2021 dei dati Istat sull'import-export

In linea con l’andamento nazionale, l’export di beni prodotti nel Lazio segna nel primo semestre del 2021 un incremento di 18,5 punti percentuali rispetto al 2020, corrispondenti a +2,2 mld €. L’incremento si lega principalmente alla performance di Roma (+2 mld €).

Dall’analisi sul triennio 2019-2021, emerge come l’industria laziale abbia sostanzialmente recuperato il gap generato dalla pandemia (-1,4% sul primo semestre 2019), sebbene appaia un po' in ritardo rispetto ad altri territori italiani (in media +4,1%). In particolare, le imprese di Roma e Viterbo hanno ampiamente superato i valori dell’export realizzati nel 2019 (+20,9% e +13,8%, rispettivamente). Ancora al di sotto restano invece le province di Latina e di Frosinone (-17,4% e -12,8%,), e il risultato è da attribuire al peso del settore Farmaceutico e al confronto con un periodo, il primo semestre 2019, che aveva registrato un picco anomalo di questa tipologia di esportazioni (+40% sul primo semestre 2018).

Dal punto di vista settoriale, contribuiscono maggiormente alla ripresa sul 2020 i comparti della Metallurgia (+1,1 mld €), degli Autoveicoli (+296 mln €) e dell’Aerospazio (+276 mln €). Viceversa, incidono negativamente la Farmaceutica (-291 mln €) e la Chimica (-171 mln €). Nel primo caso, la variazione 2021 sul 2020 è in linea con quella registrata dal Farmaceutico in ambito nazionale (-5% Lazio; -8,8% Italia). Nel caso della Chimica invece, la tendenza risulta opposta a quella media nazionale ed è riconducibile all’andamento dei Prodotti chimici di base (-32,5%) e degli Altri prodotti chimici (-23,0%).

L’analisi dei risultati settoriali sul triennio 2019-2021 mostra il recupero registrato dalla quasi totalità dei comparti, fatta eccezione per la Farmaceutica (-23,2%) che tuttavia pesa per il 39% sull’export regionale.

Per quanto riguarda i mercati di sbocco, i Paesi dell’Unione europea registrano un marcato recupero, sia sul 2020 (+25%) sia sul 2019 (+16%). Al di fuori dell’Unione europea, la variazione complessiva sul 2019 resta invece negativa e pari al -22% (contro il +2% nazionale), con un recupero del +9% sul 2020.