“Dalle nostre prime rilevazioni, abbiamo stimato che la bolletta energetica, a fine anno, salirà a oltre 3 miliardi di euro. Eravamo a un miliardo e mezzo nel 2021 contro i 600 milioni che si spendevano prima del Covid. Ma nessuno è in grado di calcolare con certezza quale sarà l'impatto per il nostro sistema produttivo”. Lo dichiara oggi il Presidente di Unindustria Angelo Camilli in un’intervista a Il Messaggero.
“Ora dobbiamo augurarci di chiudere il 2022 in segno positivo. Anche perché il nostro Pil farà a meno dell'apporto del turismo. Il tema principale è quello dei costi dell'energia e delle materie prime, senza dimenticare che scontiamo anche la bassa disponibilità di componentistica. E le misure sono quelle che abbiamo suggerito già prima dell'inizio della crisi ucraina: il tetto al prezzo del gas e una riduzione netta dell'Iva e dell'accisa sui carburanti, non i 15 centesimi di cui si parla. Sul fronte energetico stiamo lavorando a due misure per il rafforzamento patrimoniale delle nostre imprese, per permettere soprattutto a quelle medio piccole di resistere alle crisi, che ormai si ripetono ciclicamente, e di limitare il ricorso al debito bancario. La prima prevede l'erogazione di finanziamenti a medio termine e a tassi vantaggiosi alle Pmi, che si impegnano a investire sulle proprie aziende. L'altra riguarda minibond a 7 anni, sempre emessi da questo tipo di imprese, per recuperare capitali, con la Regione che, da un lato, garantisce una quota sottoscritta da realtà finanziarie e dall'altro si accolla parte dei costi del collocamento. La finalità è quella di aiutare le imprese che garantiscono più investimenti, ricerca e occupazione a crescere e a reggere l'urto della crisi. Queste misure vanno nella giusta direzione, però la Regione deve avere più coraggio”.
“Le nostre industrie non sono molto esposte verso Russia e Ucraina; l’export del Lazio in questa direzione vale 1º per cento, riguarda soprattutto la moda e il lusso, mentre per le importazioni è più coinvolta la metallurgia. Però la difficoltà a reperire materie prime può incidere sui tempi di realizzazione dei piani del Pnrr. Per quanto riguarda l'Expo del 2030, ieri abbiamo incontrato nel nostro consiglio direttivo l'ambasciatore Massolo, a capo del comitato organizzatore dell'Expo: abbiamo concordato la creazione di una fondazione aperta a tutte le forze produttive della città e che affiancherà le istituzioni per lanciare progetti e rilanciare la candidatura di Roma in tutti Paesi aderenti al Bie”.
“Le aziende stanno investendo molto sulle energie alternative. Ma sono pochi gli incentivi per esempio sul fotovoltaico e le procedure di autorizzazione farraginose e i troppi vincoli mettono a rischio anche i piani in essere”.
L'intervista è disponibile in allegato.