Tornare al centro per essere di nuovo presidi della città. Cinema e teatri come piazze aperte sul mondo e sugli uomini, divenuti fantasmi nel biennio della pandemia. Luci spente nelle sale cinematografiche, nonostante la riapertura: un trend che in Italia risuona ancora più pesante dopo il calo severo del 60%. Il settore cinema soffre ed è necessario trovare soluzioni e misure adeguate a partire dalle norme per stabilire, una tra tutte, un tempo di rotazione più lungo delle pellicole prima di essere fruibili sulle piattaforme in streaming. È una richiesta “rafforzata” quella indirizzata al Governo per le misure a sostegno del settore e per quelle che agiscono sulle produzioni e i distributori a garanzia della produzione culturale.
Ciò che ora diventa necessario è un sistema di finestre valido per tutti i film: tra le richieste quella dei 180 giorni per il prossimo triennio, dopo la prima proiezione al cinema, trascorsi i quali i film potranno approdare sulle piattaforme streaming e in televisione, come del resto accade nel cinema europeo. Quindi la tax credit: alla distribuzione con un’aliquota salda al 60%, sempre per un triennio, assicurando in questo modo la massima promozione del film e quella alla produzione che dovrà essere rimodulata. Differenziata tra produzione di film (con aliquota del 40%) e opere cinematografiche destinate ad altre modalità di fruizione (con aliquota del 30%).
Infine la regolamentazione dell’utilizzo dell’uscita evento di tre giorni e delle uscite tecniche sull’onda dei titoli che hanno cominciato a bypassare la sala ed arrivare direttamente su piattaforma.
Ha detto in una recente intervista Giampaolo Letta amministratore delegato Medusa Film e presidente del Gruppo Tecnico Turismo Cultura Grandi Eventi di Unindustria a doppia voce con Paolo Del Brocco Amministratore delegato Rai Cinema:
e questo fa sperare che si possa arrivare in tempi brevi alla definizione di nuove misure che consentano alle imprese di pianificare le attività e gli investimenti dei prossimi mesi. Senza “punti fermi”, si corre il serio rischio di non essere nelle condizioni di programmare le uscite cinematografiche delle prossime settimane e che la crisi dell’esercizio cinematografico diventi irreversibile.