Quando nel 1967 lasciò il Venezuela con la moglie Franca e i due figli ancora bambini, Giovanni Colamedici forse non si sarebbe potuto immaginare che nel giro di qualche anno Colavene - l’azienda da lui fondata al suo rientro a Civita Castellana unendo parte del suo cognome a quelle del Paese che lo aveva ospitato da giovane emigrante – sarebbe diventata uno dei punti di riferimento del Distretto ceramico. In Sudamerica Giovanni Colamedici era infatti diventato un abile falegname e, grazie all’amore e al desiderio di far crescere i figli in Italia era convinto di poter mettere a frutto la sua perizia artigianale anche nel suo paese.
“Con qualche risparmio faticosamente raggranellato e soprattutto un coraggio da leoni tornato a casa si trovò di fronte a un bivio: andare sul sicuro e costruire bare (un mercato, a suo dire, indenne dalla crisi) oppure provare a proporre mobili sotto-lavello. Inutile dire che scelse la seconda strada, praticamente inventando in Italia, sulla scia delle cucine moderne, i mobili per lavanderia”.
A parlare sono Claudia e Valeria Colamedici, nipoti del fondatore, figlie rispettivamente di Lauretta e Giovanni Francesco, quei due bambini nel frattempo diventati genitori e che ora, insieme alla sorella Adriana (nata però in Italia), guidano una realtà da circa 200 dipendenti e oltre 37 milioni di fatturato, di cui circa il 40% realizzato all’estero. Unico gruppo del Distretto, peraltro, capace di produrre (con l’eccezione della rubinetteria) tutti i componenti dell’arredo bagno, dai mobili ai sanitari, dai box doccia ai copriwater.
“La nostra realtà societaria è abbastanza articolata. Colavene spa è proprietaria di quattro brand: Colavene (mobili per l’arredo bagno e la lavanderia), Tamanaco (box doccia, piatti e colonne doccia), Axa (sanitari e lavabi in ceramica) e Colacril (vasche e box doccia per il bagno e l’area benessere).
La spa, inoltre, partecipa in maggioranza alle srl Colbam (sedili copri water) e Kerasan (compresa la divisione Artwork), per gli articoli sanitari in ceramica pregiata”. Complessa solo all’apparenza, la struttura del gruppo risponde in realtà all’esigenza di diversificare settori e segmenti di produzione, venendo incontro alle differenti richieste del mercato. Come complessa solo all’apparenza è la governance, con un CDA composta dai tre fratelli, appunto Lauretta (presidente), Giovanni Francesco e Adriana e da Simona Moroni Direttrice Amministrazione e Finanza. In azienda sono attivi quasi tutti i figli dei fratelli Colamedici (ne hanno due a testa), come appunto Claudia e Valeria. Dalle cucine e dai mobili per lavanderia di Giovanni Colamedici (“che ancora si trovano in vendita su Ebay: si vede che erano fatte bene”) di tempo ne è passato, ma la stella polare è rimasta la stessa.
“Lavoro, impegno, dedizione, passione: senza questi ingredienti non si va da nessuna parte, ogni giorno c’è una sfida nuova. Pensiamo per esempio a quello che sta succedendo ora con il caro energia o alla crisi dell'edilizia lizia di qualche anno fa, con le conseguenti contrazioni delle vendite. Bisogna sempre farsi trovare pronti, puntando su innovazione, ricerca e sviluppo”. Non a caso questi ultimi fattori rappresentano una parte importante degli investimenti e sono alla base di prodotti unici, riconoscibili per stile, classe ed eleganza. Sempre seguendo eccellenza e diversificazione, da una costola della Colavene sono nate l’Azienda Agricola Santa Lucia, che produce seminativi, olio e nocciole, e la Residenza Antica Flaminia, dimora storica di pregio e gettonata location per eventi. Arredata, ça va sans dire, con materiale del gruppo.
In allegato è disponibile l'editoriale completo.