Prima la pandemia, poi la guerra e ora il caro bollette. E «tante aziende non riescono a sopravvivere». A lanciare l'allarme oggi con un'intervista a Il Messaggero è Fausto Bianchi, Presidente del Comitato Piccola Industria Unindustria:
«L'export regge, il mercato ci sarebbe anche, ma vedo aziende costrette a fermarsi e a rinunciare alle commesse per il caro bollette. Se il costo dell'energia passa da 100 mila euro a un milione, è chiaro che tecnicamente quella è un'azienda in fallimento. Non possiamo andare avanti in questo modo e chiediamo interventi precisi, in particolare sui settori che hanno maggiori difficoltà e che in questo momento stanno sospendendo la propria attività».
La prima cosa da fare è «mettere un tetto ai prezzi del gas e dell'energia elettrica e evitando i fenomeni speculativi che distorcono il mercato». Che effettivamente sembra essere proprio quello che sta accadendo con bollette ormai decuplicate. Guerra, caro energia, mancanza di materie prime, effetti post-pandemici, tutto questo si sta abbattendo sull'economia italiana in una vera e propria tempesta perfetta: «Sicuramente i settori energivori, cioè quelli che consumano grandi quantità di energia, sono i più esposti all'andamento dei prezzi, pensiamo all'industria ceramica, alle cartiere, ai cementifici, al settore chimico. La prima mossa di molte aziende è stata limitare la produzione allo stretto necessario, rallentare nei reparti che consumano più energia, chiedere ai dipendenti di lavorare anche nel weekend, quando l'energia costa meno. Quando non è possibile fare tutto questo, le aziende sono state costrette a chiudere temporaneamente intere linee e chiedere la cassa integrazione. Anche chi non è energivoro ormai è in affanno. II rischio di chiusura è alto se non si prendono decisioni coraggiose e di concreto sostegno al mondo imprenditoriale. Gli interventi del Governo sono ancora troppo timidi, non si riesce a riscontrare una volontà vera e concreta di sostenere il tessuto imprenditoriale, in particolare quello delle piccole e medie imprese. Serve più coraggio, se un'impresa su dieci rischia di chiudere a causa dei costi dell'energia, occorre mettere un tetto al prezzo di gas ed energia elettrica». Bianchi chiede inoltre una semplificazione della burocrazia.
Sul Messaggero l'intervista completa - disponibile in allegato - e la testimonianza del nostro associato Marco Serafini di Desco Spa: "Gas da 20€ a megawattora a 246€".
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Caro Energia, Bianchi: Piccole e Medie Imprese in ginocchio