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Adnkronos Ultim'ora - 07/12/2022 15:11:00

Report, 2022 anno nero per i Ghiacciai alpini

Roma, 7 dic. (Adnkronos) - Il 2022 anno nero per i Ghiacciai alpini. Nelle Alpi Occidentali si registra in media un arretramento frontale annuale di circa 40 metri. Tra i 'sorvegliati speciali' i ghiacciai del Gran Paradiso con un arretramento frontale di 200 metri e i ghiacciai Planpincieux e Grandes Jorasses in Val Ferret (AO) per il rischio di crolli di ghiaccio. Alla vigilia della Giornata internazionale della montagna, Legambiente e Comitato Glaciologico Italiano (Cgi) presentano il report finale di Carovana dei ghiacciai 2022 nella conferenza 'Monitorare la scomparsa dei ghiacciai per comprendere l’urgenza dell’adattamento climatico' presso l'Hotel Nazionale di Roma e in diretta streaming sul sito de La Nuova Ecologia e sul canale YouTube di Legambiente. Con partner sostenitori Sammontana e Frosta e partner tecnico Ephoto e in collaborazione con il progetto Life Derris. I dati del report. In ciascuno dei tre settori alpini (occidentale, centrale e orientale) i ghiacciai registrano un arretramento e i più piccoli e alle quote meno elevate stanno perdendo il loro 'status' di ghiacciaio, riducendosi ad accumuli di neve e ghiaccio o poco più. Nelle Alpi Occidentali si registra in media un arretramento frontale annuale di circa 40 metri. Importante è il ritiro di ben 200 metri della fronte del Ghiacciaio del Gran Paradiso. E ancora i ghiacciai del Timorion (in Valsavaranche) e del Ruitor (La Thuile) con una perdita di spessore pari a 4,6 metri di acqua equivalente, la peggiore perdita degli ultimi ventidue anni. Accentuati i ritiri glaciali del Ghiacciaio di Verra (Val d’Ayas), del Ghiacciaio del Lys e degli altri corpi glaciali del Monte Rosa, come il Ghiacciaio di Indren, che in due anni, ha registrato un arretramento frontale di 64 metri, 40 solo nell’ultimo anno. Il Pré de Bar, che dal 1990 ad oggi registra mediamente 18 metri di arretramento lineare l’anno e il Miage che in 14 anni ha perso circa 100 miliardi di litri di acqua, il cui lago glaciale appare e scompare, negli ultimi tre anni in maniera sempre più rapida e repentina (in passato si verificava circa ogni 5/10 anni). 'Sorvegliati speciali' i ghiacciai Planpincieux e Grandes Jorasses in Val Ferret (AO) per il rischio di crolli di ghiaccio che potrebbero coinvolgere gli insediamenti e le infrastrutture del fondovalle. Nel settore centrale, emblematico il Ghiacciaio del Lupo che, solo nel 2022, nel suo bilancio di massa registra una perdita del 60% rispetto a quanto perso nell’arco di 12 anni. Il Ghiacciaio di Fellaria (Gruppo del Bernina, Val Malenco) perde in 4 anni quasi 26 metri di spessore di ghiaccio. Tra i fenomeni di collasso delle fronti spicca quello del Ghiacciaio del Ventina (Gruppo del Monte Disgrazia), che in un anno ha perso 200 metri della sua lingua. Per quanto concerne le Alpi Orientali, del grande Ghiacciaio del Careser (Val di Pejo), rimangono placche di pochissimi ettari, la sua superficie si è ridotta dell’86%. Numerosi gli arretramenti delle fronti, in gran parte dovuti alla cesura delle parti frontali, oltre un chilometro per la Vedretta de la Mare e a 600 metri per il Ghiacciaio di Lares (Gruppo dell’Adamello). E il Ghiacciaio della Marmolada tra quindici anni potrebbe scomparire del tutto, dopo che nell’ultimo secolo ha perso più del 70% in superficie e oltre il 90% in volume. In linea con gli altri due settori le perdite di spessore registrate per i ghiacciai di Malavalle e della Vedretta Pendente. Unica eccezione è il Ghiacciaio Occidentale del Montasio, piccolo ma resistente che, pur avendo subito in un secolo una perdita di volume del 75% circa e una riduzione di spessore pari a 40 metri, dal 2005 risulta stabilizzato, in controtendenza rispetto agli altri ghiacciai alpini. “La crisi climatica non arresta la sua corsa, sembra anzi accelerare ad un ritmo impensabile anche dagli stessi esperti, non risparmiando le nostre montagne, sua sentinella principale - ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - In occasione della Giornata internazionale ad esse dedicata torniamo a ribadire l’urgenza di programmare al più presto una reale governance del territorio e dei rischi ad esso connessi, con adeguate strategie e piani di adattamento al clima su scala regionale e locale, a tutela dei territori e delle comunità. Dalla tragedia della Marmolada all’alluvione delle Marche, fino alla frana di Ischia: nell’anno più drammatico per l’ambiente, è fondamentale che il governo Meloni approvi il Piano di adattamento climatico entro fine anno come annunciato e metta in campo gli strumenti e le risorse per attuarlo nel prossimo futuro. È altrettanto fondamentale procedere speditamente allo sviluppo delle politiche di mitigazione, partendo dall’aggiornamento del Pniec agli obiettivi del programma europeo Repower Eu”. “Per i ghiacciai italiani, e non solo, il 2022 è stato l’annus horribilis, e la Carovana dei Ghiacciai 2022, ha fotografato in modo chiaro la drammatica situazione delle nostre Alpi - ha aggiunto Valter Maggi, presidente Comitato Glaciologico Italiano - La temperatura più elevata di sempre nel Nord Italia oltre ad una riduzione importante delle precipitazioni ha portato al drastico ritiro delle fronti glaciali e, con poche eccezioni, a bilanci di massa estremamente negativi. Questo è il quadro che emerge dalle misure effettuate dal Comitato Glaciologico Italiano su oltre 250 ghiacciai italiani, che non fanno altro che confermare una tendenza in atto da oltre cinquant’anni”. A corollario del report sui ghiacciai, l’Associazione ambientalista ha lanciato un pacchetto di proposte di policy di adattamento delle aree montane per la gestione delle acque e dei rischi causati da fenomeni meteorologici estremi, raggruppati in tre ambiti d’azione: monitoraggio e attuazione, formazione e conoscenza e attuazione.

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