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Documento - 27/06/2012

NOTA DAL CSC – Politiche espansive per uscire dalla crisi

Le condizioni economiche dell’Area euro si stanno rivelando molto peggiori rispetto alle previsioni. Le misure finora adottate dalla BCE e dai governi, alla luce dell’andamento delle variabili reali e della reazione dei mercati finanziari, si sono dimostrate del tutto inadeguate.

In particolare, le politiche di bilancio improntate al solo rigore, invece di stabilizzare il ciclo, stanno facendo avvitare su se stessa l’intera economia europea (Grafico B – NOTA DAL CSC in allegato).

L’esperimento in atto nell’Area euro, di restrizione dei bilanci pubblici in presenza di un’ampia capacità produttiva inutilizzata, dimostra la validità delle prescrizioni contenute in ogni manuale di politica economica. Quando c’è ampia capacità produttiva inutilizzata, pari in media al 2,6% del PIL nell’Eurozona (e addirittura 2,9% in Italia, 3,7% nei Paesi Bassi, 4,4% in Spagna, 4,6% in Portogallo e 10,7% in Grecia), le politiche restrittive abbassano il PIL effettivo e distruggono base produttiva, quindi il PIL potenziale, minando la sostenibilità dei conti pubblici nel lungo periodo (Grafico A – NOTA DAL CSC in allegato). Perciò è indispensabile cambiare strategia, puntare sul risanamento con misure strutturali che agiscano nel tempo e che non impediscano di sostenere nell’immediato la domanda, o per lo meno evitino di comprimerla ulteriormente rispetto a quanto già fanno le forze che agiscono in senso recessivo, quali lo sgonfiamento delle bolle immobiliari, la riduzione della leva dei sistemi bancari e l’aggiustamento dei bilanci familiari.

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