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Documento - 24/06/2014

Banca d'Italia - L’economia del Lazio

Centro Studi Documentazione: diffuso il rapporto aggiornato al 2013 e prime indicazioni 2014

La sede di Roma della Banca d'Italia ha presentato, il 23 giugno presso la Facoltà di Economia della Sapienza Università di Roma,  il rapporto "L'economia del Lazio" . La pubblicazione fornisce gli aggiornamenti annuali dei principali indicatori economici e finanziari della regione, insieme ad alcuni approfondimenti strutturali.

Il rapporto segnala che nel 2013 è proseguita la fase congiunturale critica nel Lazio con la caduta dell'attività economica, legata alla riduzione dei consumi delle famiglie e all'ulteriore calo degli investimenti delle imprese; mentre anche il contributo delle esportazioni è risultato lievemente negativo. Le stime regionali di Prometeia indicano, inoltre,  che il PIL del Lazio si è ridotto di oltre un punto e mezzo per cento, sostanzialmente in linea con la media nazionale.

Le tendenze recessive si sono però progressivamente affievolite nell'ultima parte del 2013 e le indagini condotte in marzo-aprile del 2014 dalla Banca d'Italia evidenziano una stabilizzazione della produzione e della domanda interna; migliorano lievemente i programmi di investimento delle imprese per l'anno in corso.

Non migliora il mercato del lavoro: nel 2013 l'occupazione in regione è scesa quasi del 2 per cento, con un ricorso alla Cassa integrazione rimasto su livelli molto elevati pur risentendo dei carenti finanziamenti per la componente in deroga. Il tasso di disoccupazione è cresciuto, superando il 12 per cento, per l'aumento sia di chi ha perso il lavoro, sia dei giovani in cerca di primo impiego. Nel triennio 2011-13 la quota di giovani laziali tra 18 e 29 anni che non lavora, non studia né è coinvolta in attività formative (i cosiddetti Neet) ha toccato il 28 per cento.

Nel corso del 2013 l'andamento del credito alla clientela regionale ha continuato a risentire della riduzione dell'attività economica. La flessione dei prestiti alle imprese, in atto dalla seconda metà del 2012, è divenuta più intensa mentre il credito alle famiglie, stazionario per gran parte dell'anno, ha iniziato a ridursi. Dalle prime indicazioni queste tendenze sarebbero proseguite anche nel primo trimestre di quest'anno.

Il rapporto completo è disponibile al link seguente

 
 
 
 

 

 

 
 
 

 

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