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News - 05/08/2014

Agenda digitale italiana: lo stato dell'arte tra decreto e altre norme

 Finanziamenti pubblici per eliminare il digital divide entro il 2013 2014-2015 e agevolazioni per mettere fibra ottica. Digitalizzazione dei rapporti azienda-cittadino con la Pubblica amministrazione e del lavoro al suo interno. Spinta alle aziende che fanno innovazione. 


Possiamo sintetizzare con questi tre pilastri l'azione del governo, verso l'Agenda digitale italiana. Si è cominciato con un decreto legislativo uscito in Gazzetta Ufficiale il 19 ottobre, il Crescita 2.0, convertito in legge con un maxiemendamento del Senato.  Qui il testo, qui una sintesi. Ci sono misure avviate da ministeri come il Miur e Sviluppo economico (i regolamenti Piano nazionale banda larga e Piano nazionale banda ultra larga). Ci sono anche i bandi già pubblicati dal Miur per le Smart Cities & Communities.  Alcune misure sono anche nel decreto Semplificazioni e, a fine 2013, nel Decreto del Fare (soprattutto gli incentivi alle PMi che investono in ICT) e nella Legge di Stabilità. Il secondo pilastro è a sua volta basato su tre priorità (Anagrafe centralizzata, Identità digitale, Fatturazione elettronica).

Vediamo allo stato lo scheletro di Agenda che prende forma. 

Infrastrutture banda larga

L’Agenda prevede di completare la copertura banda larga (almeno 2 Megabit) entro il 2014 (ma ora si passerà al 2015) e di fare un po' di banda ultra larga. Adesso ci sono 900 milioni di euro, da varie fonti (per lo più comunitarie, raccolte dalle Regioni e poi rese centralizzate da Sviluppo economico). Qui lo stato dell'arte aggiornato.

Si è partiti con 1,08 miliardi di euro comunitari del Piano nazionale banda larga del ministero allo Sviluppo economico. Di questi fondi il ministero ha già speso 500 milioni. Considerando anche recenti fondi europei presi dalle Regioni, ci sono ora 235 milioni per il digital divide d'accesso, più 121 milioni per il digital divide di backhauling, più circa 41 milioni di euro per costruire un datacenter cloud per i servizi della PA. Il bando per il digital divide affiderà agli operatori il compito di costruire una rete wired o wireless. Ci sono infine 547 milioni per la banda ultra larga al Sud (compreso un 30 per cento minimo fornito dagli operatori): il piano nazionale banda ultra larga, di Sviluppo economico, è stato approvato da Bruxelles a metà dicembre e riguarda Calabria, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia (la Puglia agisce da sola con un proprio piano). 

I bandi banda larga sono partiti tra marzo e giugno 2013; quelli ultra larga sono tra giugno e luglio. Si concluderanno entro il 2014. Futuri bandi per la ultra larga arriveranno in seguito, con altre Regioni che vorranno aderire al piano di Sviluppo economico, sfruttando future risorse comunitarie (fondi infrastrutturali europei 2014-2020).

Per la banda ultra larga l'obiettivo è dare i 30 megabit a tutti e i 100 megabit al 50 per cento degli italiani entro il 2020 (sono gli obiettivi chiesti dall’Europa), sommando le coperture degli operatori con quelle fatte dallo Stato. Nel decreto previste, a tal fine, agevolazioni per chi scava: vengono dimezzati i tempi per le varie autorizzazioni, è favorito l'uso delle mini trincee, che permettono di ridurre fino al 75 per cento i costi di scavo rispetto alle trincee tradizionali. Un decreto attuativo Mise-Mit ha dato  il via libera effettivo alle mini trincee e ha definito la superficie massima di manto stradale che deve essere ripristinata a seguito di una determinata opera di scavo, l’estensione del ripristino del manto stradale sulla base della tecnica di scavo utilizzata, quali trincea tradizionale, minitrincea, proporzionalmente alla superficie interessata dalle opere di scavo, le condizioni di scavo e di ripristino del manto stradale a seguito delle operazioni di scavo, proporzionalmente all’area d’azione.

Utile nel decreto anche la maggiore flessibilità concessa alle misurazioni elettrosmog, il che dovrebbe accelerare la copertura Lte anche in chiave anti digital divide.

Altre agevolazioni in vista della banda ultra larga, sempre nel decreto: gli operatori di tlc avranno assicurato l'accesso alla parti comuni degli edifici per le operazioni di posa della fibra ottica, ma avranno l'onere di ripristinarle a proprie spese.

Credito di imposta per la realizzazione di nuove infrastrutture. Il decreto, per favorire la realizzazione di nuove opere infrastrutturali, per un valore superiore ai 500 milioni di euro, prevede un credito di imposta a valere sull’IRES e sull’IRAP generate in relazione alla costruzione e gestione dell’opera. Il credito di imposta è stabilito per ciascun progetto nella misura necessaria al raggiungimento dell’equilibrio del piano economico finanziario e comunque entro il limite massimo del 50% del costo dell'investimento. Il credito di imposta non costituisce ricavo ai fini delle imposte dirette e dell’IRAP. Il credito di imposta è posto a base di gara per l'individuazione dell’affidatario del contratto di partenariato pubblico privato e successivamente riportato nel contratto. Bocciato invece un emendamento del Senato per un credito d'imposta su opere Ngn di valore inferiore ai 500 milioni.

Smart Cities & Communities

“Città e comunità intelligenti”. Il Miur ha emesso un bando nazionale da 665,5 milioni di euro e uno già completato per il Sud, da 240 milioni. In pratica le imprese ci presentano progetti che mirano a risolvere esigenze di specifiche pubbliche amministrazioni grazie alla tecnologia». Tipo l’ospedale che ha bisogno di un sistema per controllare i parametri di malati cronici da casa o il Comune che ne vuole uno per controllare l’illuminazione con efficienza energetica. Qui alcuni esempi già realizzati. Inoltre, secondo il decreto, "l’Agenzia per l’Italia digitale definisce strategie e obiettivi, coordina il processo di attuazione e predispone gli strumenti tecnologici ed economici per il progresso delle comunità intelligenti. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delegato per l'innovazione  tecnologica, sentiti l’Agenzia previa intesa con la Conferenza unificata è elaborato lo Statuto della cittadinanza intelligente" (si collega a Ricerca e Innovazione, vedi sotto). Il bando nazionale ha decretato i vincitori a febbraio, ma con parte delle risorse (350 milioni di euro).

Razionalizzazione dell'informatica della Pa

L'Agenzia per l'Italia Digitale sta lavorando per creare un numero ristretto di datacenter centrali (contro gli attuali circa 4 mila Ced da cui la Pa eroga servizi) e da qui fornire servizi come l'identità digitale, l'anagrafe unica (vedi sotto). A tal scopo ha lanciato a maggio 2013 il bando per il nuovo Sistema pubblico di connettività (rete che congiungerà tutte le Pa e i relativi servizi). Altri bandi si occuperanno di software e infrastrutture unificate. 
 

Scuola, Sanità e pubblica ammistrazione (eGov)

Già secondo il decreto Semplificazioni, la Pa dovrà fare tutti i servizi via internet dal 2014 e Crescita 2.0 stabilisce responsabilità disciplinari per chi non si adegua. Il Miur ha già stabilito inoltre che tutte le scuole devono essere online e da quest'anno scolastico le iscrizioni devono essere fattibili via internet; al via, non senza difficoltà, anche il registro in formato elettronico. Nel decreto: Fascicolo elettronico dello studente universitario dal 2013-2014 e semplificazione di procedure in materia di università. 

A decorrere dall'anno scolastico 2014-2015, il collegio dei docenti (scuole materne, medie, superiori) potrà adottare “limitatamente alle nuove adozioni e non per le conferme di adozione”, libri nella versione elettronica o mista (parte cartacea, parte multimediale). La conversione al digitale sarà dunque “graduale. E' il risultato di un decreto Carrozza (settembre 2013) che cambia le disposizioni più stringenti del suo predecessore (ministro Profumo) contenute nel Crescita 2.0.

Un accordo con le Regioni porterà inoltre internet, tablet, computer, contenuti didattici digitali, per 40 milioni di euro. Altre scuole in digital divide dovrebbero essere coperte dal piano nazionale banda larga del ministero allo Sviluppo economico (ora in fase di approvazione; risorse comunitarie di 1,08 miliardi di euro che serviranno principalmente a dare banda larga di base alle case). Il governo Letta ha stanziato inoltre 15 milioni di euro per la connessione Wi-Fi nelle scuole e 10 milioni per la formazione digitale degli insegnanti.

Documento digitale unificato e identità digitale. Il documento sommerà le funzioni di carta di identità elettronica, della tessera sanitaria e della carta nazionale dei servizi (per accedere a quelli online della Pa). Il documento sarà gratuito e dovrebbe debuttare nel 2014 (per essere progressivamento distribuito negli anni successivi). Rientra nel più ampio progetto dell'Identità digitale (tre livelli di password, per ogni cittadino, per accedere a servizi pubblici e privati).

Fatturazione elettronica, è tra le priorità ed è a regime da giugno 2014 per le Pa centrali; da marzo 2015 per le altre. 

Anagrafe nazionale, piattaforma interoperabile con tutte le anagrafi dei Comuni: 10 milioni di euro, più 2 milioni anno. Aggiornamento annuale dei dati civici, censuari (il censimento finora invece registra spostamenti delle persone dopo anni) a opera dell’Istat. Certificazioni di nascita e morte in via telematica direttamente dall’ospedale. Debutterà nel 2014 e andrà a regime nel 2015. 

Posta elettronica certificata (Pec): i cittadini possono eleggere il domicilio digitale sul loro indirizzo Pec. Sarà creato l’indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata-Pec delle imprese e dei professionisti. 

Innovazione nel trasporto pubblico locale: al fine di incentivare l’uso degli strumenti elettronici per migliorare i servizi ai cittadini nel settore del trasporto pubblico locale, riducendone i costi connessi, le aziende di trasporto pubblico locale promuovono l’adozione di sistemi di bigliettazione elettronica interoperabili a livello nazionale. Qui compresi i pagamenti via cellulare.

Sanità digitale: con il decreto nasce il fascicolo sanitario elettronico, per ciascuno di noi. “A scopi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione; studio e ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico; programmazione sanitaria, verifica  delle qualità delle cure e valutazione dell’assistenza sanitaria”. Un qualunque ospedale italiano farà una ricerca in un database e saprà i nostri problemi presenti e passati, così non dovremo portare in giro la cartella medica cartacea con gli esami fatti.  Il decreto del Fare (governo Letta) chiede a Regioni e Province Autonome di presentare un piano di realizzazione del Fascicolo sanitario elettronico entro la fine di quest’anno, mettendo sul piatto 10 milioni di euro per il 2014 e 5 milioni a partire dal 2015. Nascerà anche un'anagrafe nazionale degli assistiti che si inserirà nell'anagrafe nazionale della popolazione residente.

Le ricette digitali gradualmente devono sostituire quelle cartacee. Dal 1° gennaio 2014, le prescrizioni farmaceutiche generate in formato elettronico sono valide su tutto il territorio nazionale. Dal primo gennaio 2013, cartella clinica digitale. 

Open data e Riuso: Le PA devono rendere disponibili le info secondo i termini di una licenza che ne permetta l’utilizzo da parte di chiunque, anche per finalità commerciali. Accessibilità: postazioni personalizzate ai disabili per il personale della Pa. Obbligo a rendere accessibile ai disabili i siti non solo pubblici ma anche quelli che ricevono contributi pubblici.

Giustizia digitale: dal 30 giugno 2014 obbligatorio il processo civile telematico (nel corso del 2015 idem per quello amministrativo) per i nuovi atti; per quelli pendenti, dal 31 dicembre 2014. Finora stanziati 8 milioni di euro a questo scopo.

Le Pa permetteranno inoltre, dai propri siti, di pagare a distanza (tasse, multe): via bonifico (dovranno pubblicare l'iban sul proprio sito) o carta di credito via internet (norma che in teoria scatta subito con il decreto, ma sarà applicata gradualmente). Dal 2015.

Digitalizzazione delle procedure di acquisto di beni e servizi e riuso dei programmi informatici. Da gennaio 2013 gli accordi e contratti della Pa devono avere firma digitale. Trasmissione telematica delle certificazioni di malattia nel settore pubblico Sanzioni per la mancata trasmissione di documenti in via telematica tra Pa e tra Pa e cittadino. Atti notarili vanno conservati in via digitale o sono nulli. 

e-Commerce, moneta elettronica

Da giugno 2014, i negozi dovranno accettare anche la moneta elettronica (bancomat, carte di credito).  

Ricerca e Innovazione/startup:

Nel decreto, 170 milioni di euro per finanziare i progetti di ricerca e innovazione. Miur, Mise e Agenzia per l’Italia digitale deciderà i progetti da finanziare. L’Agenzia per l’Italia digitale promuove altresì la definizione e lo sviluppo di grandi progetti strategici di ricerca e innovazione connessi alla realizzazione dell’Agenda Digitale Italiana e in conformità con il programma europeo Horizon2020, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle comunità intelligenti, la produzione di beni pubblici rilevanti, la rete a banda ultralarga, fissa e mobilee i relativi servizi, la valorizzazione digitale dei beni culturali e paesaggistici, la salute, la sostenibilità ambientale, i trasporti e la mobilità, la difesa e la sicurezza, nonché al fine di mantenere e incrementare la presenza sul territorio nazionale di significative competenze di ricerca e innovazione industriale”.

Startup: per la prima volta, nell’ordinamento del nostro Paese viene introdotta la definizione di impresa innovativa (startup): stabilite agevolazioni fiscali e semplificazioni che toccano tutte le fasi del ciclo di vita di una startup; dalla nascita alla fase di sviluppo, fino alla sua eventuale chiusura. Tali norme danno anche seguito a quanto indicato nel Programma Nazionale di Riforma e rispondono a raccomandazioni specifiche dell’Unione Europea che individuano nelle startup una leva di crescita e di creazione di occupazione per l’Italia. La dotazione complessiva subito disponibile è di circa 200 milioni di euro. Una volta a regime, la norma impegnerà 110 milioni di euro ogni anno. Le agevolazioni burocratiche del decreto sono già in vigore. Al via anche le detrazioni fiscali. Varato a luglio da Consob il regolamento crowdfunding.

Competenze digitali
Le misure pro-digitale nella scuola favoriranno la diffusione delle competenze digitali. 
Non ci sono però misure specifiche per le competenze digitali, anche se l'Italia partecipa a un relativo programma europeo attraverso Anitec. Si noti che in una proposta di legge bipartisan, ormai decaduta, c'erano invece incentivi all'acquisto di tecnologie per le famiglie meno abbienti. La proposta prevedeva inoltre campagne informative sulla Rai o tramite le associazioni nelle imprese: per spiegare i vantaggi di usare internet per il proprio commercio e gli acquisti. Queste misure potrebbero essere riprese su spinta di Anitec. 

Agenzia per l'Italia digitale e la governance dell'Agenda
L'Agenda digitale sarà un lavoro in progress. Nel decreto si legge che "il Governo presenta ogni anno alle Camere un documento contenente le disposizioni necessarie per rimuovere gli ostacoli legislativi ed amministrativi allo sviluppo dei servizi normativi; una o più deleghe al Governo per l'adozione di decreti legislativi, da emanare entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della legge annuale;  le disposizioni recanti principi fondamentali nel rispetto dei quali le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano devono esercitare le proprie competenze”. Ruolo importante per trasferire le misure in pratica viene ricoperto dall'Agenzia per l'Italia digitale, di cui è uscito lo Statuto a febbraio. L'Agenzia è sottoposta direttamente alla Presidenza del Consiglio, una novità voluta dal Governo Letta per accentrare la governance. Lo Statuto prevede organi che saranno diretta emanzione della Presidenza.

Ad oggi la delega sull'Agenda digitale è in capo al ministero della pubblica amministrazione.

I fondi disponibili
Gran parte del lavoro sull'Agenda (banda ultra larga, Pa digitale) si regge sui fondi della nuova programmazione europea e su quelli nazionali Sviluppo e Coesione 2014-2020. Il quadro delle risorse disponibili è però ancora incerto.

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