L’economia italiana va meglio di quanto previsto. L’incremento del Pil nel primo trimestre 2015 è stato superiore alle stime del CSC e lascia la possibilità di raggiungere nel biennio 2015-16 risultati migliori delle previsioni prevalenti.
I progressi congiunturali non significano però che gli effetti della crisi sono terminati; siamo ancora indietro in termini di performance rispetto a Germania, Spagna, Inghilterra e Francia, e solo perseguendo la strada delle riforme avremo la possibilità di chiudere il gap.
Inoltre è importante menzionare come la finestra internazionale propizia è transitoria e che gli altri paesi a loro volta sono in fase di forti cambiamenti, quindi per recuperare terreno serve operare a velocità superiore rispetto a loro.
La Grecia, infine, rappresenta il pericolo più imminente e l’eventuale default penalizzerebbe la capacità delle banche di concedere credito e conseguentemente la fiducia di imprese e famiglie ne risentirebbe.