Nello scenario economico mondiale si sono delineate tendenze poco brillanti ma meno preoccupanti di qualche mese fa.
Le stime della crescita globale sono state ulteriormente ribassate dall’FMI (3,2% nel 2016); sono ritmi appena inferiori a quelli di lungo periodo (3,5% nel 1980-2015) e andrebbero consolidati da un’azione internazionale coordinata che utilizzi tutte le leve disponibili. In Italia il PIL è stimato dal CSC in aumento dello 0,3% nel primo trimestre e gli ordini interni fanno intravedere un analogo risultato nel secondo.
Bene l’occupazione.
Il credito resta un grave ostacolo: i prestiti bancari scendono ancora benché la loro domanda sia rilevata in aumento anche per investimenti; il primo marcato calo delle sofferenze dal 2008, registrato in febbraio e favorito dalle misure governative, potrebbe costituire il punto di svolta.