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Comunicato Stampa - 04/06/2019

Metalmeccanica: Unindustria, in Italia e nel Lazio segnali di indebolimento del clima di fiducia

I risultati dell’indagine congiunturale di Federmeccanica sul primo trimestre del 2019 confermano la sostanziale debolezza della congiuntura settoriale, confermando la fase di stagnazione dell'attività produttiva emersa durante il 2018.

Nei primi tre mesi dell’anno in corso si registra solo un contenuto miglioramento dei volumi prodotti, sia nel complesso sia per la componente estera, rispetto alla fine del 2018 (+0,3%), ma permane la contrazione nel confronto ad un anno (-2,1%). Il calo tendenziale è determinato in particolar modo dai comparti degli Autoveicoli e rimorchi (-10,4% rispetto al primo trimestre del 2018), dei Prodotti in metallo (-5,2%) e della Metallurgia (-3,0%). Aumentano le scorte di materie prime e di prodotti finiti e prevale una diffusa valutazione di eccedenza rispetto alle esigenze di produzione attese. Infine, si dovrebbe confermare moderatamente positiva la dinamica dell’occupazione a sei mesi. Solo il 10% delle imprese con contratto metalmeccanico intervistate prevede una riduzione dell’occupazione nel prossimo semestre.

Per ciò che riguarda il Lazio, i risultati dell’indagine svolta da Unindustria su un campione di imprese che applicano il CCNL Metalmeccanico indicano per il primo trimestre 2019 un andamento sostanzialmente in linea con il trend nazionale.

Con riferimento al risultato della produzione nel primo trimestre 2019, la quota di imprese la cui produzione è rimasta stazionaria rispetto al trimestre precedente è aumentata dal 35% al 43%. Anche le previsioni per il secondo trimestre 2019 propendono per il mantenimento degli attuali livelli (61% dei casi). Alcuni segnali di avanzamento emergono con riferimento alla sola componente estera della domanda, attesa in crescita nel 48% dei casi e stabile nel 50%.

In linea con il risultato nazionale, aumentano le scorte di prodotti finiti nel primo trimestre 2019 e cresce anche la percentuale di imprese che le reputa alte rispetto alle esigenze: la quota passa dal 16% al +23%.

Per quanto riguarda il fatturato, nei primi tre mesi dell’anno si registra un lieve peggioramento rispetto al quarto trimestre 2018: la percentuale di imprese con fatturato in crescita è diminuita dal 39% al 34%. Il peggioramento riguarda anche il fatturato estero, seppure in minor misura (la stessa quota si è ridotta dal 32% al 30%).

Le prospettive per il secondo trimestre 2019 prefigurano un miglioramento del livello di fatturato, soprattutto per quanto riguarda la componente estera, sebbene continui a prevalere la quota di imprese con attese di stabilità (54%).

Più critici i segnali che emergono sulla tendenza dell’occupazione nei prossimi sei mesi: per la prima volta nell’ultimo anno, la percentuale di imprese che prevede di ridurre l’organico è superiore a quella che ne programma un incremento (31% contro 34%). Tale tendenza è da ricondurre al solo settore industriale, mentre la componente dei servizi mantiene prospettive positive.

 

“In diverse aree della regione – sottolinea Fabio Mazzenga, Presidente della Sezione Meccanici di Unindustria – emerge una situazione di crescente difficoltà per le imprese, alimentata in parte da elementi esogeni, quali le tensioni in ambito internazionale, ma soprattutto dal protrarsi e dall’aggravarsi dei deficit strutturali e delle condizioni di contesto. Mi riferisco non solo ai ben noti deficit del sistema infrastrutturale viario – a partire dalla Roma-Latina – ma anche a problemi legati alle condizioni di contesto (mobilità, decoro, sicurezza) e al loro crescente impatto sulla competitività del sistema produttivo; alla persistente incertezza dei tempi di risposta nel confronto con le Istituzioni e gli enti autorizzativi; ed infine, alla carenza e alla scarsa pianificazione delle risorse comunitarie, nazionali e regionali destinate a sostenere l’attività di impresa e gli investimenti nell’innovazione tecnologica”. “Pesa, inoltre – prosegue il Presidente Mazzenga – la situazione di incertezza del settore automotive, soprattutto in provincia di Frosinone, che dall’inizio dell’anno sta facendo ricorso costantemente, in media una settimana al mese, alla cassa integrazione ordinaria”.

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