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News - 03/10/2019

Nota di aggiornamento al DEF

Testo pubblicato dal MEF e breve disamina

Facendo seguito alla news pubblicata il 1 ottobre (Area Affari Legislativi), inviamo di seguito una breve disamina di alcuni temi principali del testo della Nota di aggiornamento al DEF, pubblicato dal MEF e contenuto in allegato:

Quadro complessivo ed obiettivi di politica di bilancio

 

 

Tendenze recenti e prospettive per l’economia italiana

Viene limata la previsione di crescita annuale del PIL reale allo 0,1 per cento, dallo 0,2 del DEF.

Il rallentamento della crescita del PIL a partire dalla prima metà dell’anno scorso è stato guidato dal settore manifatturiero, che aveva invece registrato una forte espansione nel 2017, anche se in termini di produzione manifatturiera nel 2019, l’Italia ha tenuto il passo con il resto dell’area euro e ha registrato una flessione nettamente inferiore a quella della Germania.

Gli andamenti più recenti confermano che l’industria, pur colpita da un’evoluzione negativa della produzione e degli interscambi a livello internazionale, non ha registrato un arretramento nei confronti dell’area euro, mentre le altre componenti dell’offerta, in special modo i servizi (commercio, trasporto, alloggio e soprattutto ristorazione), risentono maggiormente della bassa crescita della domanda interna.

Gli spread sui titoli corporate e bancari si sono notevolmente ristretti e, per quanto riguarda l’Italia, il differenziale contro il Bund è quasi tornato al livello medio dei primi quattro mesi del 2018, con il rendimento a dieci anni al livello più basso mai registrato.

 

 

Scenario macroeconomico e finanza pubblica tendenziali

La crescita reale tendenziale prevista per il 2020 viene rivista al ribasso, dallo 0,8 allo 0,4 per cento.

Venendo alla finanza pubblica, il profilo previsto dell’indebitamento netto della PA migliora notevolmente in confronto alle proiezioni del DEF.

Scenario programmatico di finanza pubblica e previsioni macroeconomiche ufficiali

La manovra per il triennio 2020-2022 punta a preservare la sostenibilità della finanza pubblica creando al contempo spazi fiscali per completare l’attuazione delle politiche di inclusione e attivazione del lavoro già in vigore e per rilanciare la crescita economica a partire da un grande piano di investimenti pubblici e di sostegno agli investimenti privati, nel segno della sostenibilità ambientale e sociale e dello sviluppo delle competenze.

Nella risoluzione che ha approvato il DEF 2019, il Parlamento ha invitato il Governo ad annullare l’aumento dell’IVA previsto per gennaio 2020. Il nuovo Governo ha confermato questo impegno.

La manovra di finanza pubblica per il 2020 comprende la completa disattivazione dell’aumento dell’IVA, il finanziamento delle politiche invariate per circa un decimo di punto di PIL e il rinnovo di alcune politiche in scadenza (fra cui gli incentivi Industria 4.0).

Le risorse per il finanziamento degli interventi previsti dalla manovra di bilancio per il 2020 sono pari a quasi lo 0,8 per cento del PIL e saranno assicurate dai seguenti ambiti di intervento: 1)Misure di efficientamento della spesa pubblica e di revisione o soppressione di disposizioni normative vigenti; 2)Nuove misure di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali; 3) Riduzione delle spese fiscali e dei sussidi dannosi per l’ambiente e nuove imposte ambientali; 4) Altre misure fiscali, fra cui la proroga dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione di terreni e partecipazioni.

A completamento della manovra di bilancio 2020-2022, il Governo dichiara, quali collegati alla decisione di bilancio, alcuni DDL tra i quali si segnalano: DDL recante istituzione dell’Agenzia nazionale per la ricerca e il trasferimento tecnologico, DDL recante interventi per favorire l'autonomia differenziata ai sensi dell'articolo 116 comma 3 della Costituzione attraverso l'eliminazione delle diseguaglianze economiche e sociali nonché l’implementazione delle forme di raccordo tra Amministrazioni centrali e Regioni, anche al fine della riduzione del contenzioso costituzionale, DDL recante semplificazioni e riordino in materia fiscale, DDL in materia di economia dell’innovazione e attrazione investimenti, DDL recante riduzione del cuneo fiscale, DDL recante delega al Governo per la revisione del codice civile.

Quadro macroeconomico

 

 

Lo scenario macroeconomico internazionale

Le tensioni commerciali e le tensioni politiche ostacolano l’utilizzo della capacità produttiva da parte delle imprese, le inducono a rivedere i programmi di investimento e a ridurre le scorte.

Rispetto al contesto macroeconomico dello scorso anno, inoltre, al rallentamento dell’Eurozona e di alcune grandi economie emergenti si è recentemente unita una moderazione del ritmo di crescita anche degli Stati Uniti: le prospettive per i prossimi mesi sembrano orientate verso un’ulteriore decelerazione della sua economia. Inoltre, l’affievolirsi della forza trainante dell’economia cinese e il rallentamento del commercio mondiale si ripercuotono anche sul Giappone. Anche l’Argentina attraversa una nuova fase di difficoltà politica con ricadute rilevanti sulla stabilità finanziaria del Paese.

Dopo un inizio d’anno in cui le importazioni del Regno Unito sono fortemente aumentate per via di acquisti preventivi di prodotti europei, le economie dell’Area stanno risentendo sensibilmente anche del rallentamento dell’economia britannica a causa del clima di incertezza generato dalla Brexit.

Sul fronte dei mercati finanziari, i rendimenti a lungo termine dei titoli sovrani dei Paesi dell’area dell’euro nel corso del 2019 hanno mostrato una tendenza al ribasso. Nel mese di agosto il rendimento medio (ponderato per il PIL) dei titoli sovrani a dieci anni dell’area dell’euro è risultato sostanzialmente nullo (-0,02 per cento).

Quindi, il quadro internazionale è cambiato sotto diversi aspetti in confronto al DEF di aprile in quanto il rallentamento del commercio mondiale nel corso di quest’anno è stato più marcato del previsto.

L’economia italiana

Nel primo trimestre 2019, a fronte di una crescita del reddito disponibile reale dello 0,9 per cento t/t, i consumi sono risultati solo lievemente positivi e la propensione al risparmio è aumentata all’8,4 per cento. Nei mesi primaverili la crescita dei consumi è risultata piatta. Sulle decisioni di spesa delle famiglie pesa anche la maggiore incertezza sulle prospettive economiche segnalata dalle indagini sul clima di fiducia. Riguardo le tipologie di consumo, la spesa per beni è risultata debole ed i servizi, che rappresentano più della metà dei consumi, hanno mostrato un ritmo di crescita moderato.

Secondo le imprese, le vendite risentono in particolare del deterioramento delle aspettative sulla domanda estera. Su quest’ultima soprattutto a livello europeo sta incidendo il rallentamento dell’industria tedesca, specialmente nella filiera dell’auto. Sulla base dei dati diffusi dall’Istat, nel primo trimestre del 2019 la quota dei profitti delle imprese (definita dal rapporto tra risultato lordo di gestione e valore aggiunto) è diminuita in confronto al periodo precedente risentendo dell’aumento del costo del lavoro .

In sintesi, l’industria resta ancora colpita dalla riduzione degli scambi internazionali mentre i servizi risentono maggiormente della fase di bassa crescita della domanda interna.

I dati provenienti dall’indagine delle forze di lavoro Istat confermano una discreta crescita occupazionale, che ha interessato in particolare i dipendenti, specie quelli con contratto a tempo indeterminato, anche se Il tasso di disoccupazione è aumentato di 0,1 punti percentuali rispetto a giugno, arrivando al 9,9 per cento.

Il commercio estero

Nel complesso del 2019, le esportazioni italiane forniranno un contributo alla crescita positivo diversamente dall’anno scorso, ma i mesi finali dell’anno potrebbero registrare andamenti meno favorevoli in confronto al primo semestre.

Scenario tendenziale

Per quanto riguarda lo scenario tendenziale, l’attività economica continuerà a subire gli effetti del rallentamento della produzione industriale tedesca, dell’inasprimento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e del perdurare dell’incertezza riguardo la “Brexit”. A questo si somma una ripresa della domanda interna, in particolare dei consumi, inferiore rispetto a quanto previsto nel quadro programmatico del DEF.

 

Il rapporto debito/PIL e la risposta alle Raccomandazioni approvate dal Consiglio Ecofin del 9 luglio 2019

 

 

Nel 2019, analogamente al DEF di aprile, il rapporto debito/PIL è atteso ulteriormente in aumento di circa 0,9 punti percentuali rispetto al 2018, attestandosi al 135,7 per cento, per effetto di una crescita dello stock di debito dell’1,7 per cento e di una crescita del PIL nominale dell’1,0 per cento, ma è previsto in discesa sia nel 2021 che nel 2022.

Il dato di fondo è che continua la difficoltà di rispettare il sentiero di riduzione del debito pubblico come prescritto dalla disciplina europea (obiettivo finale pari al 60 per cento del rapporto debito/PIL).

In risposta alle Raccomandazioni approvate dal Consiglio Ecofin del 9 luglio 2019, Il Governo è impegnato a perseguire una politica di rilancio dell’economia in grado di coniugare la crescita e l’innovazione con la sostenibilità sul piano sociale, ambientale ed economico, per rilanciare il potenziale di sviluppo del nostro Paese. Le misure che saranno introdotte mirano a intervenire su fattori interni di debolezza strutturale, intercettando allo stesso tempo tendenze globali in materia di ambiente, lavoro, capitale umano e diritti.

Infine, il Nadef contiene l’esame dettagliato sulle seguenti misure (a titolo indicativo e non esaustivo): tassazione e agevolazioni fiscali, mercato del lavoro, politiche attive del lavoro e politiche sociali; misure a sostegno delle famiglie e pari opportunità, istruzione e competenze, investimenti materiali, immateriali e infrastrutture, internazionalizzazione e competitività ed efficienza della pubblica amministrazione, giustizia e lotta alla corruzione, sistema bancario e accesso al credito delle PMI.

 

 

Allegati
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