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Comunicato Stampa - 04/06/2020

Di Venanzio: nel Reatino la fase 3 deve essere incentrata sulla ricostruzione

Intervista al Corriere di Rieti: "Sisma, domande per la ricostruzione privata ancora ferme al palo. Bisogna rivedere il sistema dei Cas. Dal Governo troppa dispersione di risorse, manca una strategia di politica industriale".

“II tema della ricostruzione post sisma, a causa anche dell'emergenza Covid 19, per lungo tempo è quasi scomparso dal dibattito pubblico ed invece deve essere centrale per il rilancio del Reatino. La fase 3 deve essere incentrata su questo”. Lo dice Alessandro Di Venanzio, presidente di Unindustria Rieti, in un’intervista oggi al Corriere di Rieti.  “Sulla ricostruzione post sisma ci sono ancora dei nodi irrisolti. Da ultimo ne ha ricordati due di recente proprio l'assessore regionale Claudio DI Berardino: le macerie degli edifici sottoposti a vincolo da parte del Mibact e le poche domande per la ricostruzione privata. Al 5 maggio sono infatti pervenute soltanto il 32,82% delle richieste per la ricostruzione di edifici per danni lievi e l'8,6t% per gli edifici con danni gravi".  

Il dialogo con le istituzioni, assicura Di Venanzio, è costante e "diamo atto che qualcosa si è fatto per la semplificazione, come per esempio l'autocertificazione da parte dei professionisti. Ma una decisa sterzata per far davvero partire l'edilizia privata può avvenire soltanto rivedendo il sistema dei Cas (contributo autonoma sistemazione), che deve essere lasciato solo per casi gravosi e specifici". Il Cas viene erogato a chi ha perso casa e ha un importo variabile visto che dipende da diversi parametri: in alcuni casi può superare anche mille euro al mese. "Se l'assegnatario del Cas ha un danno lieve all'abitazione - supponiamo 10mila euro - non avrà alcun interesse a presentare domanda per la ristrutturazione della casa perché in pochi mesi, tramite appunto Cas, si vedrà assegnato lo stesso importo. Se invece l'immobile viene ristrutturato cessa l'erogazione del Cas: così come è concepito si presta ad evidenti abusi e non fa da stimolo alla ricostruzione”.

Inoltre, e arriva la seconda proposta da Unindustria, "senza nulla togliere al commissario Giovanni Legnini che fin qui ha fatto bene, soprattutto in tema di semplificazione, bisogna prevedere un Commissario straordinario per ogni regione e non uno per tutte e quattro. Un Commissario che abbia poteri straordinari, sul modello Genova, in modo che possa ridurre al minimo la burocrazia e agire con procedure agili, rispettando ovviamente la normativa vigente".  

Per la fase 3 non ci si può fermare solo alla ricostruzione post sisma, per quanto vitate. "C'è stata una dispersione delle risorse, gran parte delle quali non sono ancora arrivate; penso per esempio alla cassa integrazione e al caso di molte imprese che hanno anticipato l'assegno ai dipendenti. Manca una chiara strategia di politica industriale, non si capisce che Paese vogliamo da qui ai prossimi 10 anni. Siamo di fronte ad   un'emergenza e, spiace dirlo, è difficile trovare un solo provvedimento che funzioni. Dopo le misure parziali sull'Irap e ['ancora insufficiente annuncio del pagamento (anche qui molto parziale) dei debiti della Pubblica amministrazione (stanziati 12 miliardi su 40 complessivi di debito), ci aspettiamo lo sblocco dei lavori per le infrastrutture".  

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Francesco Corsi




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