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Interviste ed Editoriali - 02/12/2020

Intervista del Presidente di Unindustria sul Quotidiano il Foglio

Camilli “A Roma serve un cambio di passo. Due idee? Expo 2035 e Politecnico”

Scusi, presidente, ma lei dove abita? Com'è la situazione dalle sue parti? "Che fa: sfotte? Abito in zona Corso Trieste, a Roma. e anche da me la realtà è quella che è: penso ai rifiuti, al verde. alla rigenerazione urbana''. Camilli dallo scorso 1° ottobre è il presidente di Unindustria. Ha preso il posto di Filippo Tortoriello alla guida dell'assemblea della Confindustria di Roma e del Lazio. Nella vita porta avanti Consilia, di cui è presidente e amministratore, azienda leader in Italia nella consulenza per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Camilli, le elezioni incombono nella Capitale. Si tolga subito il dente: parli della giunta Raggi. ''Lo diciamo da anni: in questa amministrazione c'è stata, e c'è, un'assenza di dialogo e di ascolto. Ma anche un'incapacità di attrarre investimenti''. Boccia tutta l'avventura grillina senza riserve? "Sono stati anni in cui Roma si è limitata, e nemmeno con grande successo, alla gestione del quotidiano. Rimangono irrisolti i nodi dei servizi pubblici e della vita di tutti i giorni". Ecco. perché era giusto partire dall'uscio della sua casa. "E in più questa amministrazione non ha espresso una visione del futuro per i prossimi dieci anni. Roma ha bisogno di una squadra e di competenze. Occorre saper gestire il corrente e guardare al futuro. Insomma, serve cambiare passo". La sfida del Campidoglio si intreccerà con la Roma post-pandemia. Meglio un politico con esperienze manageriali alla Calenda o un medico esperto di emergenze alla Bertolaso? "Sono entrambi profili validi. Al momento l'unico candidato in campo è Calenda, persona che stimiamo e conosciamo. Ci auguriamo che entro la fine dell'anno tutti i partiti si esprimano con i rispettivi candidati per presentare loro la piattaforma delle nostre proposte. Insomma, sul fatto che dobbiamo togliere i rifiuti dalle strade siamo tutti d'accordo, bisogna capire come. bisogna essere pragmatici. E dunque, per risponderle: va bene un politico, ma anche un profilo della società civile, purché Roma si rialzi". Roma, la grande malata, ''II declino parte da prima di questa amministrazione: negli ultimi anni la Capitale ha peggiorato la propria situazione. Penso all'immagine e agli investimenti, la sua immagina e i suoi investimenti. Invece, e non lo dico per facile retorica ma sulla scorta dei numeri e della realtà, questa città ha tutte le carte per mettersi alla guida del paese: università pubbliche e private, è il più grande comune agricolo d'Europa, vanta un'area industriale nella regione, come nel farmaceutico o nell'aerospazio, davvero d'eccellenza. E poi il turismo, il settore dell'audiovisivo. Devo continuare?". No tutto chiaro, purtroppo. "Sì, purtroppo, dice bene. Già prima della pandemia gli investimenti pro-capite erano un terzo rispetto a quelli su Milano. Ora abbiamo una doppia responsabilità: recuperare il gap e riprendere il terreno perso a causa della pandemia". E come? "Puntando sulla vivibilità della città, con un grande piano che vada oltre il centro. Iniziando ad attrarre grandi eventi, puntando finalmente su un turismo di qualità che spende e porta ricchezza. Lo sa che Roma tornerà a ospitare i turisti che aveva prima del Covid non prima del 2022-23?". Due grandi idee di Unindustria? "Abbiamo lanciato la candidatura dell'Expo 2035 e di un Politecnico, con la Regione Lazio, per far cresce nuovi profili scientifici che possono servire alle imprese, ma anche al mondo della pubblica amministrazione''. Due idee minime. "I trasporti e i rifiuti: serve una rivoluzione, concreta". Atac ai privati? "Sarebbe bastato affidarla a Ferrovie". Si morde i gomiti per il no grillino alle Olimpiadi? "Fu un'occasione persa, è inutile negarlo. Adesso ci aspetta il Giubileo del 2025: servirà una pianificazione e una struttura in grado di spendere le risorse''. Terna quanto mai attuale in questi giorni di cabine di regia e piramidi per il Recovery Fund. "Ecco, su questo punto siamo preoccupati: l'Italia non potrà mancare un'opportunità del genere. Serviranno investimenti e sviluppo, altrimenti continueremo a fare debito e basta. Il nostro timore è che prevalgano interessi di bottega". Invece serve una visione alta. altissima. "Ma non dall'alto della funivia'.

 

 

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