Le vendite all'estero di produzioni cinematografiche made in Lazio (dati Istat) sono passate dai 20 milioni di euro nel 2021 ai 49, 1 milioni del 2022 (+145%). Un trend che sicuramente ha risentito della ripresa post Covid, ma che è anche proseguito all'inizio di quest'anno: l'export nel primo trimestre 2023 è salito a quota 20 milioni, rispetto ai 9 dello stesso periodo del 2022 (+127%). Anche l'andamento del numero di imprese attive nel comparto ha segnato una svolta. Secondo i dati di InfoCamere-Unioncamere, a fine 2019 ne erano registrate neI Lazio 2.433, scese progressivamente durante il Covid fino a toccare il punto più basso (2.208) a fine 2022. Ora, al 31 marzo 2023 erano di nuovo risalite, arrivando a quota 2.232. Numeri che testimoniano la nuova età dell'oro del distretto dell'audiovisivo del Lazio, concentrato quasi tutto a Roma.
«Questi risultati sono l'effetto di un lavoro partito anni fa», spiega Verdiana Bixio, componente del Gruppo Turismo Cultura e Grandi eventi di Unindustria, nonché Presidente di Publispei, la casa di produzione, tra l'altro, delle serie "Un medico in famiglia" e "I Cesoroni". «Sicuramente l'aver ottenuto, dopo anni di richieste, iI tax credit ci ha fatto da volano. Poi ha contribuito la presenza di Cinecittà e l'organizzazione di kermesse che hanno facilitato la promozione del territorio. La Regione Lazio, infine, è stata tra le prime realtà a scommettere sull'audiovisivo.
In allegato l'articolo completo a cura de Il Sole 24 Ore.