Aggiornamento importante
(I termini per la presentazione delle proposte sono stati prorogati alle ore 24.00 del 3 giugno 2025 > MIMIT)
Ci sono ancora a disposizione 26 giorni per presentare le manifestazioni di interesse per la riconversione e la reindustrializzazione dell’area dell’ex centrale Enel a carbone di Torrevaldaliga Nord del porto di Civitavecchia (provincia di Roma): gli imprenditori che vogliono partecipare hanno tempo fino al 28 aprile prossimo.
Il percorso ricalca quello già avviato per l’area dell’ex centrale a carbone del porto di Brindisi. L’obiettivo, come stabilito dal Ministero delle imprese e del Made in Italy, punta a definire un piano complessivo per l’intera area di Civitavecchia, con investimenti strategici capaci di assicurare la riconversione (la centrale, che chiuderà il 31 dicembre, genera un’occupazione di circa 800 unità, tra personale diretto ed indiretto) e lo sviluppo economico e sociale a lungo termine, da formalizzare poi attraverso un accordo di programma.
Molti gli ambiti su cui un piano di rilancio potrebbe puntare: dalla logistica all’elettromeccanica, fino alle fonti d’energia green. Senza considerare che l’area è molto vasta (quasi 80 ettari) e potrebbe ospitare anche più di un progetto di rilancio. Non c’è dubbio che l’area negli anni ha assunto una centralità per la regione e non solo.
«Civitavecchia è di cruciale interesse per lo sviluppo del Lazio e del Paese», spiega a Il Sole 24 Ore il Presidente di Unindustria Giuseppe Biazzo. «Ne siamo convinti da tempo e non è un caso che la nostra sede in città abbia da poco compiuto 10 anni». Biazzo sottolinea alcuni dei punti di forza dell’area: «Rimane il principale hub energetico del Lazio, con la presenza di tre centrali elettriche. Negli anni il porto di Civitavecchia ha guadagnato una leadership turistica di livello continentale: con oltre 3 milioni di crocieristi contende il primato europeo a Barcellona. È uno degli scali cosiddetti core della rete strategica transeuropea dei trasporti (la TEN T) che ha attratto finanziamenti pubblici importantissimi negli ultimi cinque anni, a cominciare dai 180 milioni del Pnrr, tra le cui misure spiccano il cold ironing (elettrificazione di 9 banchine), il completamento dell’ultimo miglio ferroviario che garantisce un innesto diretto nello scalo e la partecipazione alla manifestazione di interesse del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica per l’infrastrutturazione a servizio del settore eolico offshore».
Importante è anche la vicinanza all’Aeroporto di Fiumicino (66 km, che sono 54 minuti in auto): «Il Leonardo da Vinci – rimarca Biazzo è una consolidata eccellenza tra gli aeroporti europei con un piano di investimenti da 9 miliardi nei prossimi 20 anni». Il collegamento con lo scalo aereo romano è garantito dall’Autostrada Roma-Civitavecchia. È poi in corso l’adeguamento della SS 675 Orte-Civitavecchia su cui è già cantierizzato il primo stralcio funzionale, il bypass del comune di Monte Romano, ed è stato definito il progetto per l’ultimo tratto fino a Tarquinia. Una arteria che garantisce l’aggancio diretto all’Autostrada del Sole (e da qui al Nord e al Sud del Paese). Civitavecchia ha saputo anche sviluppare una filiera elettromeccanica di piccole e medie imprese di eccellenza che si è evoluta insieme ai piani di committenza delle centrali energetiche. Senza ovviamente dimenticare tutto il comparto della logistica e degli operatori portuali. Può inoltre contare su un capitale umano invidiabile, con l’ITS sull’energia (ITSEL) e quello orientato alla logistica integrata (Caboto).
«A Civitavecchia - spiega poi il Presidente di Unindustria – è istituita l’Hydrogen Valley per lo sviluppo di una filiera sperimentale dell’idrogeno nell’area, con la collaborazione di aziende private ed enti pubblici». Uno dei punti di forza per il futuro di Civitavecchia e del suo porto è anche la presenza di una zona retroportuale molto ampia che, a seguito del dialogo tra Regione, Comune, Autorità Portuale e Unindustria, è stata compresa nella nuova Zona Logistica Semplificata. Questo potrà garantire sia importanti semplificazioni, sia la possibilità di accedere ai benefici di un credito di imposta per gli investimenti, rendendo l’area competitiva con la Zes unica al Sud. «Su questo – sottolinea Biazzo - è importante che si proceda rapidamente agli atti definitivi di approvazione ed istituzione del Comitato di indirizzo».
Per il Presidente di Unindustria, infine, «sarà fondamentale che quest’area venga rapidamente inclusa tra quelle del Consorzio Industriale del Lazio, il più grande consorzio industriale d’Italia per estensione che, appena uscito dal commissariamento, siamo sicuri possa dare uno slancio nuovo a tutte le aree industriali della regione se saprà davvero mettere al centro della sua programmazione gli interessi delle imprese e degli investitori».