La seconda edizione dell'indagine Confindustria sugli effetti della pandemia da Covid-19 per le imprese italiane evidenzia un peggioramento rispetto alla percezione della prima indagine sia con riferimento al numero di aziende che ha subito l’impatto negativo del coronavirus sia con riferimento all’entità del danno subito.
Hanno partecipato 4.420 imprese, di queste Il 36,5%, in seguito all’emanazione dei DPCM del 22 e del 25 marzo, ha dovuto chiudere la propria attività, mentre il 33,8% l’ha chiusa parzialmente. Inoltre, Il 26,4% dei dipendenti totali delle aziende intervistate lavora attualmente in smart working, mentre il 43,0% risulta essere inattivo; il 53,1% dei dipendenti potrebbe dover ricorrere ad ammortizzatori sociali (CIGO, FIS, etc.).
In media, rispetto alla normalità (marzo 2019), si è assistito ad un calo del 32,6% del fatturato e del 32,5% delle ore lavorate.
L’84,5% delle aziende che ha partecipato sta riscontrando problemi relativi al rallentamento della domanda nel mercato domestico e nel mercato internazionale. Il disagio più evidente è riscontrato per il calo della domanda di beni e/o servizi di consumo in Italia.