La prima plenaria del nuovo Parlamento europeo ha visto la scorsa settimana le riconferme di Roberta Metsola e Ursula von der Leyen alle rispettive cariche: la prima come presidente dell’Eurocamera e la seconda come presidente della Commissione europea.
Metsola, maltese del Ppe, è stata eletta martedì 16 luglio al primo turno con 562 voti su 699, superando la maggioranza richiesta di 312 voti. Metsola continuerà a guidare il Parlamento per i primi due anni e mezzo della decima legislatura. La sua rivale, Irene Montero, ha ottenuto 61 voti.
Con 401 voti su 720, ben oltre i 361 voti necessari, giovedì 18 luglio Ursula von der Leyen è stata riconfermata per altri cinque anni come presidente della Commissione europea. Von der Leyen, 65enne tedesca appartenente al Partito popolare europeo, è stata votata a scrutinio segreto: le schede contrarie sono state 284, 15 le astensioni e 7 i voti dichiarati non validi.
La riconfermata presidente dell’esecutivo europeo è stata sostenuta dai gruppi del Ppe, dei Socialisti e democratici (S&d), di Renew e dei Verdi, mentre il gruppo dei Conservatori e riformisti europei si è diviso sul voto, con la delegazione di Fratelli d’Italia che ha votato contro.
Prima del voto, la candidata espressa dal Consiglio europeo ha presentato in un discorso all’Eurocamera di Strasburgo il suo programma per il prossimo mandato. Da sottolineare, che nel suo intervento von der Leyen ha posto come prima necessità quella di rilanciare la competitività dell’Unione Europea, rafforzando il mercato unico in modo trasversale, riducendo il carico burocratico per le aziende, migliorando l’applicazione delle regole e velocizzando i meccanismi delle autorizzazioni industriali (permitting). Per questo motivo verrà nominato un vicepresidente della Commissione incaricato di coordinare il lavoro di riduzione del carico burocratico che ogni Commissario dovrà eseguire nel proprio ambito e sarà introdotto un “controllo competitività” (competitiveness check) per le misure che interessano in particolare le PMI.
Successivamente, dopo aver reiterato la necessità di un’implementazione del Green Deal pragmatica e basata sul principio di neutralità tecnologica, von der Leyen ha annunciato la presentazione del Clean Industrial Deal per stimolare gli investimenti in infrastrutture e industria, con particolare attenzione ai settori cosiddetti hard to abate, dove è più difficile tagliare le emissioni di CO2. Questo piano mira a stimolare la creazione di nuovi mercati e la velocizzazione di pianificazione, appalti e permitting e a contribuire alla creazione di norme stabili e prevedibili.
Inoltre, il Clean Industry Deal contribuirà, secondo von der Leyen, ad abbassare il costo dell’energia che oggi è un grande freno per la competitività europea.
Von der Leyen ha anche parlato della necessità di mobilitare gli investimenti pubblici e privati. In particolare, per gli investimenti privati ha parlato di completare l’Unione dei mercati dei capitali e, al fine di mobilitare i 300 miliardi di risparmi europei che escono dall’UE ogni anno, la proposta di una Unione europea del risparmio e degli investimenti (European Savings and Investments Union). Per gli investimenti pubblici, invece, con lo scopo di supportare questi progetti, von der Leyen ha affermato che sarà rafforzato il Quadro finanziario pluriennale e sarà istituito un Fondo europeo per la competitività volto a finanziare, tra gli altri, il Clean Industry Deal.
Infine, tra le molte altre misure annunciate nel discorso, la nuova presidente ha espresso l’intenzione di nominare un commissario responsabile per gli alloggi e di sviluppare un Piano europeo per l'alloggio accessibile, un nuovo commissario per il Mediterraneo da affiancare all’Alto rappresentante e la costruzione di una Comunità europea della difesa, basata su un Mercato unico della difesa, maggiori investimenti e progetti comuni come lo Scudo aereo europeo (European Air Shield).
Nonostante l’attenzione all’economia e alla competitività, von der Leyen ha riconfermato gli obiettivi ambientali del Green Deal e l’intenzione di aggiungerne un ulteriore: si tratta del taglio delle emissioni di CO2 del 90% al 2040, già annunciato in precedenza e dunque al momento riconfermato.
La presidente eletta della Commissione invierà ora delle lettere ufficiali ai capi di Stato o di governo degli Stati membri invitandoli a presentare i loro candidati per i posti di commissario europeo. Il Parlamento organizzerà dopo l'estate una serie di audizioni pubbliche dei candidati nelle commissioni competenti. L'intero collegio dei commissari dovrà poi essere approvato dal Parlamento.
Al momento, i gruppi europei sono composti da (in ordine ascendente più i non allineati): Partito popolare europeo (Ppe) 188 seggi, Socialisti e democratici (S&d) 136, Patrioti per l’Europa 84, Conservatori e riformisti europei (Ecr) 78, Renew Europe 77, Verdi 53, The Left/GUE 46, Europa delle Nazioni Sovrane 25, Non Iscritti 33.
Per quanto riguarda gli italiani, Massimiliano Salini (Forza Italia) è stato eletto tra i vicepresidenti del Ppe, Camilla Laureti (Partito democratico) è prima vicepresidente di S&d, Nicola Procaccini (Fratelli d’Italia) è stato riconfermato co-presidente di Ecr, Ignazio Marino (Alleanza verdi sinistra) è vicepresidente dei Verdi, mentre l’elezione di Roberto Vannacci della Lega a vicepresidente di Patrioti per l’Europa è stata contestata dai francesi di Rassemblement National. Pina Picierno del Pd (S&d) e Antonella Sberna di Fratelli d’Italia (Ecr), sono state elette martedì vicepresidenti del Parlamento europeo.
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