Il Presidente della Sezione Infrastrutture di Unindustria, amministratore delegato di Tecnè, Azienda, del gruppo Autostrade, leader nel settore dell'ingegneria delle infrastrutture di trasporto nel Paese, con competenze nell'intera catena del valore (pianificazione, progettazione, direzione lavori e coordinamento della sicurezza dei cantieri) racconta di come le infrastrutture debbano approcciarsi alla sfida della sostenibilità, sfida che non è teorica ma deve essere misurabile e rispondere a specifici protocolli oggettivi.
Lo scopo dell’infrastruttura autostradale è infatti quello di consentire il movimento, la cui sostenibilità ambientale dipende dal veicolo ma non solo.
L’infrastruttura stessa ha una sua dimensione di sostenibilità, che è più direttamente legata alle comunità che incontra:
Nelle valutazioni che riguardano la sostenibilità, l’interlocutore ultimo del progettista è il territorio con cui l’infrastruttura interagisce e le comunità che lo abitano.
Gli interventi di Autostrade, ormai, in massima parte sono espansioni e ammodernamenti di infrastrutture esistenti e l’infrastruttura esistente è già essa stessa parte del territorio, di conseguenza il progettista del gruppo Autostrade interagisce con le comunità vivendo questo momento come una grande opportunità per migliorare il livello di sostenibilità dell’opera ammodernata.
Oltre ai tradizionali strumenti di valutazione di impatto e studio di impatto Tecnè ricorre a strumenti moderni di valutazione dell’impatto sociale e di misurazione del SROI (social return of investment) dei nuovi interventi, censendo l’entità del capitale naturale che si è sviluppato a ridosso delle infrastrutture esistenti per poterne potenziare lo sviluppo, e fare una misurazione analitica del rating di sostenibilità certificandolo con protocolli internazionalmente riconosciuti e trasparenti in maniera da poter condividere igli sforzi in questo senso.
Dal punto di vista dell’ingegneria, la rivoluzione digitale ha stravolto il settore: la valutazione del capitale naturale e dell’impatto ecosistemiche dell’infrastruttura viene fatta anche con l’ausilio del BIM, una tecnologia che permette la creazione di un gemello digitale che conserva tutte le informazioni del corrispondente asset naturale. Solo per capire, nel progetto del Passante di Bologna vi è la modellazione e il censimento di ogni albero nel modello che ne definisce la valutazione di capitale naturale.
L’adozione dei protocolli di sostenibilità, il ricorso a filiere ‘verdi’ sostenibili e circolari, la valutazione in tutte le fasi dell’impatto sociale e del Social Return of Investment, i monitoraggi ambientali prima durante e dopo l’esecuzione delle opere, la valutazione e i monitoraggi del capitale naturale dell’infrastruttura con l’ausilio del BIM e di modelli gemelli digitali per la gestione dei dati di progetto e realizzazione…sono tutte innovazioni che una società cone Tecne sta inserendo nei progetti, a partire dalle realizzazioni minori, per arrivare poi ad estenderne l’impiego a tutti gli interventi.
Importante per fare tutto ciò è il bagaglio di competenze che una società come Tecnè può disporre.
Il lavoro è moltissimo e, soprattutto multidisciplinare, e integra discipline di progettazione e ricerca scientifica che spaziano dall’ingegneria, alle scienze naturali e all’ecologia.
Per far fronte al piano di investimenti di Autostrade l’anno scorso Tecnè ha assunto più di 250 nuove risorse arrivando quasi a 800 e per il 2024 saranno più di mille.
Grazie a questo lavoro per il progetto del passante di Bologna ha ottenuto la certificazione di sostenibilità con il massimo rating.
A rilasciarla l’Institute for Sustainable Infrastructures americano, secondo il protocollo Envision e attraverso il suo braccio operativo italiano guidato dall’istituto ICMQ.