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Articolo - 12/09/2025

Export, il Lazio traina l'Italia

Istat, la regione aumenta del 17,4% le vendite all'estero nei primi sei mesi dell'anno. Ne parla il Messaggero con gli interventi, per Unindustria, di Biazzo, Scaccabarozzi, Bianchi e Savoriti

 

Il Lazio guida la classifica regionale delle esportazioni sulla spinta delle vendite del farmaceutico, fiore all’occhiello dell’economia del territorio. Nei primi sei mesi del 2025, è stata la regione che ha registrato l’incremento su base annua più marcato dell’export in valore, rendendosi protagonista di uno scatto in avanti del 17,4%. Lo ha evidenziato l’Istat, nel suo ultimo bollettino sull’export regionale, e ne parla oggi Il Messaggero con gli interventi del Presidente di Unindustria Giuseppe Biazzo, di Massimo Scaccabarozzi Presidente della Sezione Farmaceutica e Biomedicali, e dei Presidenti territoriali Corrado Savoriti e Fausto Bianchi.
 

 


TGR Rai Lazio: intervista al Presidente Biazzo
e alla VP Regione Lazio Roberta Angelilli

 


«Il dato Istat che segnala per il Lazio, nel primo semestre del 2025, una crescita dell’export del 17,4% è un elemento positivo, che testimonia la capacità del nostro tessuto produttivo di restare competitivo, soprattutto in alcuni settori come la farmaceutica», ha commentato il presidente di Unindustria Lazio, Giuseppe Biazzo. «Allo stesso tempo – ha aggiunto Biazzo – occorre leggere questo risultato con la necessaria cautela. Ci troviamo in un contesto globale di forte incertezza, non solo per le politiche tariffarie degli Usa, ma anche per la generale instabilità economica e geopolitica». 

 

Ancora una volta a trainare l’export laziale è il farmaceutico: «Il nuovo dato Istat sulle esportazioni conferma l’importanza strategica del farmaceutico, e in particolare del settore farmaceutico del Lazio, per l’economia nazionale», commenta Massimo Scaccabarozzi, Presidente della Sezione Farmaceutica e Biomedicali di Unindustria e presidente di Menarini Biotech. Non è escluso che la minaccia dazi abbia portato a un anticipo degli ordini, influendo positivamente sull’export nella prima parte dell’anno. Nel 2024 il mercato farmaceutico del Lazio ha contribuito al 44% delle esportazioni regionali, con una crescita del 22% rispetto all’anno precedente per un totale in valore di 2,5 miliardi in più. «Siamo tra le prime regioni in Europa: la sola provincia di Latina contribuisce al 15% del totale dell’export nazionale di prodotti farmaceutici», spiega Scaccabarozzi, preoccupato solo in parte dalla politica commerciale Usa: «I prodotti farmaceutici sono a basso costo, l’impatto dei dazi sarà appena percettibile ma Trump mira a riportare negli Usa le produzioni considerate strategiche, come appunto quella farmaceutica, e questo rischia di penalizzarci sul lungo termine».

 

Ciociaria, l'export vola ma servono Tav e Zes

L'export si conferma il motore dell’economia ciociara, ma restano aperte le questioni infrastrutture strategiche e competitività del territorio. Soddisfatto il Presidente di Unindustria Frosinone, Corradi Savoriti, che da un lato accoglie con favore i numeri relativi al primo semestre del 2025, dall’altro auspica uno scatto in avanti sul piano infrastrutturale e su quello dell'appetibilità territoriale per nuovi insediamenti produttivi: «I dati sull’export sono un bel segnale di incoraggiamento, confermano che la Ciociaria sa fare industria. Sicuramente incide il farmaceutico, ma per dare impulso a tutto il tessuto produttivo sono fondamentali interventi strutturali: in primis la stazione per i treni ad alta velocità e la Zona economica speciale».

 

Latinapilastro dell’export laziale

A Latina la crescita segna un rallentamento: +6% rispetto allo stesso periodo del 2024, ben lontano dal +28,5% registrato tra 2023 e 2024. Secondo Fausto Bianchi, Presidente di Unindustria Latina, il rallentamento della crescita è legato ai fattori straordinari che hanno caratterizzato il periodo: «Parte di questa percentuale è determinata dall’incertezza sui dazi, con distributori e aziende che hanno anticipato le scorte in vista di possibili aumenti tariffari fino al 30%». Il bilancio del primo semestre resta comunque positivo: «Siamo soddisfatti per questi risultati, ma rimaniamo anche cauti per il secondo semestre, dove ci attendiamo un assestamento di quelle che possono essere le negoziazioni commerciali in corso. È anche per questo che dobbiamo cercare mercati alternativi che possano compensare la domanda del mercato negli Stati Uniti». Come ricorda Bianchi, il settore farmaceutico è il principale motore dell’economia pontina: «Il territorio di Latina è fortemente legato a questo tipo di industria. Abbiamo registrato numeri record negli ultimi anni, e quindi continuare a crescere rispetto a cifre già elevate diventa naturalmente più difficile». L’instabilità geopolitica contribuisce al rallentamento, ma non limita gli imprenditori: «C’è un clima di cauto ottimismo tra i nostri associati. Sono tante le realtà produttive che hanno superato sfide importanti, dal Covid fino all’instabilità dei mercati internazionali. L’industria della provincia pontina ha dimostrato di essere estremamente resiliente», afferma il Presidente. Ma il sentimento comune tra le aziende pontine, chiarisce Bianchi, è la richiesta di investimenti: «Una pressione costante dei nostri associati è quella di rendere la provincia più competitiva, snellendo quelli che vengono definiti i dazi interni, come la burocrazia e la carenza di infrastrutture».

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