Oggi a Roma presso l'Hotel Intercontinental Ambasciatori si è tenuta la tappa romana, patrocinata da Unindustria, del roadshow "Forbes Smallgiants Italia", promosso dalla rivista Forbes e dedicato alle PMI del territorio.
Il progetto Small Giants vuole testimoniare l’importanza delle PMI, "Piccoli Giganti" che sono il presente e il futuro dell’Italia perché riescono a coniugare tradizione e innovazione, qualità e genio: alcune nate di recente dall’entusiasmo di giovani imprenditori tecnologici, altre ancorate a solide tradizioni familiari che si riproducono da generazioni.
Il Presidente della Piccola Industria di Unindustria, Cristiano Dionisi, è intervenuto nei saluti istituzionali dell'evento, mentre a seguire, tra le altre testimonianze, si sono alternate quelle dei nostri Associati Alessandro Bianchetti di Naturally Pinsa e Michele Merola di TMP Engineering.
"Un aspetto che riteniamo determinante per riattivare uno sviluppo più robusto e solido nella nostra regione è quello della crescita dimensionale delle aziende", ha evidenziato Dionisi. "Imprese più strutturate possono investire di più e assumere manodopera e figure professionali qualificate pagando migliori salari. Inoltre, realtà di più grandi dimensioni riescono a integrarsi meglio nei mercati internazionali e ad implementare l’innovazione tecnologica: dunque più export, più beni ad alto valore aggiunto".
“Naturally Pinsa è un progetto che pensa locale ma agisce globale", ha dichiarato Alessandro Bianchetti di Naturally Pinsa. "Locale perché è un progetto che ha grande legame con il territorio e tutti gli stakeholder, globale perché si ha la grande opportunità di poter esportare in tutto il mondo e questo ci da la possibilità di pianificare il lavoro in base all'economia del paese”.
“Quando parliamo di innovazione nell’automazione industriale", ha commentato invece Michele Merola di TMP Engineering. "Spesso il nostro pensiero va subito alle tecnologie, alle macchine, ai software all’avanguardia. Ma l’aspetto che vorrei mettere in luce oggi è un altro: il lato umano. L’innovazione, infatti, non è solo questione di strumenti, ma di come questi strumenti migliorano il lavoro delle persone, semplificano i processi, e rendono possibile un’interazione più sicura, creativa e gratificante con il nostro ambiente di lavoro. Le macchine possono eseguire compiti, ma sono le persone a immaginare come e perché quei compiti devono essere eseguiti, a risolvere problemi e a trovare nuove soluzioni. In fondo, l’innovazione non è fine a sé stessa, ma è un viaggio che inizia dall'esigenza umana di evolvere, collaborare e migliorare il mondo attorno a noi”.