Dopo un 2020 che ha messo a dura prova imprese ed economia, il tessuto produttivo del Lazio si presenta pronto a ripartire sulla spinta di nuovi investimenti in formazione, innovazione e sostenibilità.
È quanto emerge dalla nuova edizione del monitoraggio di Unindustria sulle conseguenze dell’emergenza sanitaria sulle imprese, realizzato con il contributo della CCIAA di Roma.
Come nel resto del Paese, anche nel Lazio sono soprattutto le imprese di minori dimensioni ad aver sofferto lo scorso anno, e quelle dell’Industria del turismo, cultura e intrattenimento, congressi ed eventi. Al contrario, altri settori chiave dell’economia laziale hanno registrato buone performance: Information Technology e Telecomunicazioni su tutti, grazie all’accresciuta domanda di prodotti e servizi informatici e di connettività. Altri ancora, come la chimica, plastica e carta, hanno usufruito dell’incremento delle vendite di prodotti sanificanti e di prodotti per l’imballaggio, l’asporto, il mini-packaging.
Guardando al 2021, le aspettative sul fatturato si presentano in deciso miglioramento per tutte le dimensioni di impresa e per tutti i settori, più marcatamente per turismo, sanità, moda-design-arredo, costruzioni. Quasi il 60% delle aziende intervistate si aspetta una ripresa delle attività, più o meno consistente, nel secondo semestre del 2021.
Un sentiment che trova riscontro nel quadro di previsioni dei principali osservatori nazionali, che preannuncia una decisa accelerazione dell’attività economica nella seconda metà dell’anno, di pari passo con la campagna vaccinale, e un forte rialzo dell’indice di fiducia delle imprese, che a maggio ha raggiunto il livello più elevato da febbraio 2018.
A testimonianza di questo rinnovato ottimismo, la metà delle imprese intende incrementare gli investimenti nel 2021 rispetto al 2019; un terzo si allineerà ai livelli pre-Covid. Il rilancio del territorio, secondo gli intervistati, dipende strettamente dalla capacità di realizzare massicci investimenti in innovazione e digitalizzazione (47% delle imprese) anche alla luce delle opportunità che dovrebbero determinarsi grazie al piano europeo NG-EU, ma altrettanto strategici sono considerati gli investimenti in capitale umano e formazione (44%) e in sostenibilità ambientale (28%).
Infine, l’anno del Covid è stato l’anno dello smart working: nel 2020, 4 imprese laziali su 5 hanno fatto ricorso al lavoro agile. Superata la pandemia, più della metà delle intervistate, il 57%, proseguirà ad utilizzare questo strumento (54% il dato medio nazionale). Un nuovo approccio al lavoro che ha ridefinito le priorità per le risorse umane: formazione, riorganizzazione dei processi di lavoro, potenziamento della logica per obiettivi e dei sistemi premiali, acquisizione di nuovi profili di competenze: queste le principali leve delle imprese per accrescere i livelli di produttività.
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