Il contesto internazionale si è indebolito: il ritorno del protezionismo, con barriere tariffarie ai massimi da anni, penalizza gli scambi mondiali. Dopo il “frontloading” delle vendite negli USA a inizio 2025, il commercio globale ha subito una brusca frenata. Il Centro Studi Confindustria (CSC) prevede una crescita del commercio mondiale del +2,8% nel 2025 e +1,2% nel 2026, con forti rischi al ribasso legati alle tensioni geopolitiche e alla frammentazione economica globale.
Negli Stati Uniti, i dazi hanno colpito la competitività e frenato l’attività economica: il PIL crescerà solo del +1,7% nel 2025 e +1,6% nel 2026, ben sotto i ritmi del 2024. Le economie emergenti restano invece più dinamiche, spinte da Cina e India, con un’espansione attesa attorno al +4% annuo.
In Europa, la crescita resta modesta: il PIL dell’Eurozona salirà del +1,2% nel 2025 e +1,1% nel 2026, sostenuto da una politica monetaria ora più accomodante (tassi BCE al 2%). La Germania mostra primi segnali di ripresa grazie al piano di investimenti da 500 miliardi, mentre il nuovo accordo UE-Mercosur apre opportunità per industria e export, soprattutto per Germania e Italia.
In Italia, la crescita si conferma debole: +0,5% nel 2025 e +0,7% nel 2026. Gli investimenti restano la componente più vitale, sostenuti da incentivi e PNRR, mentre l’export risente delle tensioni globali e dell’euro forte. L’occupazione prosegue in aumento (+0,9% nel 2025) e la disoccupazione scende ai minimi dal 2007 (5,9%). L’inflazione si mantiene stabile (+1,8%), mentre il credito alle imprese torna a crescere grazie al calo dei tassi.
Il PNRR continua a fornire un sostegno decisivo alla crescita (+0,8% sul PIL 2025), ma sarà cruciale proseguire con misure che incentivino gli investimenti privati, anche mobilitando parte della ricchezza finanziaria delle famiglie italiane (oltre 6.000 miliardi di euro).
Il Mezzogiorno si conferma un motore di crescita: negli ultimi anni ha superato il resto del Paese in termini di PIL e occupazione, grazie a PNRR, ZES Unica e politiche di coesione, che complessivamente destinano al Sud oltre 170 miliardi di euro.
🔹 Per consultare il rapporto completo “Investimenti per muovere l’Italia”, visita il sito del Centro Studi Confindustria: https://www.confindustria.it/pubblicazioni/investimenti-per-muovere-litalia/