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Documento - 04/05/2012

Unioncamere - X Giornata dell'economia: Rapporto 2012

Centro Studi Documentazione: L'economia reale dal punto di osservazione delle Camere di Commercio

Il Lazio spicca in positivo per l’export ma rimane allineato alla media nazionale per indicatori occupazionali, consumi e investimenti.

Dopo quattro anni di crisi prolungata il tessuto produttivo del Paese appare chiaramente provato. Gli accenni di ripresa del 2010 hanno lasciato spazio ad una nuova ricaduta degli indicatori interni, realizzando il temuto rimbalzo negativo.
 
Secondo le previsioni contenute nel Rapporto Unioncamere 2012, diffuso in occasione della 10ª Giornata dell’Economia, a fronte di un calo medio del Prodotto interno lordo dell’1,5%, saranno le regioni del Sud a pagare lo scotto più consistente della crisi, segnando un decremento del Pil dell’1,8%, con l’Abruzzo, il Molise e la Basilicata destinate a registrare una contrazione del 2%.
Il Centro invece sarà in linea con la media nazionale (-1,5%) mentre Nord-Ovest e Nord-Est dovrebbero presentare una riduzione del Pil rispettivamente dell’1,4% e dell’1,3%. In particolare, il Lazio insieme al Piemonte, Lombardia, Veneto si attesteranno attorno al -1,4%.
 
Anche i consumi delle famiglie e la spesa per investimenti sono previsti quest’anno in ulteriore, sensibile calo (rispettivamente -2,1% e -3,8%), più incisivo nelle aree meridionali.
L’evoluzione di questi due componenti di domanda aggregata nel Lazio (-2,2% e -3,7%) risulta allineata alla media nazionale. 
Le politiche restrittive, infatti, connesse al risanamento dei conti pubblici, da un lato, e un mercato del lavoro ancora in pesante difficoltà, dall’altro, avranno ricadute significative sul reddito delle famiglie e contribuiranno a rendere estremamente caute le scelte di consumo.
 
Come prevedibile in un contesto recessivo quale quello che stiamo vivendo, l’occupazione dipendente, delineata dalle prime anticipazioni del "Sistema informativo Excelsior" di Unioncamere e Ministero del Lavoro, diminuirà dell’1,1%, provocando la perdita di ulteriori 130mila posti di lavoro, causata soprattutto dalla riduzione delle assunzioni che le imprese dell’industria e dei servizi prevedono di effettuare nell’arco dell’anno. L’occupazione dipendente si ridurrà del -1% nel Lazio (corrispondente a -11.280 unità).
Il difficile contesto economico continuerà a colpire soprattutto le imprese con meno di 10 dipendenti, più fortemente legate ai consumi interni.
A fine anno, il saldo si prospetta quindi pari a quasi 62mila unità in meno per la classe 1-9 dipendenti, superiore alle -33mila per quella 10-49 e alle -35mila per le imprese di 50 dipendenti e oltre.
 
La ripresa arriverà col nuovo anno, quando tutti gli indicatori – ad eccezione dei consumi - torneranno in positivo, a cominciare dal Pil, atteso in crescita dello 0,8%. L’accelerazione sarà maggiore nel Nord-Est (+1,3%) e decisamente più contenuta al Sud (+0,2%). All’Emilia Romagna e al Veneto la medaglia d’oro della crescita prevista nel 2013 (rispettivamente +1,4% e +1,3%). La crescita prevista per il Lazio è del +0,6%.
 
Il miglioramento dell’economia italiana che gli Scenari prospettano per la seconda parte dell’anno è favorito soprattutto all’andamento delle esportazioni, che, pur rallentando rispetto all’anno precedente, dovrebbero evidenziare un aumento del 2,8%, contribuendo ad avviare una ripresa degli investimenti. Le prospettive migliori in termini di export dovrebbero coinvolgere alcune tra le maggiori regioni esportatrici, più precisamente Veneto (3,7%), Lombardia (3,2%), Toscana (3,1%), Emilia Romagna e Lazio (2,9% entrambe).

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