Centro Studi Documentazione: analisi mensile sulla situazione dell'economia italiana ed internazionale nei principali aspetti economici e finanziari
Il commercio mondiale accelera, l’Eurozona si ferma, petrolio e cambio aiutano l’Italia.
L’economia globale viene trainata dalla locomotiva americana e dalla Cina, e in generale dall’Asia, rimane potente. Nonostante la cattiva performance di Brasile e Russia e le difficoltà di altri mercati, il commercio internazionale è tornato ad accelerare.
L’Eurozona, all’opposto, sta scivolando verso una stagnazione, se non proprio una recessione, questa volta comprendendo anche Germania e Francia. Mancano nell’Area il senso dell’urgenza e il consenso sulle misure da intraprendere, proprio quando l’azione della BCE da sola non appare sufficiente ad avviare la ripresa.
In questo scenario è arrivata la sorpresa del brusco calo del prezzo del petrolio e di altre importanti commodity; un calo che riflette sia la debolezza della domanda sia il forte aumento dell’offerta e favorirà i paesi importatori. In Italia l’andamento degli indicatori comincia a essere meno uniformemente negativo: anche se gli indici di fiducia sono bassi e l’anticipatore OCSE prefigura un peggioramento della dinamica economica fino a primavera, emerge qualche segno di stabilizzazione, in particolare nella produzione industriale.
Fattori propizi alla ripartenza nel 2015: la caduta del costo del greggio e la svalutazione dell’euro che determinano un aumento del PIL di quasi un punto percentuale; la morsa del credit crunch che tenderà ad allentarsi (grazie agli interventi BCE già decisi e al superamento dell’esame dei bilanci bancari). La Legge di stabilità, nella versione concordata con la Commissione, sottrae qualche risorsa rispetto al 2014, ma ha una composizione favorevole alla crescita.