In base a quanto emerge dall'ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca di Italia, con lo scoppio del conflitto in Ucraina sono aumentati a livello globale l’incertezza sulle prospettive economiche e i rischi per la stabilità finanziaria. L’inflazione è in marcato rialzo nelle principali economie mondiali per i rincari dei prodotti energetici e di altre materie prime e per il permanere di strozzature nell’offerta.
Le condizioni sui mercati finanziari internazionali sono peggiorate: i tassi di interesse a lungo termine hanno continuato a salire sia negli Stati Uniti sia nell’area dell’euro, in un contesto di alta volatilità.
Come per gli altri paesi dell’area dell’euro, in un contesto di forte incertezza le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso e le aspettative di inflazione sono salite.
Malgrado la revisione al ribasso della crescita economica, il Governo ha confermato gli obiettivi di riduzione dell’indebitamento netto rispetto al PIL.
La vulnerabilità finanziaria delle imprese è in aumento, nonostante il miglioramento ciclico del 2021. I differenziali tra i rendimenti delle obbligazioni e i tassi privi di rischio sono saliti, come nel resto dell’area.
Pesano la maggiore incidenza della spesa energetica, le difficoltà di approvvigionamento di materie prime e prodotti intermedi e, per alcune imprese, le conseguenze dirette delle sanzioni imposte alla Russia e alla Bielorussia.
Le banche italiane hanno rafforzato la propria posizione, ma gli effetti della guerra accrescono i rischi.
Nel 2021 la qualità degli attivi del sistema bancario si è mantenuta mediamente buona, grazie alla ripresa economica e alle misure di sostegno a famiglie e imprese; la crescita dei prestiti a queste ultime ha riguardato le società più solide, soprattutto quelle di piccola dimensione.
La guerra rappresenta tuttavia una significativa fonte di incertezza per il sistema bancario; può produrre conseguenze rilevanti attraverso molteplici canali, di natura finanziaria ed economica.