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Interviste ed Editoriali - 17/04/2023

"Produttività da record ma senza strade"

Intervista al Presidente di Unindustria Aprilia Renato Sciarrillo

 

«In questa zona c'è una concentrazione con pochi eguali di aziende che esportano moltissimo: il problema è arrivare al raccordo anulare».


Renato Sciarrillo, Presidente di Unindustria Aprilia sintetizza così le angustie dell"'Area Sud" di Roma, quel grande rettangolo verticale che ha agli angoli appunto Aprilia e poi risalendo in senso antiorario Albano, Pomezia e Nettuno. «Un problema che si riassume in una sola parola: infrastrutture. Strade, autostrade, ferrovie, porti. A Santa Palomba vicino Pomezia, c'è addirittura un interporto, una specie di stazione ferroviaria dove le merci dovrebbero passare facilmente da un mezzo all'altro: quasi abbandonato, fatiscente, del tutto inefficiente».

 

Eppure i numeri dell'Area Sud sono importanti: 20mila "unità locali" (aziende e società), 85mila addetti, un contributo della manifattura al valore aggiunto complessivo dell'area di più del 50%, e ancora 4,2 miliardi di valore aggiunto complessivo, 332mila abitanti interessati, 43 anni di età media che è una rarità nell'Italia che invecchia, e via dicendo. I consulenti di Unindustria si sono perfino sbizzarriti a calcolare l'"indice di vocazione industriale", un sofisticato parametro che mixa il valore aggiunto per addetto all'industria, quello per addetto totale a tutti i settori economici, l'incidenza dei lavoratori nella manifattura sul totale, e via dicendo. Bene: è venuto fuori un valore vicinissimo a quello della Brianza, come dire l'area industriale per eccellenza del Paese.

Il progetto "Focus Area Sud" è stato presentato da Unindustria alla regione, al governo, alle banche. Indica una serie di progetti industriali, per i quali si sollecita la disponibilità rapida di agevolazioni e incentivi, non esclusi quelli del Pnrr ammesso che mai il piano parta davvero. Ma soprattutto testimonia la carenza paurosa di infrastrutture di collegamento sia interno che con le dorsali di sviluppo del Paese, e quindi la necessità di ingenti impegni pubblici per cogliere le grandi opportunità di sviluppo create dalle tantissime imprese presenti. Nella già ricordata Santa Palomba ci sono industrie del peso di Procter & Gamble, Johnson & Johnson, Angelini, Fiorucci, Abb e tante altre a forte vocazione internazionale. Basterebbe una bretella di una decina di chilometri per collegare l'interporto direttamente alla Pontina, e già sarebbe qualcosa. E poi nell'"Area Sud" (della provincia di Roma) ci sono centinaia di aziende grandi, piccole e piccolissime nell'alimentare, nell'arredo e design, carta, chimica, farmaceutico, meccanico, tessile. Tutto sorto confusamente, con l'assenza di pianificazione urbanistica, in una delle aree peggio servite d'Italia.

«Se entri dentro una di queste aziende ti senti in Germania, poi esci: lei ha mai provato a percorrere la Pontina o l'Ardeatina (lungo la quale c'è il famoso interporto) o la Laurentina in un'ora di punta, magari con un camion?», chiede Sciarrillo. «Ci sono storie che se non ci fosse da piangere farebbero ridere, come l'autostrada Roma-Latina con un collegamento diretto con Fiumicino. Un progetto vecchio 25 anni rifatto decine di volte, altro che ponte di Messina». Un problema che si estende più a sud ancora dell' "Area Sud", nella fascia Latina-Frosinone-Cassino-Sora, a sua volta costellata di aziende di grande nome come la Stellantis o la Prima Sole di Maurizio Stirpe, uno degli imprenditori più prestigiosi del Lazio, già presidente di Unindustria e oggi vicepresidente della Confindustria. «È vero, le infrastrutture di collegamento sono un disastro», conferma Stirpe, che ha 4300 dipendenti in nove stabilimenti (tre in zona) di quattro Paesi, ed è una potenza nelle componenti per auto («un settore che non si è fatto mancare nessuna crisi negli ultimi anni, dal Covid all'energia, dalla guerra alla transizione ecologica»). Sono inefficienti (e pericolosissime) le strade longitudinali che scendono da Roma "ma ancora peggio quelle latitudinali come il disastroso collegamento da Latina a Frosinone o la via per Sora e l'Abruzzo: potrebbero essere arterie di un sistema moderno e potente al servizio sia del turismo che delle industrie della zona».

Ma il celebrato PNRR non servirà almeno in parte per recuperare?

Mah, speriamo, ma non ci conterei troppo. Paghiamo non qualche mese ma decenni di politica e quindi di cultura dell'amministrazione e della burocrazia che non ha messo il Paese in grado di fronteggiare un'opportunità come questa che ci siamo ritrovati all'improvviso».

In allegato l'intervista a cura di Eugenio Occorsio per Repubblica Roma.

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