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Interviste ed Editoriali - 27/04/2023

Camilli: “Meno burocrazia e regole certe, non sprechiamo l'occasione Pnrr”

Intervista al Presidente di Unindustria su La Repubblica

 

I segnali ci sono ma ancora non bastano per dire che tutto il peggio è alle spalle. Può essere sintetizzato cosi il pensiero di Angelo Camilli, Presidente di Unindustria, l'associazione che rappresenta le aziende del Lazio, di fronte ai dati economici della regione che fotografano un territorio in crescita, ma non ancora sulle medie delle regioni del Nord dove i pericoli maggiori restano le lungaggini burocratiche, l'incertezza delle regolamentazioni, l'inadeguatezza delle infrastrutture

 
Ottimista, quindi, ma non troppo? 
«Ottimista perché possiamo dire di esserci lasciati alle spalle la crisi del Covid. L'economia regionale è tornata ai livelli pre-pandemici, tuttavia manca ancora un rilancio forte che ci attendiamo però entro la fine del 2023».
 
Quali sono i segnali che le fanno vedere il bicchiere mezzo vuoto? 
«Da un lato l'occupazione. Anche se è ripresa, siamo ancora a 13mila posti di lavoro in meno rispetto al 2019. Le esportazioni sono ripartite, registriamo un +17% rispetto al 2019, però a un ritmo leggermente inferiore rispetto ad altre zone del paese. I turisti sono tornati a invadere il centro della capitale, con un aumento del 130% nei primi mesi dell'anno, ma non siamo ancora ai livelli raggiunti prima del Covid». 
 
E invece da dove arrivano i segnali positivi? 
«La nostra è una economia solida, fatta di eccellenze nazionali ma anche internazionali, siamo storicamente forti nell'export, ma soprattutto ci attendono all'orizzonte grandi eventi che possono davvero trasformarsi in un traino per tutta la regione». 
 
Allude al Giubileo e all'Expo? 
«Esattamente. I progetti per il Giubileo sono stati già lanciati, mentre come Unindustria continuiamo a sostenere la candidatura di Roma a ospitare l'Esposizione Universale del 2030, perché consideriamo che la capitale possa davvero presentarsi al mondo non solo come la capitale della bellezza, ma anche come la capitale del business». 
 
Quale sarà il contributo del PNRR al rilancio dell'economia regionale? 
«Solo per la città eterna il piano nazionale prevede 2,6 miliardi di investimenti, distribuiti tra fondi gestiti dal Campidoglio, dalla Regione Lazio, dalle Asl e dai ministeri. È una dotazione capace di far compiere alla città un importante salto in avanti in termini di sviluppo e innovazione. Sappiamo che sui bandi del PNRR c'è un ritardo nazionale, ma sul nostro territorio tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023 c'è stato un incremento significativo di bandi pubblicati e assegnati. Sicuramente quest'anno sarà quello decisivo». 
 
Rimangono però ancora sul tappeto le criticità che lei stesso denuncia da tempo, a partire dalle lungaggini della pubblica amministrazione… 
«Roma e il Lazio, così come molti altri territori italiani, soffrono da sempre di una inadeguatezza della macchina amministrativa. Oggi mancano addirittura le figure professionali per redigere un bando o preparare un capitolato di gara. Ancor di più in questa fase le amministrazioni pubbliche hanno l'obbligo morale di velocizzare le procedure di assegnazione delle gare per evitare che quelle risorse cosi preziose vadano perdute». 
 
Che ruolo ha la Regione Lazio in questo? 
«Un ruolo essenziale. Proprio al Presidente Rocca abbiamo presentato un documento all'interno del quale mettiamo in fila quelle che consideriamo le voci essenziali per gli industriali. Tra queste il tema delle autorizzazioni, dei controlli ambientali, della certezza delle regole, dell'organizzazione amministrativa. Tutti principi che fanno la differenza nella decisione di una grande impresa di restare sul territorio o fare i bagagli ed emigrare altrove». 
 
In allegato l'intervista a cura di Daniele Autieri.
 

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