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Interviste ed Editoriali - 30/10/2023

Latina, recuperato il gap con il 2019, Pontecorvo: "Ora insistere sulla formazione dei giovani"

Su Latina Oggi il punto del Presidente di Unindustria Latina sull'economia provinciale

 

La provincia di Latina ha recuperato il gap con il 2019 già nel 2021 e ha continuato a crescere in termini di valore aggiunto anche nel 2022. Sono i dati che emergono dalle ultime stime realizzate dal Centro Studi di Unindustria.

«Un risultato determinato dalla forte vocazione manifatturiera del territorio pontino» afferma il Presidente territoriale Pierpaolo Pontecorvo. Ma la provincia di Latina si distingue anche per il contributo al valore aggiunto proveniente dai settori dell'industria e dell'Agricoltura, più elevato sia rispetto alla media nazionale che a quella regionale. Un tessuto economico che rende Latina il primo polo manifatturo della regione, seguita da Frosinone. Allo stesso tempo la provincia rappresenta un terzo della produzione agricola, e si posiziona in decima posizione per contributo al valore aggiunto dall'Agricoltura a livello nazionale. I principali settori industriali sono Farmaceutica (4.700 addetti), l'Industria alimentare (3.900), i Prodotti in metallo (3.700), l'Elettronica e la Metallurgia, con specializzazioni in ambiti altamente tecnologici. In particolare, il polo farmaceutico della Provincia esporta il 16% del totale nazionale del settore (oltre 7 miliardi di euro).

 

Dottor Pontecorvo, dopo Covid e guerra in Ucraina, ora anche il conflitto in Israele. Come hanno affrontato e stanno affrontando le imprese pontine queste difficoltà?

«Il nostro è un territorio che ha grandi potenzialità e sta affrontando questi problemi cercando di trovare soluzioni alla crisi. In particolare i conflitti in corso in varie parti del mondo hanno creato difficoltà con le esportazioni, in parte superati ma che comunque hanno dato tante difficoltà. In generale sono le aziende farmaceutiche a dare stabilità all'economia della nostra provincia. Siamo leader in Italia di questo settore e certamente possiamo ambire a nuovi investimenti in questo settore. Abbiamo visto, recentemente, il gruppo Stevanato che ha investito da noi: apriranno uno stabilimento a Latina Scalo e hanno annunciato un nuovo investimento a Cisterna. Poi c'è la Bsp, altra realtà di peso del nostro territorio che sta investendo ancora per ampliare la propria attività. Tutto questo certamente porta una crescita dell'occupazione per il nostro territorio e dunque abbiamo motivi per cui ben sperare. Un altro settore che sta trainando l'economia pontina è quello della manifattura, dove da sempre siamo molto forti».

 

Qual è invece il settore in difficoltà?

«Abbiamo qualche dato critico legato al turismo ricettivo. Noi abbiamo un turismo particolare, di tipo balneare su tutta la costa che ancora non è riuscito a destagionalizzare. Tutto si concentra d'estate: abbiamo tutta la parte costiera che da Minturno fino a Latina l'estate esplode, però poi terminata la stagione, tranne qualche citta che è riuscita a creare la destagionaliizzazione, vedi Gaeta con le luminarie, non c'è molto altro di attrattivo. Ecco seguire l'esempio di Gaeta sarebbe utile, perché si trasforma la città da balneare in turistica. E questo sarebbe utile anche per la questione del personale, che mostra difficoltà nel reperimento da parte degli operatori. Poi c'è il problema delle risorse umane, del personale che non si trova, l'estate si ricomincia a fare recruiting delle persone, è chiaro che una persona che lavora non può lavorare tre mesi e poi stare fermo, quindi molte volte anche la riqualificazione delle risorse umane è chiara e necessita anche di una stabilità del posto di lavoro perche altrimenti una persona giovane o adulta che lavora per tre mesi e gli altri nove ha necessità di trovare, quindi c'è una mobilità continua». 

 

Quali sono le figure occupazionali che vengono maggiormente ricercate?

«Tecnici specializzati senza dubbio. Le aziende del territorio hanno necessità di personale altamente specializzato ed è quello che attualmente ha più possibilità di impiego. Non si tratta solo di operai, ma anche di tecnici specializzati che escono dalle Its Academy e di laureati nelle discipline scientifiche come ingegneria. E' il motivo, questo, per il quale noi stiamo puntando con determinazione alla formazione professionale e agli accordi con gli istituti di formazione superiore. I nostri ragazzi devono riuscire a imparare un mestiere o una professione per poi essere pienamente adatti a ricoprire ruoli fondamentali che servono alle imprese del territorio. Sono stato per anni all'istituto di Borgo Piave e posso dire che anche in queste realtà che si formano le professionalità del futuro».
 

In questo senso è fondamentale anche il ruolo dell'Università

«Assolutamente si. Noi siamo fortunati ad avere una sede universitaria sul nostro territorio e dobbiamo difenderla strenuamente. La possibilità di avere delle facoltà come Ingegneria, Medicina, Economia ma anche le specializzazioni infermieristiche e chimiche permettono aziende di avere un bacino di professionalità a cui fare riferimento un domani. Bisogna insistere in questa direzione, senza alcun dubbio. Investire sulla formazione. È indispensabile. Unindustria, ad esempio, lo sta facendo con l'ITS Meccatronico del Lazio. Bisogna estendere anche culturalmente queste attività perchè formare personale specializzato è indispensabile. I meccatronici, su cui ha scommesso con lungimiranza il nostro presidente Stirpe, formano figure richiestissime. In questi istituti un giovane apprende una professione, perche non è più un mestiere ma è una professione, decide lui dove andare a lavorare e quanto essere pagato perché se è veramente bravo può essere pagato anche molto bene. Parlo di questione culturale perché ancora oggi i nostri giovani preferiscono percorsi dove andranno a fare lavori in cui dovranno sporcarsi meno le mani, diciamo. Ma non è detto che li domani, ci sia richiesta di professionalità. Altro tema è il ricambio generazionale. Oggi sostituire personale che va in pensione e molto complicato e tanti associati hanno questo problema. Una professionalità non si forma in modo semplice e la possibilità di avere studenti già indirizzati è fondamentale. Bisogna far capire ai ragazzi che l'indirizzo di studi che scelgono, oggi più di ieri, sarà strategico per ottenere un lavoro domani».

 

Le nuove tecnologie cambiano continuamente l'approccio al mondo del lavoro. Come vi state rapportando con la presenza sempre più massiccia dell'Intelligenza artificiale? «Adesso ogni azienda si muove un po' in ordine sparso, è chiaro che c'è molto fermento. Oggi l'informatica, l'innovazione tecnologica, attraverso il programma 4.0, hanno fatto crescere molte imprese, in tutti i settori. Ci sono stati investimenti importanti, alcuni legati appunto a processi di intelligenza artificiale. Sicuramente rappresenta un aiuto importante alle imprese, anche nel mondo manifatturiero. Ovviamente ci si interroga su come influirà nel cambiamento di alcune professioni. Oggi, per fare un esempio, la gran parte dell'amministraziome di un'azienda è tutta automatizzata, ci sono programmi che permettono di curare tutta la parte contabile. L'innovazione tecnologica comunque non deve spaventare, perché aiuta a migliorare produzione e competitività».

 

Nel dibattito sulla Zes come si pone Unindustria?

«Io so per esperienza che il nostro è un territorio con diverse zone in ritardo dal punto di vista economico. Nel Lazio ci sono zone diversificate. Ma la regione, nel suo, ha parametri che la pongono al di fuori della Zes e questo ce l'hanno già detto chiaramente. Io penso che il tentativo della classe politica sia corretto, ossia provare a spingere per capire se qualcosa si può fare. Ma fermarsi e concentrarsi solo sulla Zes sarebbe un errore. In questi giorni ho avuto diversi contatti con esponenti politici del territorio per capire quali strategie si possono mettere in campo per avere un altro tipo di agevolazione che possa aiutare la crescita di queste province del sud del Lazio. Noi come associazione siamo pronti a mettere il nostro supporto tecnico sul piatto. Dobbiamo suggerire e interagire con la politica per proporre, non dico soluzioni, ma strumenti o esporre le nostre necessità e creare in sieme degli strumenti appositi. Oggi ci sono poi ZLS, zone logistiche semplificate dove ci sono altri possibili incentivi. Insomma , c'è altro oltre Ia Zes».


Sul fronte delle infrastrutture inizia a prendere forma qualcosa, finalmente.

«Pare di si. Qualche giorno fa siamo stati in Regione Lazio dove si parlava di Bretella e Autostrada. Sembra di vedere una piccola luce, finalmente. Il prossimo anno i cantieri della bretella di connessione con l'autostrada dovrebbero essere avviati, intanto sono partiti gli espropri. Visto che aspettiamo da anni queste opere, non possiamo che essere felici delle novità. Superare il gap infrastrutturale è importante perché parliamo di attrattività dei territori, la logistica e l'accessibilità e la mobilità dai e per i territori è strategica, è uno degli elementi che vengono valutati per rendere attrattiva un'area. Se io produco qui e devo spedire i miei prodotti nel nord Italia o all'estero devo utilizzare la logistica territoriale se non le strade di collegamento».

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