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Interviste ed Editoriali - 10/12/2023

Un atto per il rilancio, Unindustria punta su Santa Palomba

Economia, i poli dello sviluppo: la zona tra Roma e Latina è una delle più interessanti del Lazio quanto a logistica e produzione del chimico-farmaceutico

 

È uno dei poli d’eccellenza del manifatturiero laziale. E i numeri lo testimoniano: l’area tra Santa Palomba, Pomezia e Aprilia conta 27% del Pil regionale che viene proprio da questo settore, nonostante lì - in quel territorio tra Castelli e Litorale - ci viva il 6% dei cittadini del Lazio. Oggi Unindustria è sempre più convinta che serve una forte alleanza tra istituzioni e imprese per lo sviluppo di uno dei territori che trainano l’economia.

 

Renato Sciarrillo, presidente di Unindustria Aprilia, lancia l’idea di un «protocollo d’intesa per il rilancio», in grado di mettere attorno a un tavolo tutti gli attori che oggi vivono di quest’area industriale e che vorrebbero rafforzare il modello nato nel Dopoguerra quando, con la Cassa del Mezzogiorno, si decise che anche Roma poteva avere un polo economico in grado di competere con altre realtà italiane e internazionali.

 

«Ci sono tante opportunità importanti da cogliere, come l’interporto di Santa Palomba. Poi c’è l’ammodernamento della rete infrastrutturale e la Aprilia-Valmontone». Unindustria ha già avviato i primi confronti con gli enti locali. Proprio il terminal ferroviario fa parte del Corridoio scandinavo-mediterraneo che collega il porto di Civitavecchia e l’aeroporto di Fiumicino: un’occasione importante per rimettere la Roma economica al centro di un sistema che guarda a Nord, all’Europa, ma anche a Sud, all’Africa e al Medio Oriente. «È una soluzione importante per il trasporto delle merci», prosegue Sciarrillo.

 

Proprio sulla logistica ci sono sempre più imprese che guardano a questo quadrante con interesse: nel 2024 nascerà un nuovo polo di circa 24.000 metri quadrati (su un terreno di 97.000) che diventerà un vero e proprio hub strategico della movimentazione delle merci, a pochissima distanza dal luogo dove il colosso delle vendite online, Amazon, aveva scelto di aprire lo scorso anno un nuovo centro di distribuzione. Nello scenario della Roma del futuro, il progetto del termovalorizzatore che si ha intenzione di realizzare proprio nell’area di Santa Palomba, diventa un elemento funzionale. «Sarà una grande innovazione per Roma». L’impianto (che sorgerà su dieci ettari e che sarà essenziale per la chiusura del ciclo dei rifiuti nella Capitale, oltre che per la produzione di energia) garantisce infatti la creazione di numerosi posti di lavoro. Oltre al personale che sarà impiegato nella fase di costruzione, nel progetto è già previsto un organigramma che prevede una dotazione organica, in pianta stabile di circa 80 persone. In particolare sono previste 53 risorse per la gestione del termovalorizzatore, 14 per la manutenzione e altre 12 a servizio degli impianti ancillari. Diversi i profili professionali: oltre al responsabile dell’impianto, sono previsti profili tecnici, come gruisti e quadristi, figure amministrative per la gestione ad esempio della contabilità e acquisti, oltre ad addetti alla sicurezza. Inoltre l’impianto si doterà di un responsabile della manutenzione al quale risponderanno tutte le specifiche figure specializzate per attività manutentive. Numeri che sarebbero vitali per centinaia di famiglie. E in quella zona si torna a proporre nuove assunzioni. Senza contare, poi, l’indotto che ne deriverà.

 

L’area dell’intero distretto industriale in quest’area che dall’Agro Romano si collega all’Agro Pontino, è caratterizzata da diverse eccellenze produttive industriali: dalle fabbriche storiche della Procter & Gamble alle farmaceutiche come Angelini e Menarini. «Ci sono grandi nomi che contraddistinguono il tessuto produttivo italiano e internazionale. Anche per questa ragione è fondamentale sviluppare il contesto con opere pubbliche che sappiano sostenere la crescita. Oggi quest’area industriale ha indubbie unicità, è la principale della Capitale ed è un’eccellenza quanto a know how, intelligenze, innovazione di grandi di ricerca. Bisogna evitare che si continui a pagare il prezzo di deficit infrastrutturali che ne frenano lo sviluppo».

 

In allegato l'intervista a cura di Giampiero Valenza per Il Messaggero

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