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News - 11/03/2024

MASE - Decreto di attuazione per il tax credit anti-plastica monouso

Nuovo contributo alle imprese che acquistano materiali e prodotti alternativi a quelli in plastica monouso per il consumo di alimenti

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, di concerto con il Ministero delle Imprese e dell’Economia, ha licenziato il decreto che dà attuazione al nuovo tax credit anti-plastica monouso.

Questo credito d’imposta del 20%, nel limite massimo di 10mila euro, avrà a disposizione nove milioni di euro per coprire le annualità 2022, 2023 e 2024. Le imprese, principalmente nel settore della ristorazione, potranno richiederlo per l’acquisto e l’utilizzo di prodotti come tazze, bicchieri e contenitori per alimenti in plastica, così come elencati nell’allegato al D.lgs. n. 196/2021 (Attuazione della direttiva (UE) 2019/904, del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 giugno 2019 sulla riduzione dell'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente).

Le spese ammissibili sono quelle sostenute tra il 2022 e il 2024. Per l’anno 2022, in particolare, sono incluse solamente le spese effettuate a partire dal 15 gennaio 2022, data di entrata in vigore del decreto.

Sarà data priorità alle spese sostenute per l’acquisto di prodotti destinati a entrare in contatto con gli alimenti.

Inoltre, per ottenere il contributo, si dovrà presentare un’autocertificazione sulle spese, firmata dal presidente del collegio sindacale, da un revisore legale o da un professionista abilitato, insieme a una certificazione che attesti che i prodotti acquistati sono riutilizzabili o realizzati in materiale biodegradabile e/o compostabile secondo la normativa UNI EN 13432:2002. Tutta la documentazione dovrà essere presentata tramite istanza telematica, gestita da Invitalia.

Come anticipato, il tax credit base sarà del 20% per un massimo di 10.000 euro. Tuttavia, qualora fosse superato il tetto dei 9 milioni di euro, l’importo del credito verrebbe ridotto per restare nei limiti di copertura. Il ministero dell’Ambiente effettuerà controlli e ispezioni a campione, mentre l’Agenzia delle Entrate si occuperà della verifica della legittima fruizione del credito di imposta.

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