Roma, 20 mag. (Adnkronos/Labitalia) - Il 57,9% degli italiani ritiene che in Italia impegno nel lavoro e talento alla fin fine non sono premiati come dovrebbero. Convinzione condivisa dal 54,9% degli appartenenti al ceto medio, dal 65,7% del ceto popolare e dal 42,5% dei benestanti. Lo pensano anche il 61,8% dei giovani, il 58,1% degli adulti e il 54,7% degli anziani. Questi i dati che emergono dal Rapporto Cida-Censis 'Il valore del ceto medio per l’economia e la società' commissionato da Cida, la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità, e presentati oggi durante un convegno tenutosi alla Camera dei Deputati. L’81% degli italiani pensa sia equo che coloro che lavorano di più guadagnino di più. Un’idea semplice condivisa dalla maggioranza di persone di ogni ceto sociale e che, al contempo, richiama riferimenti valoriali precisi. Inoltre, il 73,7% degli italiani è convinto che se una persona ha talento ed è capace, è legittimo e giusto che diventi ricca. Lo pensa anche il 75% del ceto medio, il 69,9% del ceto popolare e l'84% dei benestanti. Al tempo dell’elogio spesso semplificatorio delle nuove tecnologie è importante ribadire un’idea semplice: sono ancora fondamentali le persone e il modo in cui si muovono e relazionano dentro gli ecosistemi. Per l’88,1% degli italiani occorre riconoscere ad ogni livello il persistente ruolo decisivo del fattore umano. Il manager, per gli italiani, è colui che è in grado di mettere insieme i fattori produttivi, in primis quello umano, garantendo che tutto funzioni al meglio. Non a caso è l’87,1% degli italiani a reputare essenziale in questa fase valorizzare e promuovere cultura, capacità e competenze manageriali. Ne sono convinti l’86,3% delle persone con al massimo la licenza media, l’86,6% dei diplomati e l’88,2% dei laureati. E per gli italiani quando un manager è da considerare un bravo manager? Per l’82,7% il bravo manager nelle aziende e negli enti è colui che sa trascinare e motivare gli altri. Opinione con un consenso socialmente trasversale: l’82,9% nel ceto medio, l’86,8% del ceto benestante e l’81,7% del ceto popolare. Per l’84,4% degli italiani una più alta efficienza di imprese e Pubblica amministrazione richiede dirigenti fortemente orientati a premiare i più meritevoli ad ogni livello. Ed è poi essenziale, per quasi il 50% degli italiani, valorizzare il ruolo di dirigenti che già sono presenti all’interno di imprese e Pa e, per il 69,4%, investire sull’inserimento di figure dirigenziali giovani. Infine per l’80,6% degli italiani la fiscalità dovrebbe premiare di più e meglio chi crea impresa, lavoro, opportunità: lo pensa anche l’82% delle persone che si sentono di ceto medio, il 77,3% dei ceti popolari e l’84,8% dei benestanti. A questo proposito, il 78,6% degli italiani e, nello specifico, l’80% degli appartenenti al ceto medio ritiene di essere danneggiato dall’evasione fiscale. Tale idea è condivisa anche dal 76% dei ceti popolari e dal 79,9% dei ceti benestanti.