(Adnkronos) - Ogni giorno il consumo di suolo riguarda circa 20 ettari di territorio nazionale, ricoprendo nuovi 72,5 chilometri quadrati. Un dato preoccupante anche se l’aumento è leggermente inferiore rispetto all’anno precedente, ma comunque risulta superiore alla media decennale 2012-2022 che è di 68,7 chilometri quadrati. Parallelamente, emerge che solo 8 chilometri quadrati sono stati compensati con il ripristino di aree naturali, un valore secondo Ispra insufficiente all’obiettivo di azzeramento del consumo di suolo netto. Sono questi alcuni dei principali indicatori emersi dal rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, a cura del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), pubblicato da Ispra e relativo all’anno 2023. La perdita progressiva dei servizi ecosistemici legata al consumo di suolo non riguarda solo la sfera ambientale, ma anche quella economica. Il cosiddetto “effetto spugna” ovvero la capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua e regolare il ciclo idrologico, ha un costo per il Paese stimato in 400 milioni di euro l’anno. Un costo che va sommato ad altre “voci di spesa” legate alla perdita dei servizi ecosistemici dovuti al consumo di suolo, quali la perdita di qualità degli habitat, la riduzione della produzione agricola, della regolazione del clima e della capacità di stoccaggio del carbonio. Proseguendo nell’analisi del Rapporto, nel 2023 risultano cementificati oltre 21.500 chilometri quadrati, in aumento la cancellazione irreversibile del suolo con nuove impermeabilizzazioni permanenti pari a 26 chilometri quadrati in più rispetto al 2022. Il 70% del nuovo consumo di suolo avviene nei comuni classificati come urbani secondo il recente regolamento europeo sul ripristino della natura (Nature Restoration Law). Parallelamente, diminuisce in maniera costante la disponibilità di aree verdi. A tale proposito, meno di un terzo della popolazione urbana riesce a raggiungere un’area verde pubblica di almeno mezzo ettaro entro 300 metri a piedi. Inoltre, prosegue la trasformazione nelle aree a pericolosità idraulica media dove la superficie artificiale avanza di oltre 1.100 ettari, mentre si sfiorano i 530 ettari nelle zone a pericolo di frana, dei quali 38 ettari in aree a pericolosità molto elevata. A livello regionale, nel 2023 gli incrementi maggiori di consumo di suolo si sono verificati in Veneto con un aumento di 891 ettari, Emilia-Romagna con 815 ettari, Lombardia con 780 ettari.