Tre progetti pronti per valorizzare nuovi insediamenti produttivi e investimenti per oltre 700 milioni. Il consiglio comunale aperto dedicato al tema del phase out dal carbone, e che si è tenuto giovedì in aula “Renato Pucci”, in Comune, è servito anche per mettere in campo proposte che potrebbero provare a tamponare la crisi occupazionale relativa alla cessazione delle attività della Centrale di Torre Valdaliga Nord. Tra coloro che durante gli interventi, hanno scoperto le carte, c'è il presidente di Unindustria Civitavecchia, Fabio Pagliari, il quale ha spiegato al consiglio comunale e alla nutrita platea presente in sala, quelle che potrebbero essere delle soluzioni per dare una risposta ai tanti lavoratori col futuro a rischio.
«Sul tavolo ci sono almeno tre progetti da valutare con grande attenzione, a prescindere dalla manifestazione di interesse appena pubblicata sul sito del ministero – afferma Pagliari -. Credo che siano delle opportunità da non farsi sfuggire per nessun motivo al mondo. Parliamo per esempio del progetto di economia circolare, compatibile ambientalmente con la carta del territorio, e sul quale il Comune si è prontamente attivato per fare le valutazioni tecniche del caso. Parliamo di un piano di realizzazione da 700 milioni, un progetto che coinvolge la filiera dell'elettromeccanica, quindi si sposa molto bene con la tipicità e le esigenze del territorio. So che siamo ad una fase molto avanzata, con il Comune che sta portando avanti tutte le sue valutazioni tecniche. Speriamo che ci possano essere quei passi in avanti definitivi per arrivare ad una svolta a stretto giro di posta».
Per dare delle risposte davvero concrete alla crisi dovuta alla cessazione delle attività della Centrale a carbone, prevista per la fine del 2025, servirà però un “mosaico” di iniziative, come è stato ribadito in più interventi durante la seduta aperta al pubblico che si è tenuta giovedì scorso. «Assolutamente, un solo progetto non è sufficiente a creare le condizioni per un piano di sviluppo completo. Quello che dico però è che il tempo stringe. Se ad esempio, domani arrivassero tutte le autorizzazioni per partire con il progetto a cui facevo riferimento, ci vorrà almeno un anno, forse anche un anno e mezzo per definirlo», conclude il presidente Pagliari. Un puzzle che si dovrebbe incastrare anche con le attività post dismissione, di cui si è parlato a più riprese durante la seduta in aula Pucci, legate alla messa in sicurezza del sito, confermata anche dalla stessa Enel per bocca del responsabile Affari Istituzionali, Fabrizio Iaccarino, e allo smantellamento. Punto quest'ultimo evidenziato soprattutto dal sindaco Marco Piendibene. Senza dimenticare la figura del commissario governativo, la cui nomina, secondo quanto trapela in queste ore, dovrebbe essere oramai prossima. Un profilo tecnico, scelto appunto dal Governo, che arriverebbe per favorire il processo di transizione energetica, con l'auspicio di accelerare le tante situazioni in ballo ma per ora soltanto teoriche o in fase embrionale.
In allegato l'articolo a cura di Pierluigi Cascianelli.