(Adnkronos) - Quanti neodiplomati sono soddisfatti del percorso di studi che hanno portato a termine? Solo il 51,6% (nel 2023 era il 53,1%). È quanto emerge dal XII Rapporto di AlmaDiploma sul profilo dei diplomati e sui successivi esiti nel mondo del lavoro. L’indagine ha coinvolto circa 26 mila neodiplomati nel 2024 e in tema di percorsi lavorativi da uno a tre anni, rispettivamente 29 mila diplomati nel 2023 e 38 mila nel 2021. Un dato che fa riflettere, prima di tutto sull’attività di orientamento per la scelta del percorso di studi superiore, un’attività che solo il 45,4% definisce rilevante e adeguata. Sulle scelte della tipologia di scuola superiore, infatti, incide in maniera ancora decisiva il parere delle famiglie, nel 64,8% dei casi. Ma anche per il 58,8% dei maturati nel 2024 il parere dei genitori è stato rilevante nell’indirizzare la scelta dell’Università piuttosto che dell’attività lavorativa. Entrando nel dettaglio dei dati del Rapporto, i più soddisfatti del proprio percorso di studi sono i diplomati degli istituti tecnici, pari al 52,2%, percentuale che scende al 51,8% tra i maturati dei licei e al 47,7% tra quelli degli istituti professionali. Per quanto riguarda l’orientamento scolastico, sia dalle medie alle superiori che dalle superiori all’università, è diventato una pratica ricorrente per la grande maggioranza degli studenti, 90,6% nel primo caso, 84,4% nel secondo. Al contrario, in fatto di giudizio sulle attività di orientamento, il 45,4% le definisce poco rilevanti nella scelta del percorso di studi superiore, il 51,6% poco significative anche nella scelta del corso di laurea. In particolar modo i liceali - uno su tre - si dichiarano insoddisfatti delle informazioni ricevute in merito alle attività di orientamento. In tema di percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), già noti come alternanza scuola-lavoro, sono soprattutto gli studenti degli istituti professionali a ritenerli utili (82,6%), seguiti dai diplomati degli istituti tecnici (76,2%) e dai liceali (55,9%). Il Rapporto presenta indicazioni interessanti anche per quanto attiene alle scelte del corso di laurea per coloro che proseguono gli studi dopo il diploma di scuola superiore. Da notare, ad esempio, che l’8,8% degli universitari interrompe gli studi dopo tre anni, il 5,7% dopo solo il primo anno in ateneo. Ma c’è anche chi cambia percorso universitario dopo un anno, il 9,2% o dopo tre anni, il 14%, principalmente a causa di aspettative deluse, difficoltà del corso di laurea, poco interesse per le materie. Infine, per quanto riguarda gli sbocchi lavorativi dei neodiplomati, nel periodo 2019-2024 emerge un deciso aumento dei contratti a tempo determinato, mentre i contratti a tempo indeterminato rimangono sostanzialmente stabili. Anche il lavoro part-time risulta in deciso aumento, +7,1% rispetto al 2023. Le retribuzioni, pur in aumento nominale, risultano, invece, in calo in quanto a potere d’acquisto, -4,2% rispetto al 2023.