Nel corso della trasmissione “Casa Italia” di Rai Italia, dedicata al Premio Campiello, ampio spazio è stato riservato al ruolo della cultura d’impresa come motore di sviluppo sostenibile e innovazione. Protagonista in studio Miriam Diurni, delegata Unindustria per la cultura d’impresa, etica e certezza del diritto, che ha illustrato come oggi le imprese italiane non siano più solo produttori di beni, ma veri e propri attori culturali nei territori in cui operano.
“La cultura d’impresa è fatta anche di investimenti intangibili: nella memoria, nei valori, nella responsabilità sociale. È uno strumento che ci aiuta a riflettere sul nostro impatto nel tempo, sul territorio e sulle comunità. E per farlo, il bilancio di sostenibilità diventa una lente preziosa: analizza come l’impresa si è evoluta, quali valori ha portato avanti, come ha contribuito alla crescita collettiva.”
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L’identità culturale delle aziende italiane affonda le radici in una tradizione creativa e artistica che ha sempre fatto parte del nostro DNA: “In Italia, uscendo per strada, incontriamo arte ovunque. È naturale che anche le imprese respirino questa cultura e ne siano interpreti. È ciò che rende il nostro sistema produttivo così innovativo e apprezzato nel mondo.”
Un legame profondo, quello tra impresa e cultura, che oggi si traduce anche in forme di mecenatismo, progetti educativi, musei aziendali e iniziative come la Settimana della Cultura d’Impresa promossa da Confindustria. “Le imprese sono comunità di persone. Creare spazi di dialogo e confronto tra generazioni, competenze e culture diverse – ha aggiunto Diurni – significa dare vita a veri e propri laboratori di innovazione sociale. Le aziende che crescono di più sono quelle capaci di mettere a valore questi legami.”