Il rapporto è stato realizzato dal Centro Studi delle Camere di commercio G. Tagliacarne, coadiuvato da Unindustria e dall’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Frosinone Latina, Informare nell’ambito del Progetto congiunto Laziomotive – Progetto Cluster della filiera Automotive/Mobilità Sostenibile del Lazio 2023. I risultati del rapporto sono stati presentati martedì 16 settembre 2025 all'Abbazia di Fossanova.
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Sintesi
Nei due decenni trascorsi il nostro sistema socioeconomico è stato sottoposto a numerose tensioni, tra cui risulta imprescindibile ricordare gli effetti della globalizzazione, le delocalizzazioni produttive, le recessioni degli anni 2009 e 2013 – 2014, fino ad arrivare a quella del 2020, così come le transizioni green e digitale e la crisi demografica ancora in atto.
Tali fenomeni hanno comportato sostanziali mutamenti, per cui è emersa la necessità di approfondire lo stato di salute del sistema produttivo - integrato sebbene insistente su territori amministrativi diversi - del Basso Lazio.
L’obiettivo della presente attività è stato quello dell’identificazione, quantificazione e mappatura delle produzioni industriali di specializzazione ed emergenti nel Basso Lazio (province di Latina e Frosinone, unitamente ai comuni di Colleferro e Pomezia). L’analisi è stata indirizzata, inoltre, a comprendere lo stato di salute delle specializzazioni produttive dell’Area, anche attraverso opportune analisi di benchmark.
In particolare, l’analisi è stata finalizzata alla comprensione dell’evoluzione dei settori produttivi di storica localizzazione ed all’individuazione dei settori innovativi emersi ed emergenti, anche nel quadro delle filiere strategiche e del territorio complessivamente considerato, con attenzione agli investimenti realizzati ed alle direttrici di sviluppo.
Tale attività parte dalla disponibilità di un patrimonio informativo esclusivo, legato alla disponibilità dei microdati economici delle imprese forniti da Istat1 e dei dati di dettaglio del Registro Imprese della Camera di commercio.
Tali dati sono stati trattati utilizzando metodologie consolidate, in un percorso di ricerca condiviso sulle specializzazioni produttive centrato sull’individuazione e perimetrazione dei settori (alla terza cifra Ateco 2007), sull’elaborazione degli indicatori e della relativa mappatura, sulla ricomposizione dei dati e sulla classificazione e clusterizzazione dei settori scelti. Il tutto adottando modalità innovative di rappresentazione, finalizzate all’immediata comprensione da parti di tutti i pubblici specifici a cui tale documento è dedicato.
Il documento si suddivide in tre capitoli. Nel primo si delinea la situazione socioeconomica dell’industria dell’intera regione Lazio, anche attraverso un confronto con le principali regioni industriali d’Italia e, in ambito europeo, con le regioni aventi la capitale di Stato.
In termini di unità locali industriali, nel periodo 2013-2022, il Lazio evidenzia una sostanziale ristrutturazione del comparto, con un calo della numerosità delle unità produttive, comune a tutto il Paese, anche se più accentuato rispetto alla media nazionale ed a quella delle regioni-benchmark (esclusa l’Emilia-Romagna). Tale calo, però, è stato più accentuato da Roma verso il nord, mentre Latina perde il 9,5% delle unità locali industriali (in perfetta linea con la media nazionale) e Frosinone perde l’11,4% (in media con la regione). La perdita riguarda, come in tutta Italia, le unità locali più piccole, mentre quelle di media dimensione crescono del 2%, segno che sono in atto processi di ampliamento legati alla necessità di fare maggiore massa critica per affrontare meglio le necessità di investimento e le sfide della competizione.
In termini occupazionali, gli addetti industriali laziali diminuiscono del 4,8% nel periodo 2013 - 2022, in controtendenza rispetto al dato nazionale ed alle regioni benchmark, con uno spostamento del mercato del lavoro sul terziario, che riguarda anche parte del Basso Lazio: infatti, se a Latina l’occupazione industriale cresce del 3,6% nel decennio 2013-2022, essa diminuisce in misura non modesta (-7,8%) in provincia di Frosinone. In termini dimensionali, il calo più accentuato si verifica nelle unità locali più piccole, quelle che -anche numericamente- diminuiscono più fortemente. Fa però eccezione Frosinone, provincia in cui il calo occupazionale riguarda soprattutto le unità locali industriali dai 250 addetti in su (-15,6%).
In questo ambito, la dimensione media delle unità locali laziali cresce dai 6,7 addetti medi del 2013 ai 7,2 del 2022. Il numero di addetti per unità locale rimane inferiore al dato medio nazionale ed alle regioni di benchmark. Particolarmente rilevante è l’incremento medio di addetti per stabilimento produttivo in provincia di Latina, mentre a Frosinone abbiamo ancora una presenza di grande industria che porta tale provincia ad avere il record regionale di occupati per unità locale industriale (10,2).
I processi di internazionalizzazione del comparto industriale laziale sono evidenti e la propensione all’export raggiunge il 12,9% (ma nelle province di Latina e Frosinone si attesta rispettivamente al 52,9% ed al 56%, superando ampiamente la media nazionale). Tuttavia, se si confronta tale dato regionale con quello delle regioni di benchmark, risulta che vi siano ancora un notevole gap da recuperare: ad esempio, la propensione all’export della Toscana è del 43,6% per arrivare al 48,6% in Emilia-Romagna. Ǫuella nazionale è del 31,5%.
Nello spaccato settoriale, l’export laziale è ampiamente specializzato nella farmaceutica, che nel 2024 ne costituisce il 47,1%. Seguono il settore chimico (7,6%) e quello dei prodotti in metallo (5,7%). Importante anche la quota dell’aerospazio e dell’automotive (8,1%). Nella sostanza, il Lazio ha una capacità di esportazione concentrata sui settori a medio-alta capacità di innovazione scientifica e tecnologica.
Volendo effettuare un confronto internazionale, il Lazio è in settima posizione fra le 24 regioni europee aventi capitale di Stato per valore aggiunto industriale in termini assoluti, ma è invece agli ultimi posti per variazione fra 2015 e 2021. Stesso fenomeno si ripete per quel che concerne l’occupazione industriale che, in termini assoluti vede il Lazio al sesto posto fra le 24 regioni con capitale, ma al diciassettesimo per incidenza percentuale degli occupati industriali sul totale. Su tali posizionamenti incide, da un lato, una base industriale che, fra le regioni a vocazione “amministrativa” è ancora molto ampia, e dall’altro una marcata terziarizzazione dell’economia del Lazio in questi anni. Peraltro, la produttività industriale laziale, che nel 2015 si attestava al 98,6% del dato medio europeo, nel 2021 arretra al 94,8%, manifestando quindi una minore competitività rispetto alle concorrenti europee aventi capitale di Stato.
Continua nel documento allegato.