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Documento - 23/04/2013

Tutti i numeri del Cinema Italiano 2012 - Follow up: scarica tutti i dati

Produzione cinematografica stabile, consumi in calo, mercato-sala elemento critico e forti speranze affidate al rinnovo del Tax Credit e al nuovo rapporto con le televisioni

Il cinema nazionale è alle prese con un grande cambiamento, dovuto principalmente alla trasformazione del sistema di fruizione delle opere cinematografiche e alla crisi economica generale: è questa l'analisi proposta dalla Direzione Generale Cinema del MiBAC ed ANICA, che - riunite in conferenza stampa presso la Sala della Crociera del Ministero per i Beni e le Attività Culturali a Roma - hanno presentato tutti i numeri 2012 del cinema italiano



Consumi in calo
 

L’industria cinematografica italiana chiude il 2012 con un bilancio che registra un calo del 10% circa di spettatori rispetto all’anno scorso (91.310.793 italiani al cinema nel 2012, 101.343.987 nel 2011) e una flessione dell’ 8% circa sugli incassi (608.954.249 nel 2012, 661.679.249 nel 2011). La quota di mercato dei film italiani - coproduzioni incluse - scende dal 37,6% al 26,5%: in lieve calo anche i film americani che passano dai 47,4 mln di spettatori del 2011 ai 46,7 mln del 2012, anche se - sul totale - aumentano la loro quota percentuale (oggi al 51,2% contro il 46,8% del 2011). In aumento anche i film europei, passati dal 13,8 al 18,3%.



Le proposte


Iniziative comuni per far fronte alla congiuntura avversa e all’assenza di un'azione politica forte per l'industria culturale: nuova festa del cinema (a maggio - clicca qui!), incentivi al consumo estivo e dei più giovani, ma soprattutto un'azione comune per formulare proposte concrete a chi si candida alla guida del Paese. "Predisporre un'agenda del cinema italiano: il momento è serio, abbiamo bisogno di un confronto immediato con la politica".



"Il Tax Credit è vitale"


Nicola Borrelli - Direttore Generale per il Cinema - ha sottolineato in apertura la scelta di organizzare l’appuntamento annuale presso il MiBAC per "dare un segnale forte di connessione tra l’eccellenza della cultura italiana e il Cinema che - come nuova creatività - può decollare anche sulla base delle grandi storie culturali che rappresentano il nostro patrimonio". Circa l’analisi dei dati, particolarmente interessante il passaggio sugli investitori esterni i quali, con 50 mln di euro, apportano un contributo pari al 15% del totale degli investimenti: settori merceologici che nulla hanno a che vedere con il cinema intervengono quindi a portare ossigeno in un’industria in cui, a questo punto, è ancora più evidente la necessità del rinnovo sul Tax Credit.
L’appello della tavola parte dal Presidente di Anica Riccardo Tozzi: “Il rinnovo del provvedimento ha un’importanza basilare e potrebbe entrare subito nell'agenda di questo governo. La legge sul Tax Credit scade a fine anno, ma i produttori hanno bisogno di conoscere immediatamente la realtà dei fatti poiché anche solo per progettare un film c'è bisogno di una forte programmazione. Siamo in un momento in cui le risorse del FUS sono diminuite ed i contributi “a pioggia” si rivelano poco utili: stiamo andando verso il lato povero del mercato, siamo scesi a un livello di finanziamento diretto che non permette più di fare né quel cinema d’autore che ha contrassegnato la rinascita italiana di fine anni ’90, né opere prime in grado di sfondare. Ci attendiamo dalle istituzioni che siano inseriti immediatamente nei pagamenti alle imprese anche i contributi sugli incassi.



"Impreziosire il giardino del cinema in tv"

Per Tozzi, altro passaggio chiave è quello sulla nostra tv, che trasmette pochi prodotti cinematografici italiani: "Sono in crescita - ma ancora a livelli bassi - i dati dal settore privato, mentre paradossalmente è la tv pubblica a trasmettere meno film italiani. Pochissimi. Raiuno nel 2012 ne ha trasmessi solamente 5, contro i 6 del 2011. Rai Due nel 2012 ha trasmesso in prima serata addirittura 2 film. Solamente Rai Tre è passata meritoriamente da 26 a 36 film. Questa mancanza di stabilizzazione dell’offerta non favorisce un aumento di pubblico ed ha un duplice e pericoloso effetto, sia in termini quantitativi e qualitativi: i film saranno pagati sempre meno e - considerando che la tv è ancora il mezzo di comunicazione di massa per eccellenza in Italia - il fatto che i nostri film e i nostri attori non siano conosciuti al grande pubblico rappresenta un grande danno per la commerciabilità dei prodotti italiani. Manteniamo una programmazione prevalentemente giornalistica e di dibattito, con più talk show di tutti: seppur compiaciuti per i tanti esempi di buon giornalismo, registriamo differenze stratosferiche con il contesto europeo. Si è stretto lo spazio a disposizione del nostro cinema: se il palinsesto rimane questo, bisogna almeno impreziosire il giardino del cinema in tv".
Neanche i dati dal box office sembrano incoraggianti. Angelo Barbagallo, Presidente sezione produttori ANICA, si dichiara inquieto: ”Sempre meno film riescono ad essere prodotti grazie al mercato e troppe sono le opere prime in rapporto al numero totale: in definitiva, parliamo di pochi veri film. Al box office veniamo da una serie negativa e il 2013 da un segnale molto preoccupante: con un - 5% nel primo trimestre sul totale, e un -30% sulla produzione italiana, i nostri film stanno incassando meno di ciò che pensiamo”.
Per Richard Borg, Presidente sezione distributori ANICA, il momento socio/economico, è davvero pesante. Tuttavia l’interesse registrato sul prodotto internazionale è stabile, ma gli incrementi di interesse sul mercato interno aumentano solo dinanzi ad incrementi di stimolo, e quindi di produzione interna. In Europa - da questo punto di vista - la parte del leone la fa sempre la Francia, dove anche il mercato estero, per le produzioni interne, è assistito molto di più. L’inizio del 2013 è molto altalenante anche se prevediamo quote di recupero nei prossimi mesi: diciamo che i medio piccoli saranno presto aiutati dall’evoluzione tecnologica, che garantisce il passaggio dallo sfruttamento dei film in pellicola a quello in digitale, con conseguente possibilità di aumento dei tempi di programmazione. Ma anche in questo senso, dobbiamo andare verso il miglioramento dell’offerta degli schermi, dare maggiore centralità alla sala per continuare a dargli un senso di aggregazione.



Lotta alla pirateria


Se per Borg il dato sulla pirateria rimane “drammatico”, ne traccia una stima l'intervento di Aurelio De Laurentis: “All’appello mancano circa 2 miliardi e mezzo di euro. La pirateria influisce in maniera determinante sul mercato: sappiamo che è difficile combatterla e che l’educazione gioca un ruolo fondamentale, ma bisogna riconsiderare il lato sanzionatorio e cercare di reprimere le utilizzazioni illegali. Cosa ci rimane se non saremo più in grado di vendere la nostra immensa cultura? Facciamo ripartire la scommessa Italia, ma con senso di modernità e contemporaneità: abbiamo dati che mostrano che investiamo tanto in opere prime: bene. Ma chi li ha visti questi film e che fine hanno fatto? Se sulla pirateria possiamo seguire il modello francese, per le novità cerchiamo di utilizzare anche il web per dare modo ai giovani di raccontare la modernità che hanno dentro di loro. Anche per Tozzi la questione della pirateria è delicatissima, anche se necessita di un ragionamento che consideri anche altri fattori, poiché “tra i consumatori illegali abbiamo i nostri migliori clienti potenziali, che dobbiamo poter servire".



Digitalizzazione delle sale


Il Presidente di Anica conclude: "Il processo di digitalizzazione delle sale è abbastanza avanti in Italia: stimiamo però che allo stato dei fatti rischiano di rimanere escluse circa 800 - 1000 sale "di profondità'": serve uno sforzo da 5 mln di € da sollecitare al Ministero dello Sviluppo Economico. E ancora De Laurentis: "Attenzione perché il cinema di provincia, importantissimo fattore di aggregazione sociale, rischia di sgretolarsi: il Ministero deve contribuire subito affinché le strutture si adeguino, altrimenti perderemo almeno un altro 15% di incassi sul territorio.

 


 


 

TUTTI I NUMERI DEL CINEMA ITALIANO 2012
DATI IN RASSEGNA
 
PRODUZIONE
166 film di nazionalità italiana prodotti nel 2012;


129 film prodotti con capitali italiani al 100% di cui:

a) 61 con budget fino a 800.000 euro (36 < 200.000)
b) 21 con budget fino a 1,5 milioni
c) 23 con budget fino a 3,5 milioni
d) 24 con oltre 3,5 milioni

37 di coproduzione (21 maggioritarie) con 80 milioni di euro di apporto italiano;
 
79 i film di nazionalità italiana per i quali è stato richiesto tax credit (61%);
Importante l’attrazione di film stranieri: grazie al tax credit, in 4 anni hanno investito in Italia 84 mln di euro;
 
337 milioni di euro i capitali italiani investiti nel cinema (+1,07% rispetto al 2011), di cui:
a) 225 da capitali privati o non direttamente statali (fondi comunitari o locali, ecc.)
b) 88 da agevolazioni fiscali tax credit
c) 24 da contributi statali diretti

 

MERCATO SALA
5% il decremento del mercato sala nel 1° trimestre 2013 rispetto allo stesso periodo 2012

33% la quota dei film italiani nel 1° trimestre 2013 vs 41% stesso periodo 2012


CINEMA IN TV
1596 i passaggi di film italiani nelle 7 principali tv generaliste nel 2012;

156 i film italiani programmati in prima serata dalle 7 principali tv generaliste nel 2012, di cui:
a) 6 da RAIUNO
b) 2 da RAIDUE
c) 38 da RAITRE
d) 41 da CANALE 5
e) 5 da ITALIA 1
f) 36 da RETE 4
g) 28 da LA7

 

647 i titoli italiani trasmessi dalle tv satellitari nel 2012 con circa 11 mila passaggi totali, 48 in meno dello scorso anno (6,9%).


"Gli 87 milioni di euro di agevolazioni fiscali utilizzati dai 79 film italiani che nel 2012 hanno usufruito della normativa per il tax credit, sono stati la vera leva su cui ha fatto conto la produzione italiana del 2012"
Comunicato Stampa MiBAC
Per i
166 film di nazionalità italiana prodotti in totale nel 2012, infatti, sono stati investiti 337 milioni di euro, con un incremento dell’1,07% rispetto all’anno precedente, che in tempi di crisi economica conclamata, dimostrano una sostanziale tenuta del settore per quanto riguarda il versante finanziario della produzione. Il tax credit è stato un volano che ha portato allo sviluppo di un’industria produttiva sana che ha generato valore, dal punto di vista economico e occupazionale non solo per il settore, ma anche per le casse dell’erario. Una ricerca ANICA/LUISS ha stimato che per ogni euro di agevolazione fiscale si genera per lo stato italiano un gettito fiscale successivo di 1,5 euro. 37 i film coprodotti, in maggioranza con paesi francofoni (Francia 20, Belgio 6), con un apporto da parte dell’industria italiana di ben 80 milioni di euro. I dati negativi vengono dal mercato sala, che dopo aver rilevato un ]10% nell’anno 2012 rispetto al 2011, ha registrato un ulteriore decremento di ]5% nel primo trimestre 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012. E l’aggravante è che a farne le spese è principalmente il cinema di nazionalità italiana, il quale, pur mantenendo una quota di mercato ragguardevole (33%), subisce una flessione rispetto al trimestre 2012 (41%). Dati contraddittori per quanto riguarda la programmazione del cinema italiano in televisione. Nelle 7 principali reti nazionali generaliste si riscontra un aumento della programmazione di cinema italiano (+264 titoli), con una migliore programmazione anche in prima serata, con i maggiori incrementi da parte di CANALE 5 (+12) e RAITRE (+11). Quasi inesistente, anche quest’anno la presenza di titoli italiani in prima serata su RAIUNO (6) e RAIDUE (2). Diminuisce la programmazione di film sui canali satellitari, con 767 passaggi in meno nel 2012 sui 53.000 totali del 2011(]1,45%), e soprattutto diminuiscono i titoli unici sia nel complesso, con 110 titoli programmati in meno (2.723 nel 2012 vs 2868 nel 2011), sia nello specifico, con ben 48 film di nazionalità italiana in meno (647 vs i 695 del 2011). Nello scenario televisivo dell’anno in corso avrà ripercussioni l’applicazione dal 1° luglio 2013 del decreto sulle quote di cinema in tv emanato agli inizi di quest’anno dal MiBAC e dal MiSE.

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