Protocollo finalizzato a verificare conformità atti gara normativa Codice Contratti Pubblici nonché all'individuazione di clausole e condizioni idonee a prevenire tentativi di infiltrazione criminale
Firmato in data 27 luglio 2015 il protocollo di vigilanza collaborativa tra A.N.AC. e Roma Capitale presso la sede dell’ dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.
La stipula di questo atto rientra nella collaborazione che l’Autorità sta portando avanti da tempo con vari enti locali e, per quanto riguarda Roma, si ricollega all’attività ispettiva partita nei mesi scorsi sulle vicende amministrative del Comune.
Rammentiamo che la vigilanza collaborativa rappresenta uno strumento innovativo che si sostanzia nella possibilità di attivare, su richiesta delle stazioni appaltanti, un intervento a carattere prevalentemente preventivo finalizzato non solo a garantire il corretto svolgimento delle operazioni di gara e dell’esecuzione dell’appalto, ma anche ad impedire tentativi di infiltrazione criminale nell’ambito degli appalti. In particolare, il protocollo sottoscritto con Roma Capitale è finalizzato a verificare la conformità degli atti di gara al Codice dei Contratti Pubblici, nonché all’individuazione di clausole e condizioni idonee a prevenire tentativi di infiltrazione criminale, nonché al monitoraggio dello svolgimento della procedura di gara e dell’esecuzione dell’appalto.
L’attività che l’Autorità porrà in essere nei primi sei mesi di collaborazione riguarda il settore dei contratti pubblici, ivi inclusa la sicurezza sui luoghi di lavoro, e sarà incentrata su un numero determinato di interventi.
Tra i dieci interventi sotto controllo è presente una procedura aperta per l’affidamento dei lavori di manutenzione ordinaria edile ed impiantistica da eseguire su edifici di proprietà o in uso a Roma Capitale, cui potranno sommarsi al massimo altre sei procedure successivamente individuate da Roma Capitale nei settori ad elevato rischio di corruzione, tra cui quello dei lavori pubblici.
Con riferimento alle procedure individuate, saranno oggetto di verifica preventiva tutti gli atti della procedura di affidamento (dalla determinazione a contrarre ai provvedimenti di aggiudicazione, provvisoria e definitiva o accordi quadro), nonché i conseguenti atti della fase di esecuzione dei contratti (dalle perizie di variante al riscontro di gravi inadempimenti e gravi ritardi ascrivibili a responsabilità dell’appaltatore e conseguente applicazione di penali, segnalazioni, escussione della cauzione, esecuzione in danno, eventuale risoluzione e modalità di affidamento della prestazione residua ad altro operatore).
Da notare, inoltre, che anche al di fuori degli interventi sopra riportati - in presenza di ricorrenti indici di elevato rischio corruttivo e/o di particolari gravi e comprovate esigenze - potrà essere richiesto l’intervento diretto, anche ispettivo, dell’Autorità e che nei contratti pubblici sarà inserita la clausola risolutiva espressa di cui all’art. 1456 c.c., che impedisca la prosecuzione del contratto “ogni qualvolta nei confronti dell’imprenditore o dei componenti la compagine sociale, o dei dirigenti dell’impresa con funzioni specifiche relative all’affidamento alla stipula e all’esecuzione del con tratto sia stata disposta misura cautelare o sia intervenuto rinvio a giudizio per taluno dei delitti di cui agli artt. 317 cp 318 cp 319 cp 319 bis cp 319 ter cp 319 quater 320 cp 322 cp 322 bis cp 346 bis cp 353 cp 353 bis cp”.
Si ricorda in proposito che l’art. 135 del Codice dei contratti prevede la mera possibilità di risolvere il contratto, in caso di condanna per specifici reati, ma non per il caso di rinvio a giudizio.